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L’Europa descritta da Varoufakis è un orrore

6 marzo 2020 | 09:36
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L’Europa descritta da Varoufakis è un orrore

Non resta altro che denunciare Schauble, Dijsselbloem, Merkel, Lagarde, Draghi, e tutti i protagonisti di questo scempio di umanità sia al Tribunale Europeo per i diritti umani sia all’analogo organismo dell’Onu

A causa della scoraggiante pila di libri che devo leggere, e che somiglia sempre più a una catasta di legna, con colpevole ritardo ho letto il libro, edito nel 2018, ‘Adulti in una stanza’ di Yanis Varoufakis.

Confesso il mio malessere profondo che, a qualche giorno dalla lettura, ancora mi affligge e l’orrore che provo nei confronti dell’Europa descritta nel libro dall’ex ministro delle finanze greco. Ho già in precedenza scritto sulla crisi greca e criticato ferocemente l’atteggiamento tedesco e di conseguenza quello europeo e conoscevo già nella sostanza il contenuto del libro, ma la testimonianza diretta di uno dei protagonisti mi ha devastato. Procediamo però con ordine.

libri

Il contenuto del libro e le premesse della crisi greca

A causa della crisi dei sub-prime e del fallimento della Lehman Brothers le banche tedesche e francesi si ritrovarono i bilanci pieni di titoli tossici e costretti ad una stretta creditizia. Erano inoltre esposte con ingenti prestiti nei confronti di paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. La Grecia si trovò, a causa della stretta, nella circostanza di non poter rifinanziare le rate dei prestiti in scadenza e quindi a rischio default. Questo avrebbe provocato una reazione a catena che avrebbe coinvolto l’intera eurozona. Nell’assetto precedente all’entrata in vigore dell’euro, a questo tipo di situazioni, i vari governi avrebbero reagito prendendo i denari necessari alla ricapitalizzazione delle banche in crisi dalle banche centrali con prestiti senza scadenza che con il tempo e con la svalutazione monetaria si sarebbero riassorbiti. Nella costruzione europea, per volere della Germania, la BCE non aveva questa possibilità di intervento e iniziò così il calvario greco e quella che Varoufakis chiama ‘La prigione del debito’. Questa è la premessa per la crisi cosiddetta ‘dei debiti sovrani’. Così mentre la FED e Obama si lasciarono rapidamente alle spalle il fallimento della Lehman, in Europa iniziò l’indecente tarantella diretta da Wolfang Schauble e dal suo principale tirapiedi Jeroen Dijsselbloem, l’olandese presidente dell’Eurogruppo. Se non fosse per il fatto che le conseguenze di questa tarantella fu drammatica per un intero popolo, e per le prospettive dell’Europa Unita, la lettura dei comportamenti di questi Bokassa in abito blu, da cui tragicamente sono dipese le sorti dell’Europa, sarebbe persino divertente per quanto sono stati ridicoli nel tentativo di rimediare con altri errori ai propri errori.

Il meccanismo di soluzione trovato fu la creazione di un organismo appositamente costituito, Fondo Europeo di Stabilità, e l’intervento della Troika che, a fronte di un piano di risanamento predisposto dal FMI, avrebbe finanziato il debito greco.

Però i quattrini prestati nominalmente alla Grecia, per il tramite del FES, furono girati alle banche creditrici salvando, con una prima trance di prestito, le banche francesi e tedesche e poi, con la seconda trance, quelle greche. Come ci insegna tutta la dottrina del credito chi presta ha le stesse responsabilità di chi non riesce a pagare i propri debiti tant’è che il motto di banche e assicurazioni è: ‘selezionare (i clienti) per non essere selezionati (fallire)”. Ma nel caso greco non fu così. Le banche uscirono indenni, tutti i governi d’Europa parteciparono a un nuovo prestito nei confronti della Grecia e i cittadini greci finirono nei guai. In aggiunta con i quattrini ricevuti dal FES le banche greche finanziarono gli oligarchi che comprarono con quei finanziamenti i titoli delle stesse banche e così ottennero nuovo credito che divenne immediatamente inesigibile. Un vero capolavoro!

Dulcis in fundo, anche a causa di un modello econometrico errato, il piano del FMI anziché migliorare la sostenibilità del debito greco la aggravò.

