Le mani della politica sui rifiuti

1 marzo 2018 | 10:20
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Le mani della politica sui rifiuti

Una storia lunga di intrecci tra imprenditori e amministratori nel fallimento di Alesia srl

Del fallimento sospetto di Alesia srl ci siamo occupati più volte negli ultimi cinque anni. Oggi, a distanza di 7 anni dalla denuncia del 2010 di Egidio Facioni di Ecoenergy, ex socio di parte privata di Alesia, sembrano esserci delle novità.

Uno degli imputati, Nicola Suanno, presidente del Consiglio di Amministrazione di Alesia dal 6 giugno 2008 fino alla data del fallimento della società il 7 aprile 2010, nonché ex consigliere e assessore del Comune di Latronico, chiede, a gennaio 2018, al Giudice dell’udienza preliminare il patteggiamento e viene condannato a due anni di reclusione, pena sospesa, per il reato di bancarotta aggravata art. 216 comma 2. Suanno per anni aveva sostenuto la sua estraneità alle accuse del Pm. Per tutti gli altri il GUP ha ritenuto la necessità della verifica dibattimentale la cui prima udienza è fissata per il 5 luglio 2018. Si tratta di un ex assessore del Comune di Latronico, un ex presidente del Consiglio comunale di Bernalda, un ex assessore del Comune di Lauria, un ex sindaco del Comune di Latronico, l’attuale sindaco di Trecchina.

Facciamo qualche passo indietro

Alesia s.r.l. è una società pubblico-privata nata a seguito della deliberazione consiliare n. 78 dell’11 agosto 1998 con la quale il Comune di Latronico, promuoveva la costituzione di una società mista ai sensi dell’art. 22 della legge n. 142/1990La società è finalizzata alla “gestione integrata dei rifiuti ed altri servizi associati con la previsione, inoltre, di realizzare e gestire un impianto innovativo per lo smaltimento dei rifiuti con produzione di energie alternative”. Soci privati di Alesia sono Ecoenergy s.r.l. e Biosistema s.r.l. Alesia quindi nel 2006 è di proprietà per 51% del Comune di Latronico e degli altri Comuni aderenti, per il 49% di proprietà dei privati. Il Consiglio di Amministrazione è composto da 3 rappresentanti della parte pubblica e 2 della parte privata. Ecoenergy vantava la realizzazione dell’unico impianto in Italia per il recupero di energia dai rifiuti con tecnologia altamente innovativa. Si tratta della trasformazione dei rifiuti in gas. Cosa che si sarebbe dovuta fare a Latronico.

Un piano industriale interessante. Il piano industriale proposto dal socio privato sottolineava la necessità di raggiungere un bacino di utenza non inferiore a 50-60.000 utenti. In tal modo il costo unitario dello smaltimento del rifiuto si sarebbe ridotto almeno del 75% permettendo così, grazie agli incentivi dello Stato, di abbassare notevolmente anche i costi attribuibili allo spazzamento, raccolta e conferimento del rifiuto. Ne avrebbero guadagnato i cittadini. Il ciclo integrato della gestione dei rifiuti avrebbe rappresentato un saldo positivo sempre maggiore grazie a successive adesioni di altri Comuni alla costituenda società mista ed alla modularità dell’impiantistica adottata per lo smaltimento. In tal modo la voce utile del bilancio, rappresentata dallo smaltimento, avrebbe ripianato abbondantemente quella di costo dai servizi di spazzamento, raccolta e conferimento. Ma come vedremo è successo il contrario.

La corsa dei Comuni per l’adesione in Alesia.  Nel corso del tempo, numerosi altri Comuni e Comunità Montane della Basilicata aderiscono alla società mista (tra cui, i Comuni di Viggianello, Rotonda, Comunità Montana Camastra Alto Sauro, Teana, Montalbano Jonico, Bernalda, Trecchina, Comunità Montana Basso Sinni). Entrano nella compagine sociale di Alesia s.r.l. mediante la sottoscrizione del relativo statuto societario, approvato dai rispettivi Consigli comunali. Si pongono, pertanto, le premesse per una gestione del ciclo integrato dei rifiuti efficiente ed economica per il soddisfacimento di pubblici interessi.

