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L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street

24 ottobre 2017 | 10:28
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L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street
L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street
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L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street
L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street

Il Form 20-F è’ un documento annuale che contiene tutte le informazioni utili agli investitori che così possono decidere se comprare, vendere o mantenere le azioni sui mercati USA. Vi sveliamo i contenuti del Form 2016 redatto dall’Eni

Il 30 giugno 2015 il giudice per le indagini preliminari della Procura di Sassari, accoglie la richiesta del pm di sequestro preventivo dell’area di Palte Fosfatiche (deposito di fosfati) collocata nel sito di Porto Torres. I reati presunti riguardano disastro ambientale e smaltimento non  autorizzato di rifiuti pericolosi. Le indagini sono in corso.

Un’indagine è pendente dinanzi al tribunale di Gela per quanto riguarda 17 ex dirigenti del gruppo Eni. Il procedimento riguarda i presunti reati di omicidio colposo e gravi danni fisici legati alla morte di 12 ex dipendenti e alle asserite malattie legate al lavoro che queste persone avrebbero potuto contrarre nell’impianto di Cloro soda. I reati supposti si riferiscono al periodo dal 1969, quando l’impianto Cloro soda ha iniziato le attività fino al 1998 quando l’impianto è stato arrestato e sono state avviate operazioni di bonifica. Il pubblico ministero ha chiesto una perizia medico-legale su più di 100 persone che erano impiegate presso l’impianto.

I periti non hanno trovato alcuna prova che le malattie sottoposte alla valutazione medica potessero essere direttamente correlate alle emissioni relative alla produzione di cloro e sodio caustico.

I consulenti hanno inoltre rilevato che le attività di produzione erano conformi alle leggi e regolamenti applicabili in materia di salute e sicurezza.

Il procedimento penale è tuttavia ancora pendente.

Sequestro delle aree situate nei Comuni di Cassano allo Jonio e Cerchiara di Calabria. Alcune aree di proprietà di Eni nei Comuni di Cassano allo Jonio e Cerchiara di Calabria sono state preventivamente sequestrate dall’Autorità Giudiziaria, in seguito ad un’inchiesta in corso su un presunto trattamento improprio dei rifiuti industriali dalla lavorazione dei ferri di zinco presso il sito industriale di Pertusola Sud , che sarebbero stati illegalmente stoccati. La controllata Eni, Syndial SpA, ha rimosso tutti i materiali di scarto dalle discariche. Oltre a ciò, Syndial ha definito un accordo con il Comune di Cerchiara e con il Comune di Cassano per risolvere tutti i reclami relativi a presunti danni causati dallo smaltimento non autorizzato dei rifiuti nelle discariche sul territorio dei due Comuni. Il procedimento penale è ancora pendente. Le attività di bonifica sono state completate e la società ha presentato un memorandum per richiedere la chiusura del procedimento.

Amianto presso il sito di Ravenna. Un procedimento penale è pendente davanti al Tribunale di Ravenna per i reati di omicidio colposo, lesioni e disastro ambientale, che sarebbero stati presumibilmente commessi da ex dipendenti Syndial presso il sito di Ravenna. Il sito è stato acquisito da Syndial dopo numerose fusioni e acquisizioni aziendali. I presunti reati risalgono al 1991. Nel procedimento ci sono 77 vittime interessate. Ricorrenti sono i parenti delle vittime presunte, varie amministrazioni locali e altri organi istituzionali, tra cui sindacati locali. Il 24 novembre 2016, il giudice ha assolto tutti gli accusati per 76 dei 77 contenziosi e ha condannato 6 dei 15 imputati per un singolo caso di asbestosi. (continua nelle pagine seguenti)

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