L’errore del FMI

Ma qualcuno avrebbe mai ammesso l’errore del FMI? Mai e poi mani! Non certamente Paul Thomson, capo della sezione europea del FMI, non Crhistine Lagarde, almeno nelle riunioni ufficiali, e meno che mai Wolfang Schauble, Jeroen Dijsselbloem, Angela Merkel e i capi dei loro paesi satelliti dell’Europa dell’Est, come il presidente del Consiglio Europeo il polacco Donald Tusk. Purtroppo, neanche il presidente della BCE Mario Draghi che, come testimoniato dalle vicende narrate nel libro, usò la BCE per fare pressioni indebite e politiche nei confronti del governo greco per spingerlo verso una accettazione di un piano che avrebbe prodotto ulteriori disastri alla Grecia. Quello che fa orrore, e che è documentato nel libro, è la completa indifferenza di questi signori alle sofferenze immani che infliggevano consapevolmente e per biechi fini politici /personali o ideologici ai greci. Ad esempio Klaus Regling che invitò il governo greco a non pagare le pensioni per fare fronte ad una rata di rimborso al FMI. Non poteva non esserci consapevolezza delle conseguenze sociali e umane della richiesta di Regling, né in lui né nel resto della Commissione e dell’Eurogruppo. Il punto è che questo signore era ed è il capo del Fondo salva Stati (Mes), ossia di quello stesso fondo la cui novazione peggiorativa dello statuto ‘qualcuno a sinistra’ in Italia voleva fosse approvato per non fare brutte figure in Europa!!!

Crisi umanitaria e crisi di umanità

L’attenzione massima dell’Eurogruppo era di evitare che si parlasse in qualsiasi documento ufficiale di crisi umanitaria in Grecia a causa delle misure applicate del piano FMI e imposte dalla Troika. Tutto il libro dimostra che la crisi peggiore in questi che si credono padreterni intoccabili è la loro personale crisi di umanità! Fa meraviglia che l’intellighenzia germanofila di questo sgangherato, e amato, Paese che è l’Italia non riesca a stabilire un nesso tra la crisi di umanità dei sedicenti leader europei e il mutato atteggiamento della brava gente italiana nei confronti dei migranti. Sarà vera intellighenzia?

La sudditanza della Commissione, dei francesi e dei socialdemocratici al dittatore Schauble

Dai fatti narrati nel libro l’allora presidente francese Holland, il ministro delle finanze Michel Sapin, il commissario all’economia Pierre Moscovici sembrano più i rappresentanti della Repubblica di Vichy che i rappresentanti di una grande nazione europea. Che tristezza leggere la completa ‘petainizzazione’ della Francia! In privato appoggiavano le tesi del governo greco ma in tutte le riunioni pubbliche e dell’Eurogruppo venivano messi a tacere con arroganza dittatoriale da Wolfang Schauble e dal suo tirapiedi Jeroen Dijsselbloem e loro si mettevano in riga come scolaretti colti ad essere disattenti e impreparati. Il punto era il ricatto tedesco nei confronti della situazione debitoria delle banche francesi. “Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt”, come recita l’inno nazionale tedesco e che significa “Germania Germania prima di tutto nel mondo”, ed ecco quindi dimostrato che con l’euro, e per fortuna non più con i carri armati, la Germania prosegue imperterrita con la politica di potenza che nel corso degli ultimi due secoli tanti guai ha portato all’Europa e nel mondo.  Identico comportamento nei leader del partito socialdemocratico tedesco, come il vice presidente del consiglio tedesco Sigmar Gabriel, a testimonianza di una sinistra complice e culturalmente e politicamente succube dei liberali e priva di idee in tutti i paesi dell’Unione Europea.

E gli italiani?

Ho sempre stimato Mario Draghi per il suo Q.E. che ha salvato l’euro, fino alla lettura di questo libro. A salvare l’euro è stato lo sdegno mondiale nei confronti del trattamento dell’Europa verso la Grecia e l’affermazione elettorale degli euroscettici e dei sovranisti e dei cosiddetti populisti. Draghi ha armato la pistola puntata alla tempia di un governo che voleva solo la sopravvivenza del proprio popolo, non firmando trattati inutili per la finalità dichiarata ma non perseguita del risanamento greco, minacciando, prima, e facendo chiudere, poi, le banche greche. Come contropartita per aver tenuto in mano quella pistola ed aver premuto il grilletto al momento giusto gli è stato consentito di salvare l’Euro. Il conto lo hanno pagato i greci.