Premesse senza futuro. Le buone intenzioni di Alesia s.r.l., trovano subito difficoltà di attuazione per causa, sembrerebbe, delle scelte dei Consiglio di Amministrazione a maggioranza pubblica. Il Consiglio, la cui componente pubblica è stata più volte modificata, sconta subito un limite. Si tratta della concomitanza degli incarichi pubblici ricoperti dagli amministratori di maggioranza i quali sembrano più interessati ai risvolti politici delle decisioni che agli interessi collettivi. In sostanza, la maggioranza pubblica sarebbe molto permeabile a sollecitazioni economiche e politiche provenienti da ambienti di partito e di gruppi ad essi legati. A quanto pare, la politica entra eccessivamente nel merito della gestione della società, sollecitando scelte scarsamente razionali. I campi di maggiore interesse sembrerebbe fossero le assunzioni di personale e l’affidamento dei servizi. Intanto i dipendenti scaricati su Alesia passano da dieci a novantasei, ma di affidamento della gestione integrata del ciclo dei rifiuti non se ne parla. (Continua nella pagina seguente)

C’è chi si oppone. I tentativi del socio privato Ecoenergy s.r.l. di ripristinare una corretta governance societaria sarebbero tuttavia costantemente osteggiati e impediti dagli esponenti pubblici. Anzi si sarebbe determinata una serie di accadimenti che portano al tentativo di acquisire direttamente il controllo di gestione prima e della società poi, da parte di alcuni esponenti pubblici e privati. In seguito a questi tentativi e conflitti, si giungerà all’inevitabile fallimento di Alesia e ad una specie di “spartizione” del mercato dei rifiuti. Ma vediamo in ordine le vicende.

Qualcuno voleva comprare le quote di Ecoenergy. Ci sono pressioni che riguardano, tra l’altro, la cessione da parte di Ecoenergy di quote alla Biosistema s.r.l. o anche alla Geo-s s.r.l. La Biosistema s.r.l. e la Geo-s sono le stesse società che sembra fossero sponsorizzate da alcuni ambienti politici. Il tentativo sarebbe stato quello di spostare la quota di maggioranza di parte privata dalla Ecoenergy ad altri. La Biosistema al momento dell’ingresso in Alesia gestiva la discarica di Galdo. Gestione mai trasferita all’interno della Società mista. Perché? Sembra perché il Comune di Lauria ancora non era socio di Alesia. Però, quando nel 2006 Lauria diventa socio, la gestione della discarica rimane in capo direttamente alla Biosistema, attraverso continue proroghe. Mentre all’Alesia vengono affidati i servizi di spazzamento raccolta e conferimento, fino ad allora gestiti dalla Geo-s. In pratica alla società mista vengono scaricati servizi che hanno soltanto costi, mentre alla Biosistema è affidata la discarica che produce ricavi. “Ciò comportava – afferma Facioni – una socializzazione dei costi a carico di Alesia (e quindi un danno ai Comuni e alla Ecoenergy s.r.l.) e una privatizzazione degli utili in favore della Biosistema s.r.l.”

Quando si riesce ad ottenere un aumento del prezzo nel 2009 per i servizi di spazzamento e raccolta, l’affidamento torna alla Geo-s. Dopo alcuni mesi lo stesso servizio viene affidato all’Ati Ecological systems- Geos s.rl. per un periodo di 8 anni ad un prezzo di 1 milione e 40 mila euro l’anno.

Qualcuno vuole estromettere il socio privato a vantaggio di una gestione tutta pubblica. A quanto pare, contrariamente alle notizie e ai commenti apparsi all’epoca, anno 2010, sui giornali, non vi è un tentativo di estromettere tutta la parte privata da Alesia, ma c’è probabilmente qualcosa di diverso che si muove nei sotterranei. E cioè il tentativo di estromettere soltanto uno dei soci privati: Ecoenergy. Il calcolo di alcuni politici potrebbe apparire molto semplice. “Proviamo ad occupare tutti gli spazi di gestione in Alesia, alla faccia della normativa. Se questo non dovesse riuscirci, non ci resta che far fallire la società, in tal modo saremo svincolati e potremo affidarci ad altri privati, magari senza gare d’appalto.”. E’ uno scenario verosimile, anche perché in seguito sembra sia andata proprio così.

