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L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street

24 ottobre 2017 | 10:28
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L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street
L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street
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L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street
L’Eni e la sacralità del business. Ecco come la compagnia petrolifera narra le sue gesta a Wall Street

Il Form 20-F è’ un documento annuale che contiene tutte le informazioni utili agli investitori che così possono decidere se comprare, vendere o mantenere le azioni sui mercati USA. Vi sveliamo i contenuti del Form 2016 redatto dall’Eni

Raffineria di Gela SpA e Eni Mediterranea Idrocarburi SpA Allegato disastro ambientale. Un  procedimento penale è pendente  in relazione ai reati presumibilmente commessi dai dirigenti della Raffineria di Gela SpA e EniMed SpA relativi a disastri ambientali, smaltimento non autorizzato dei rifiuti e fuoriuscita non autorizzata di acque reflue industriali. L’accusa ipotizza l’inquinamento del suolo presumibilmente causato da fuoriuscite provenienti da 14 serbatoi dello stoccaggio della raffineria, che non erano stati forniti con doppio fondo. Altra ipotesi riguarda l’inquinamento dell’acqua di mare vicino alla zona costiera adiacente al sito a causa del fallimento del sistema di barriera realizzato nell’ambito delle attività di pulizia effettuate nel sito. Alla chiusura dell’inchiesta preliminare, il procuratore generale di Gela ha riunito in unico fascicolo le altre indagini relative all’inquinamento in altri siti della raffineria di Gela e le fuoriuscite di idrocarburi di EniMed. Il procedimento è ancora in sospeso.

Val d’Agri. Indagini per accertare l ‘esistenza di smaltimento illegale di rifiuti prodotti nel Centro Olio di Viggiano

Dopo un’indagine biennale, i giudici  hanno deciso la detenzione domiciliare di 5 impiegati Eni e di mettere sotto sequestro alcune piattaforme funzionali all’attività produttiva del complesso Val d’Agri che, per conseguenza, è stato chiuso per poi essere ripreso il 10 agosto 2016. Dall’inizio dell’inchiesta Eni ha effettuato numerose e approfondite indagini tecniche e ambientali, con il sostegno di esperti indipendenti a livello internazionale, che hanno riconosciuto la piena conformità dell’impianto e del processo industriale con i requisiti delle leggi applicabili, nonché con le migliori tecnologie disponibili e le migliori pratiche internazionali. La società ha cercato di ottenere una revoca del sequestro dalle autorità competenti senza risultato. La Società ha studiato alcune misure correttive per l’aggiornamento degli impianti che, pur non essendo una soluzione strutturale, avevano l’obiettivo rispondere alle richieste  del pubblico ministero riguardo a una presunta operazione di fusione che sarebbe avvenuta durante il normale funzionamento dell’impianto. Queste misure comprendono la realizzazione di un sistema di raccolta delle acque associato all’estrazione di idrocarburi nelle linee di gas. Tali misure correttive sono state esaminate favorevolmente dal pubblico ministero, che ha concesso ad Eni una revoca temporanea del sequestro per consentire all’Azienda di eseguire le opere. Il dipartimento in carica del Ministero dello Sviluppo Economico italiano ha debitamente autorizzato le opere e ha stabilito un programma rigoroso per eseguire l’aggiornamento dell’impianto come richiesto dal pubblico ministero. Le opere di modifica dell’impianto sono state completate il 10 luglio 2016 e il 20 luglio 2016, i Carabinieri di NOE, assistiti dal consulente tecnico del Procuratore, hanno effettuato l’ispezione per verificare lo stato del sito e la conformità della corretta esecuzione dell’aggiornamento dell’impianto. A seguito della relazione preparata dal Consulente Tecnico, in seguito all’ispezione effettuata, il Procuratore ha emesso la decisione per la revoca definitiva del sequestro dell’impianto, mentre la Regione ha preso atto della misura per la parte di propria  competenza. Il 10 agosto 2016 l’impianto è stato riavviato con le reiniezioni nel pozzo Costa Molina 2. Contemporaneamente al riavvio dell’impianto, la Società ha avviato la procedura di ricorso all’AIA presentando i documenti entro il termine del 14 agosto 2016. Il procedimento è nella fase delle audizioni preliminari. (continua nelle pagine seguenti)

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