La pistola costantemente puntata alla tempia dei governi italiani è lo spread, manovrato con immorale scaltrezza.

Gli altri italiani? Renzi e company? Irrilevanti. Solo per curiosità Padoan si ingraziò Schauble facendo approvare il Jobs Act. Ecco quindi nel libro svelata la vera necessità del Job Act: compiacere Schauble e i tedeschi. Complimenti!!!

Il perché del comportamento di Schauble

Il disegno politico di Schauble era quello di una Europa simile alla Germania e di un Euro simile al Marco. Per fare questo occorreva un assetto di finanza pubblica rigoroso e improntato alla visione liberale dove per recuperare competitività nei confronti della Cina occorreva l’abbattimento dello stato sociale e dei salari. Ovviamente tutto ciò in Grecia e non in Germania! In sintesi il trasferimento del principio di irresponsabilità sociale delle imprese, propugnato dal teorico del liberismo Milton Friedman, dalle imprese allo Stato. Occorreva che la Grecia fosse di esempio all’Italia e, soprattutto, alla Francia. “Voglio la Troika a Parigi!”: questo disse Schauble all’autore del libro.

Che il piano del FMI fosse sbagliato e non consentisse di raggiungere l’obiettivo prefissato di rendere il debito greco sostenibile poco importava. AI creditori nulla interessava di rivedere indietro i propri quattrini, ma interessava la resa senza condizione non di un nemico ma di un governo di un popolo amico ed europeista. Come curiosità, come raccontato nel libro, il modello del FMI era sbagliato perché da un lato l’aumento delle tasse alle imprese, previsto nel piano, non comportava nessuna riduzione del numero di imprese che riuscivano a reggere sul mercato in conseguenza di questo aumento e dall’altro l’aumento dell’IVA non comportava nessuna riduzione dei consumi e degli acquisti. Nel libro Varoufakis racconta come inserendo un’IVA del 225% nel modello FMI le entrate IVA dello Stato aumentavano del 225%. Insomma vergogna! Neanche alla nostra mite casalinga di Voghera sfugge la sciocchezza di queste ipotesi. Invece al mito della nostra intellighenzia, Cottarelli che dal FMI proviene, sì!

L’Europa è un protettorato tedesco

Qualche aiuto, soprattutto morale, Varoufakis lo ha avuto da alcuni membri del governo americano e dei democratici USA. Solo morale perché, come disse Obama a Varoufakis, la Grecia ere, ed è ancora di più oggi, sotto l’area di influenza tedesca. I cinesi tentarono un aiuto maggiore in linea con i loro interessi sul porto del Pireo e nelle nuove via della seta ma furono fermati da una telefonata di Angela Merkel. I russi si tirarono indietro per cause di finanza interna o forse per non mettere altra carne al fuoco sul già incandescente contenzioso con i tedeschi.

Nessuno si illuda che l’Italia non sia nelle stesse condizioni della Grecia.

Ma chi ha deciso, chi ha mentito al popolo italiano sulla reale costruzione europea per farci trovare nella condizione di essere non europei ma facenti parte di un protettorato tedesco? Qualcuno ne ha la responsabilità, da Prodi a Berlusconi passando per tutti i governi che si sono succeduti, e deve spiegazioni agli italiani e ai figli e nipoti dei nostri partigiani morti per difenderci dai nazifascisti.

La stampa

Ovviamente la cronaca della stampa internazionale del calvario del governo Tsipras fu tutta a favore della ragionevolezza della Troika e dell’Eurogruppo contro i ‘capricci’ di Varoufakis. Quante volte abbiamo sentito dire che i greci avevano mentito sui conti pubblici e se la erano cercata? Ma, come documentato nel libro, a mentire sui conti non erano stati solo i greci ma anche gli italiani e persino la Germania. Però i nostri economisti e giornalisti pontificavano sul fatto che i greci avevano una pessima amministrazione, un elevato livello di corruzione e un elevato debito pubblico. Si erano dimenticati, provvisoriamente e improvvisamente, che l’Italia aveva gli stessi identici problemi e che conseguentemente l’Italia sarebbe stata la prossima della lista Schauble e quindi avrebbero fatto miglior figura a tacere. Quindi una stampa europea completamente dipendete dalle veline dell’Eurogruppo mentre quella greca era completamente in mano agli oligarchi che avevano la residenza finanziaria nei paradisi fiscali europei e che finanziavano i media greci con i soldi ricevuti dalle banche greche e, come spiegato in precedenza, in ultima analisi dalla Troika. La conseguenza era che tutta la stampa greca era schierata a favore della Troika.