Opzione alternativa, il fallimento di Alesia. Non riuscito il tentativo di estromettere i soci privati, parte una campagna contro Alesia che spinge su un presunto eccessivo indebitamento della società, su presunte inadempienze nella gestione dei servizi ad essa affidati, sulla cattiva gestione amministrativa. Praticamente gli amministratori comunali e delle comunità montane, se la prendono con se stessi in quanto soci di maggioranza con il diritto di nomina del presidente del Cda. Da aggiungere che dal 2005 al 2007 la società ha funzionato senza un direttore generale, per cui molta operatività nelle decisioni era in capo al presidente del Cda, sempre di parte pubblica. Parte quindi l’azione massiccia finalizzata al fallimento “progettato” di Alesia s.r.l. Infatti, gli enti soci provvedono con atti unilaterali, in assenza del socio privato, a rescindere gli ultimi contratti di servizio rimasti in capo alla Alesia s.r.l. “svuotandola” di fatto senza l’opposizione degli organi amministrativi della società (anch’essi di espressione pubblica). Il Comune di Bernalda, a fine anno 2008 non rinnova il contratto assegnando la gestione ad altre società, con notevoli incremento del costo dell’intero ciclo dei rifiuti. Il Comune di Lauria, l’1 luglio 2009, non rinnova la convenzione con Alesia s.r.l., affidando, in prima istanza, alla società Geo-Ssrl il servizio di spazzamento, raccolta, conferimento e smaltimento dei rifiuti urbani differenziati e non differenziati. Il Comune di Latronico, a sua volta, in data 8 marzo 2010 rescinde unilateralmente il contratto in corso con Alesia, affidando il servizio alla società Ecological Systems srl., non riconoscendo debiti pregressi con la società mista, in parte già precedentemente riconosciuti. Nel mese di gennaio 2010, l’Acquedotto Lucano, infine, comunica ad Alesia il mancato rinnovo dei contratti di conduzione e manutenzione dei 12 impianti di depurazione gestiti dalla società mista. Alcuni degli impianti in prima istanza sono trasferiti in capo alla Biosistema s.r.l. (Continua nella pagina seguente)

Strani affidamenti a Lauria. Il Comune di Lauria nel 2004 riceve i finanziamenti per la realizzazione di un nuovo impianto per la gestione integrata dei rifiuti solidi e urbani. Soltanto nel 2008 espleta la gara per l’affidamento dei lavori di realizzazione dell’impianto. La gara è vinta dal raggruppamento di imprese la cui capogruppo è la Emit di Milano, per 7 milioni di euro circa, e siamo al 2009. Concorrente della Emit è la Co.par.m di Ferrandina in associazione con Biosistema s.rl. che inoltra ricorso al Tar di Basilicata ritenendo che la documentazione presentata in sede di gara dalla Emit non fosse conforme al capitolato speciale. Il Tar respinge il ricorso, e sempre nel 2009 iniziano i lavori di realizzazione. A lavori non ancora ultimati, e in assenza di collaudo, l’impianto viene utilizzato parzialmente per ragioni di emergenza, in seguito a ordinanze della Regione. Nell’estate del 2011 la discarica viene chiusa in seguito ad un ordinanza del sindaco di Lauria per dispersione di percolato e inquinamento delle falde acquifere. Nel frattempo, il Comune di Lauria con determinazione dirigenziale n. 219 dell’11 settembre 2009 aveva affidato la gestione del sistema integrato dei rifiuti solidi e urbani ed assimilati in località Carpineto (nuovo impianto Emit) alla Biosistema s.r.l. che il giorno prima chiede il recesso da socio della Alesia s.r.l. Altra stranezza il fatto che una società concorrente nella gara per la realizzazione dell’impianto di Carpineto, diventi gestore del medesimo impianto senza alcuna gara, prima che l’impianto venga interamente completato. Su tutta questa vicenda, nello specifico il fallimento di Alesia s.r.l., è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Lagonegro

