Eolico selvaggio. Qualcuno alza il tiro per chiudere la bocca a chi denuncia?
L’ordigno esploso sotto l’auto del medico Nicola Straziuso potrebbe essere collegato alla sua battaglia contro i signori del vento
L’attentato subito dal medico Nicola Straziuso, impegnato nella battaglia contro lo scempio eolico nell’area archeologica tra Tolve e San Chirico Nuovo, potrebbe essere legato alle sue denunce e segnalazioni alle autorità giudiziarie e alle istituzioni locali.
Cerchiamo di ricostruire la vicenda relativa all’area archeologica in cui è stato realizzato un impianto di pale e di cui ci siamo ampiamente occupati nelle nostre inchieste.
Il 10 aprile dello scorso anno il Comune di San Chirico Nuovo chiede la revisione dell’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione alla Serra Energia srl per la costruzione del parco eolico Serra-Fontana del Barone.
Il Comune di San Chirico Nuovo con nota trasmessa al presidente della Giunta regionale, all’assessore all’ambiente, al dipartimento ambiente, alla Soprintendenza archeologica e al comandante della Caserma dei carabinieri della locale stazione, chiede “l’emanazione di provvedimenti finalizzati a tutelare lo stato dei luoghi per la salvaguardia sia delle acque superficiali, non indicate nella relazione di progetto, sia l’aspetto archeologico del sito per l’importanza storica che rivestono i ritrovamenti nella piazzola per il posizionamento della pala eolica indicata con la sigla SC6, sia perché detta piazzola rientra nella fascia di rispetto dei siti archeologici prevista dal PIEAR: aree e siti non idonei.”
In particolare, nella stessa nota, il Comune chiede alla Soprintendenza archeologica della Basilicata “l’emanazione del vincolo archeologico per tale area di tutela del sito”.
Al presidente e alla Giunta regionale, chiede “la revisione dell’autorizzazione unica rilasciata con Dgr n. 558 del 24 maggio 2013”.
Il Comune, quindi ha ritirato il parere favorevole espresso in sede di conferenza di servizi per le inesattezze riportate nella relazione del progetto del parco eolico, per la tutela delle acque superficiali, per il rispetto della distanza dal sito archeologico e per la sicurezza stradale.”.
Noi stessi, andati sul luogo per documentare le anomalie, avevamo rinvenuto reperti archeologici poi consegnati alla Soprintendenza.
Nei giorni successivi la Soprintendenza Archeologica ci chiama e con una lettera ci fa sapere che: “ (…) ai fini della salvaguardia del territorio si invita a prestare particolare attenzione, riguardo alla pericolosità insita nel divulgare sul web la presenza di contesti e materiali di interesse archeologico in un cantiere in corso di scavo”. L’addetta alla sorveglianza archeologica del cantiere dichiarava: “Inoltre le aree interessate dalle lavorazioni sono oggetto di sorveglianza archeologica continuativa tutt’ora in corso”. Tutto a posto. Un corno.
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L’architetto Giuseppe Lo Tito è un “rompiscatole”
E’ il 25 luglio 2018. L’architetto Giuseppe Lo Tito dell’Ufficio Tecnico del Comune di San Chirico Nuovo, viene ascoltato in terza Commissione consiliare (Attività produttive – Territorio e Ambiente), in merito alla realizzazione del parco eolico.
Lo Tito sottolinea che “la vicenda nasce tra il 2011 e il 2012 con la proposta della Serra Energia Srl di costruire un parco eolico sul territorio di San Chirico Nuovo. Segue l’autorizzazione unica regionale nel 2013. I lavori sono partiti nel 2017. Dopo l’inizio degli stessi – riferisce Lo Tito – vi è la segnalazione di un gruppo di cittadini in merito al fatto che una delle pale eoliche va a insistere sulla storica Fontana del Barone e non a una distanza considerevole, bensì a pochi metri. Tutto questo – fanno rilevare anche i cittadini – è in netta contraddizione con quanto affermato nell’autorizzazione e con la reale situazione dello stato dei luoghi non adeguati, evidentemente, all’installazione di un parco eolico. Da segnalare, inoltre, la presenza, nello stesso territorio, di altri ritrovamenti di grande importanza, come il ’tesoretto del Comune’, ossia il rinvenimento di monete d’argento, vasi e altri reperti archeologici di inestimabile valore. A questo si aggiunge il ritrovamento dei resti di una capanna preistorica poi ricostruita in altro sito per consentire la realizzazione del parco eolico. “Il tutto – rimarca Lo Tito – è stato sottoposto, nel corso degli anni, all’attenzione del Presidente della Giunta, nonché del Dipartimento Ambiente e Ufficio Energia”. L’architetto, inoltre, sottolinea che “la vicenda è stata segnalata anche alle Forze dell’ordine e, soprattutto, alla Soprintendenza ai beni archeologici di Basilicata, unico organismo che ha fornito una risposta, sia pure non esaustiva e non dirimente della questione”.