Se penso al comportamento della stampa italiana all’epoca del governo Monti e di tutto quello che i nostri sedicenti giornalisti scrivono e dicono sull’Europa mi viene da pensare che la situazione italiana della stampa e della TV non sia molto diversa da quella greca.

L’Eurogruppo

Sconvolgente il fatto che tutte le decisioni significative dell’Europa vengano prese dall’Eurogruppo. Un organismo non previsto dai trattati, senza nessun regolamento di voto e decisionale e quindi senza nessun controllo e senza nessuna fonte istitutiva del diritto a prendere decisioni vincolanti per l’Europa e per i singoli Paesi. Persino nelle più feroci dittature si sente la necessità di un minimo di legittimazione giuridica per l’operato dei dittatori. Non in Europa! Un organismo non eletto e privo di legittimità e di regolamenti interni di funzionamento prende decisioni che impone alla Commissione e ai governi. Il parlamento europeo nulla conta! All’interno dell’Eurogruppo c’erano due padroni a dettare legge: Merkel e Schauble. Tutti gli altri in riga, anche se con livelli differenziati di dignità, compresi Draghi e Crhistine Lagarde. È un caso che quest’ultima sia il successore di Draghi alla BCE?

Ancora una volta c’è un tema di legittimazione. La legittimazione di Schauble e Merkel provenivano dall’elettorato tedesco e questi erano gli interessi che erano chiamati a difendere anche contro gli interessi di un altro popolo. Cosa diversa sarebbe stata se Schauble e Merckel traessero la loro legittimazione anche dal voto libero e democratico dei greci. Questo è un nodo strutturale che pone l’intera Europa sotto il tallone della più forte economia europea. Un tallone che ha schiacciato senza pietà i greci.

Gli errori di Varoufakis

A mio modo di vedere Varoufakis nella sua interpretazione di quanto successo commette tre errori.

Il primo è che, come tutti gli economisti, ritiene che la crisi economica e finanziaria di uno stato possa essere risolta con ricette di finanza pubblica. Mai questo è successo nella storia. Basta pensare al New Deal, al piano Marshall e all’unificazione delle due Germania, casi di successo frutto di visione e non di finanza pubblica o di modelli econometrici. Sempre a mio modo di vedere anche se fosse stato approvato il piano predisposto da Varoufakis, che prevedeva la ristrutturazione del debito greco come prima cosa, nel medio periodo si sarebbero generati gli stessi squilibri.

Il nodo dell’economia europea è che c’è una moneta unica senza un governo unico, che sopravvivono gli stati nazionali, e quindi fiscalità diverse, sistemi di welfare diversi e strutture produttive diverse. In aggiunta c’è una BCE senza i poteri di garanzia sul debito dei singoli stati e quindi costretta a una gestione fantasiosa, vedi Q.E., della garanzia e a strumentalizzazioni politiche, vedi caso Grecia. Che logica c’è nel tenere lo stato che ne ha e che ne ha avuto maggior bisogno, la Grecia, fuori dal Q.E.? Vergogna!!! Tra le altre cose i differenti fondamentali dell’economia tra i vari stati generano lo spread nel finanziamento del debito pubblico e questo spread può essere facilmente pilotato e utilizzato per ricattare governi eletti democraticamente.

Inoltre la Germania è al centro fisico dell’Europa, è al centro di uno dei più grandi sistemi logistici al mondo, è al centro del più grande nodo infrastrutturale europeo, se non mondiale, e tutte le sedi delle principali istituzioni europee sono nei suoi pressi. Questo implica la continua divergenza tra le economie europee.