Il sequestro e gli indagati. Il 24 luglio 2012 i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico, su ordine della Procura della Repubblica di Lagonegro, sequestrano la discarica e iscrivono cinque persone nel registro degli indagati. Le indagini dei militari avrebbero stabilito varie irregolarità nella costruzione dell’impianto, nel trattamento dei rifiuti e nella pratiche si sicurezza seguite. Già dall’ottobre 2011 la stessa Procura aveva avviato indagini finalizzate a chiarire se in quell’impianto c’era inquinamento e se la gara d’appalto per l’affidamento in gestione fosse stata espletata con regolarità. Da alcune analisi fatte allora da un laboratorio privato, emersero valori irregolari, superiori fino a 200 volte i tetti stabiliti dalla normativa per il ferro e a 50 volte per il toluene. Questo ultimo elemento è apparso immediatamente anomalo poiché si tratta di un idrocarburo usato come solvente. Che tipo di rifiuti ha smaltito la discarica di Lauria?

Quello strano affidamento. Già prima dell’ultimazione dei lavori il Comune di Lauria affida direttamente a Biosistema srl di Lauria, pochi mesi prima delle elezioni regionali, la gestione del “Sistema integrato” oggetto della gara aggiudicata alla Emit srl. Il Comune di Lauria e la società Biosistema srl non sono nuove ad affidamenti di questo tipo, infatti la società di Lauria già dagli inizi del secondo millennio ha gestito la vecchia discarica comprensoriale di Galdo, sindaco Marcello Pittella, e Attilio Grippo assessore comunale all’ambiente diventato successivamente presidente del CdA della società mista Alesia srl.

La singolare tempistica. Risulta singolare la fretta con la quale il Comune di Lauria procede all’affidamento della gestione del “Sistema Integrato “ alla società Biosistema srl prima del completamento di tutti i lavori con le scadenze temporali riportate nella Determina, cioè : 1) l’ultimazione dei lavori del Sistema Integrato di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani e Assimilati prevista per il 15 ottobre 2009; 2) il termine per la rendicontazione delle opere fissato al 30 novembre 2009; 3) il gestore (ndr., non scelto con gara ad evidenza pubblica) è tenuto a comunicare alla Regione, alla Provincia e all’Arpab la data in cui è prevista l’entrata in servizio del “Sistema” con un preavviso di 30 giorni (d.lgs.59/2005). Risulta, altresì, anomala la tempistica relativa alla fuoriuscita volontaria di Biosistema srl dalla compagine societaria di Alesia srl, avvenuta in data 9 settembre, appena due giorni prima dell’affidamento e un giorno dopo l’estromissione dell’altro socio privato Ecoenergy srl della società mista, da parte del CdA avvenuta grazie a un cambiamento “illegittimo” dello Statuto societario approvato dalla stessa società Biosistema srl e altri Comuni. (Continua nella pagina seguente)

Le scelte del Comune di Lauria e le referenze della Biosistema srl. Vi è, inoltre, da sottolineare che il Comune di Lauria pur avendo aderito alla società mista Alesia srl sottoscrivendo una quota dell’11% del capitale sociale allo scopo di gestire un Sistema Integrato della Gestione dei Rifiuti unitamente a tutti gli altri soci improvvisamente preferiva rivolgersi nuovamente e senza gara alla società Biosistema srl richiamando requisiti non contemplati dalle vigenti norme di legge. Infatti nella determinazione il Dirigente giustifica l’affidamento prendendo atto che l’AIA ha validità di cinque anni dalla data di adozione e, pertanto, con scadenza al 27 agosto 2012, ovvero tra poche settimane e “considerando le qualità tecniche l’alta professionalità già sperimentate dal Comune di Lauria, dai comuni del comprensorio, dalla Regione Basilicata, dai NOE (Nucleo Operativo Ecologico) negli anni in cui la ditta Biosistema srl ha gestito la vecchia discarica di Carpineto” e richiamando attestazioni e certificazioni non previste per la gestione di questo tipo di impianti. Le referenze sono state clamorosamente smentite dai fatti in quanto gli stessi Carabinieri del Noe hanno messo sotto sequestro la discarica e l’intera impiantistica, compreso l’impianto di smaltimento del percolato.