Per chiarire il concetto della centralità in economia basta pensare a una linea metropolitana dove le tratte tra stazioni centrali sono sempre più affollate di quelle ai capolinea e periferiche. Solo per chiarire, grazie alle politiche europee, la Grecia è passata da un rapporto debito PIL del 109% pre – crisi all’attuale 180% ma anche la Francia è passata dal 65% al 100% e l’Italia dal 102% al 140%.  Nel mentre la Germania, procedendo nelle condizioni attuali, si avvia ad avere un rapporto debito / PIL sotto al 50%.  O si da una spiegazione antropologica a questi andamenti o la risposta va ricercata nell’assetto strutturale dell’economia europea.

Come spiega egregiamente Joschka Fischer nel suo libro ‘Se l’Europa fallisce?’ la continua divergenza tra le economie all’interno di una unica entità politica, come dovrebbe essere in teoria l’Europa, dovrebbe essere compensata da continui trasferimenti di ricchezza onde evitare l’ampliarsi di queste divergenza che alla lunga demolisce l’unità della entità politica. Noi italiani dovremmo saperne qualcosa viste le spinte autonomiste e separatiste presenti in Italia. Ma per fare questo ci vorrebbe un governo unico e liberamente eletto. Ma voi riuscite ad immaginare i tedeschi trasferire ricchezza e risorse alla Grecia o all’Italia? Tornando all’esempio della metropolitana che ne direste se un sindaco ordinasse di chiudere le stazioni periferiche e lasciasse aperte solo quelle del centro perché più produttive? Direste che è scemo e che questo significa chiudere la metropolitana poiché non avrebbe più nessuna funzione utile. Ma se questo semplice ragionamento è difficile spiegarlo a Zaia e ai veneti figuriamoci a Schauble e ai tedeschi.

Certo questa divergenza potrebbe essere mitigata in altro modo. Per esempio cercare di costruire (Italia, Spagna, Grecia e Francia) una nuova centralità di sviluppo al centro del Mediterraneo che faccia da secondo polo logistico europeo in competizione/cooperazione con il sistema portuale di Amburgo, Rotterdam e Anversa del nord Europa e stabilendo rapporti commerciali stretti con la Cina e investendo sullo sviluppo di tutte le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Da orticaria pura per i tedeschi! E poi se tutto quello che la politica italiana è in grado di produrre è l’asfittico piano per il Sud di Provenzano? Se tra i governi di Francia, Spagna, Italia e Grecia c’è la gara a chi bacia per primo l’anello della Merkel? Se Macron, di cui Varoufakis parla molto bene, invece di mettersi a capo dei paesi del Sud Europa ha deciso di recitare il ruolo del primo della classe o se preferite di presidente della seconda repubblica francese … di Vichy? Se appena un nostro governate fa un viaggio di troppo in Cina non c’è neanche bisogno che intervenga la Merkel perché si alza forte il coro della stampa e della intellighenzia germanofila per gridare al tradimento dell’Italia nei confronti dell’Europa insieme al codazzo di imbecilli sedicenti imprenditori che non vedono l’opportunità ma la minaccia?

Un altro modo per diminuire la divergenza è la collocazione delle Agenzie europee. Se si fossero avute realmente a cuore le sorti della Grecia e la sua capacità di ripagare il debito perché l’agenzia per il farmaco, a titolo di esempio, è stata collocata in Olanda e non ad Atene o, perché no? a Matera? Per la cronaca l’agenzia per il farmaco per il paese che la ospita vale da sola un miliardo di euro di PIL anno. Ecco io al posto di Varoufakis invece di chiedere la ristrutturazione del debito avrei firmato immediatamente il piano ma dicendo che la Grecia voleva ripagare il debito e quindi di essere messa in condizioni di farlo. Come? Costruendo in Grecia le BMW, per esempio. Oppure chiedendo il trasferimento della Agenzia Spaziale in Grecia, oppure chiedendo alla Merkel di non interferire con i rapporti tra Grecia e Cina in modo da attrarre i loro investimenti o, infine, visto che la Troika ci teneva tanto a stazionare ad Atene e dare ordini ai ministri, liberamente eletti, che almeno la sede europea del FMI fosse trasferita ad Atene. Sicuramente il risultato sarebbe stato lo stesso, perché l’unico scopo di Schauble era di dare un esempio a Italia, Spagna e, soprattutto, Francia punendo i greci ma dal punto di vista mediatico una cosa era chiedere la riduzione del debito un’altra dire: vogliamo lavorare a costruire la vostra macchine giorno e notte pur di pagarvi.

Il secondo errore è nella comprensione che ha nei confronti dei tedeschi e delle scelte dei carnefici europei testimoniata dalla umana simpatia che dichiara nei confronti di Schauble. Sembra, meno di Tsipras, preda in parte della sindrome di Stoccolma e non riesce ad individuare con chiarezza che il problema principale per la costruzione europea è la Germania e la sua politica di potenza.

Mitterand, Thatcher e Andreotti erano preoccupati che l’unificazione delle due Germania avrebbe portato alla germanizzazione dell’Europa. Kohl riuscì a convincere tutti che finalmente i tedeschi si sarebbero occidentalizzati e non sarebbero più stati un popolo nordico tribale e quindi pericoloso. Purtroppo i fatti hanno dato ragione alle preoccupazioni di Mitterand, Thatcher e Andreotti. Se non si riconosce che il problema vero dell’Europa è nella Germania non si porranno i rimedi giusti.

Il terzo errore è che ritiene che la pubblicazione dei fatti e la prossima pubblicazione, prevista per il 14 marzo prossimo, delle registrazioni delle sedute dell’Eurogruppo scandalizzi i popoli europei e che in un rinnovato sentimento democratico questo civilizzi i processi decisionali europei e le istituzioni europee e i suoi meschini riti.

Niente di più sbagliato! Anzi il vedere l’impunità di chi ha generato la crisi europea e della Grecia può portare da un lato alla rassegnazione a diventare colonia tedesca e dall’altro a disamorarsi del progetto europea portando alla disgregazione dell’Europa stessa.

Basta poco a dimenticarsi della pregevole testimonianza di questo libro e delle registrazioni.

Due proposte a Varoufakis

La prima. Con l’aiuto di personalità del calibro di Joschka Fischer e di altri intellettuali e sinceri democratici, da raccogliere in tutta Europa, predisporre una bozza di costituzione europea e di revisione complessiva dei processi elettorali, degli statuti e della governance europea che deve necessariamente essere eletta da tutti gli europei. Nel citato libro di Fiscker ci sono proposte interessanti. Su questa nuova ipotesi di Europa e di cessione contemporanea di sovranità raccogliere le firme di tutti i cittadini europei.

Pietro De Sarlo

La seconda è che i colpevoli non possono rimanere impuniti. Per gli stessi motivi per cui nella sua trattativa usava la deterrenza della grexit così occorre, per scoraggiare la prosecuzione dei comportamenti descritti nel libro, che i colpevoli degli orrori da lui descritti siano puniti.

I drammi umani e i suicidi e le morti dei cittadini greci a causa della Troika e dell’Eurogruppo sono dimostrati e documentabili.

È altrettanto documentata la consapevolezza della Troika e dell’Eurogruppo che le proprie decisioni questi drammi li avrebbero provocati.

I cattolici praticanti che leggono ‘Adulti in una stanza’ potranno sperare che questi sciagurati finiscano all’inferno ma per rendere migliore la Terra è necessario che questi comportamenti trovino una adeguata punizione terrena.

Non resta altro che denunciare Schauble, Dijsselbloem, Merkel, Lagarde, Draghi, e tutti i protagonisti di questo scempio di umanità sia al Tribunale Europeo per i diritti umani sia all’analogo organismo dell’ONU. Preparare gli atti di accusa e chiedere le firme sulla denuncia del maggior numero possibile di cittadini europei.

Varoufakis deve riflettere sul fatto che forse ha giocato per qualche tempo, necessariamente, dentro al sistema e che tornare a giocare fuori implica dimenticare che si è stati per ore a un tavolo con dei nemici dell’umanità. Essere rimasti a parlare allo stesso tavolo con dei mostri rischia di far sembrare anche i mostri persone normali e si finisce per dimenticare o sottovalutare l’ampiezza dei misfatti commessi da questi che invece sono degli irresponsabili nei confronti dell’umanità.

È il tempo di agire, altrimenti tutte le sofferenze dei greci e quelle perdonali di Varoufakis a nulla saranno servite e tutto sarà perduto.