Qualcosa dopo 7 anni si è mosso, ma facciamo parlare Egidio Facioni, l’uomo che ha denunciato

“Il fallimento, a mio avviso, è stato l’epilogo di un chiaro tentativo di estromettere la società privata Ecoenergy dalla gestione operativa di Alesia, concepito e pilotato da alcuni politici di spicco della nostra regione per controllare e gestire il business dei rifiuti, sia a livello locale che nazionale e internazionale permettendo loro di continuare a tenere il controllo del territorio, sia a fini elettorali che di interessi economici diretti e di quelli dei loro amici .

Politici che da decenni hanno forti relazioni con pochi e ben noti imprenditori della lobby dei rifiuti.

Nella mia denuncia-esposto del giugno 2010 ho fatto esplicito riferimento a questi fatti cercando di mettere in evidenza i collegamenti di natura prettamente politica.

Non a caso i componenti del CdA espressi dalla parte pubblica, indagati e imputati sono un ex assessore del Comune di Latronico, un ex presidente del Consiglio comunale di Bernalda , un ex assessore del Comune di Lauria, un ex sindaco del Comune di Latronico, l’attuale sindaco di Trecchina.

Rappresentanti di Comuni che hanno privato la loro società, Alesia, degli appalti e dell’impiantistica presente nei loro territori.

Permettendo, al contrario, la “distribuzione” di autorizzazioni, appalti di lavori, forniture e servizi a privati concorrenti, alcuni dei quali oggi sotto processo presso il Tribunale di Potenza, per la cosiddetta “Monnezzopoli lucana”, tra i quali:

-Biosistema s.r.l., di Lauria, facente oggi sarebbe gestore dell’impianto di Carpineto (Lauria);

-Ageco s.r.l. di Tito, oggi sarebbe assegnataria di lotti nel Comune di Latronico per la realizzazione di un impianto di riciclaggio e recupero rifiuti;

-Ecological system s.r.l., di Muro Lucano, gestore dello spazzamento, raccolta, trasporto, conferimento e smaltimento dei rifiuti a Latronico  e Lauria;

-Geo-s-s.r.l., di Colobraro, gestore del sistema rifiuti a Lauria, in ati con Ecological system s.r.l.;

-Castellano Costruzioni Generali s.r.l, Gruppo Iula, Tecnoparco nel materano, nei Comuni di Bernalda, Montalbano Jonico e altri ancora.”

Facioni, lei parla di politici di spicco

“Sì, Marcello Pittella e altri hanno partecipato a diverse riunioni di Alesia s.r.l., soprattutto nel periodo in cui rivestiva la carica di Consigliere regionale. Era il referente politico di Biosistema s.r.l. e ha orientato alcune decisioni che hanno determinato molti fatti qui raccontati. Nel maggio 2008 in un incontro, alla presenza di altri personaggi, ribadiva l’opportunità dell’uscita di Econergy s.r.l. dalla società mista proponendo come parte integrante dell’accordo il riconoscimento di una serie di offerte economiche valide una volta Alesia divenuta interamente pubblica”.

Voglio precisare, però, che Pittella non è mai stato coinvolto in questi fatti giudiziari e la mia è soltanto una considerazione di ordine politico.

Voglio ricordare che anche il sottoscritto, denunciante, è stato poi indagato per concorso in bancarotta fraudolenta con gli altri consiglieri del CdA, pur essendomi continuamente e ripetutamente dissociato da ogni decisione arbitraria così come riportato nei vari verbali.

A questo punto una domanda sorge spontanea: chi ridarà al socio privato ciò che gli è stato tolto illegittimamente, privandolo di tutto ciò che aveva faticosamente costruito negli anni?”

Già come andrà a finire? Aspettiamo l’udienza del 5 luglio prossimo.

Dobbiamo ribadire che il presidente della Regione non è mai stato indagato per i fatti qui descritti né risulta coinvolto in alcun modo nella vicenda giudiziaria.