L’architetto Giuseppe Lo Tito responsabile Area Tecnica del Comune di San Chirico Nuovo, avrebbe subito in questi anni pressioni e intimidazioni per causa della sua correttezza professionale e morale nello svolgimento del suo lavoro. Vittima di procedimenti sanzionatori avviati quasi tutti dopo che ha segnalato, a chi di competenza, irregolarità di bilancio e anomalie nelle procedure di autorizzazione del parco eolico nel territorio del comune di Tolve e di San Chirico Nuovo. L’architetto avrebbe subito umiliazioni, compresa l’autorizzazione a muoversi fuori dal Municipio soltanto se accompagnato da uno dei suoi sottoposti della Polizia locale.
Qualcosa non quadra
E’ il primo giugno 2018. Un cittadino, ossia Nicola Straziuso vittima dell’attentato, proprietario dei terreni interessati alla costruzione del Parco eolico, chiede formalmente al Comune “l’immediato accertamento dello stato dei luoghi con verbalizzazione delle operazioni compiute ai fini dell’individuazione dello stato reale delle opere di cantiere tramite rilievi fotografici e planimetrici, avvalendosi dell’ausilio della polizia giudiziaria.”
La domanda del cittadino è formulata sulla base dei contenuti della richiesta di revoca dell’autorizzazione dello stesso Comune di San Chirico, datata 11 aprile 2018. In quella richiesta sono evidenziate illogicità manifeste e false rappresentazioni dei dati ambientali in relazione al cantiere e alle autorizzazioni del Parco.
Ma l’urgenza del sopralluogo è stata determinata dal fatto che quel giorno gli addetti al cantiere stavano trivellando l’antica sorgente Fontana del Barone, sconvolgendo irreversibilmente lo stato dei luoghi.
Per tali ragioni il cittadino chiede, nella stessa lettera, l’emanazione di un’ordinanza di sospensione immediata dei lavori che di regola è di competenza dell’autorità comunale. Quell’ordinanza, ai sensi degli articoli 27 e 29 del testo unico edilizia, Dpr 380/2001 e successive modifiche, costituisce un obbligo e non una facoltà, soprattutto in seguito al ritiro del parere favorevole all’autorizzazione.
Il sopralluogo è effettuato il giorno stesso della richiesta da parte di Straziuso, ma del verbale nessuna traccia. Il dott. Straziuso ha richiesto copia della verbalizzazione, ma, all’epoca, gli sarebbe stata negata.
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Le nostre inchieste
In più occasioni abbiamo denunciato la devastazione dell’area archeologica tra Tolve e San Chirico Nuovo. Tuttavia, lor signori sono andati avanti nell’indifferenza delle istituzioni e l’impianto è ormai completato, mentre il sito archeologico è completamente scomparso.
L’impianto è parte di un parco autorizzato con delibera n. 558 del 24 marzo 2013 tra i Comuni di San Chirico Nuovo e Tolve per una potenza complessiva pari a 19,80 MW
Il sito è a ridosso di un’antica millenaria sorgente di acqua. Antica Fonte poi denominata nel X secolo d.C. Fontana del Barone. La posizione strategica dominante di quel luogo favorì l’insediamento umano sin dai secoli XII e X a. C. Una zona protostorica che adesso è devastata da ferraglia e cemento armato. Per alcuni quest’area archeologica era un intralcio al progresso.
Per conoscere tutti i dettagli basta andare nell’archivio del nostro giornale.
Non contenti del disastro si va al raddoppio
Il Piano Energetico Ambientale Regionale (PIEAR), approvato nel 2010, fissava obiettivi al 2020 in termini di potenza installabile ed energia prodotta in relazione alle diverse tipologie di fonte energetica rinnovabile. Dai dati attuali si desume che, se si esclude il settore delle biomasse, per tutte le altre fonti energetiche, gli obiettivi sono stati già raggiunti e superati. Eppure, il Consiglio regionale nell’ultima seduta ha stabilito il raddoppio della potenza nominale di eolico di grandi dimensioni installabile, rispetto ai limiti massimi fissati dal PIEAR al 2020. “Insomma – scrive terredifrontiera.info – per il territorio di una regione già interessata dalle trivellazioni petrolifere, si prospetta un’ulteriore “energizzazione” delle aree montane con cavidotti, sottostazioni, elettrodotti e strade, con la previsione di nuovi progetti eolici per i quali sono interessate società multinazionali, con il supporto della massima istituzione regionale e da diverse società locali, interessate a realizzare le fasi di progettazione-autorizzazione- esecuzione dei lavori.”
Perché, con quale logica e per quali interessi si raddoppia? In verità esistono molti dubbi di costituzionalità su questa legge. Staremo a vedere.
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L’aggressione e la richiesta di archiviazione
L’autorizzazione a costruire quell’impianto è in capo alla Serra Energia srl ma l’impresa esecutrice è la PLC System, la stessa impresa esecutrice dell’impianto di Tolve dove il 15 marzo scorso siamo stati aggrediti. insieme ai nostri accompagnatori, dai figli dei titolari dell’impresa. Sulla vicenda, stranamente, il pm ha chiesto l’archiviazione.
La zona franca dei signori del selvaggio
Intorno all’impianto di San Chirico i soliti studi di progettazione e i soliti progettisti, le solite società di progetto: Plc, C&C Tolve, Parco Eolico Forleto Nuovo 2. Uno dei soliti progettisti e titolari di società di progetto, l’ing. Nicola Morrone ha fretta di concludere l’accordo di investimento con Ace. E’ una prateria di affari per lo Studio Margiotta e Associati, per le imprese in sub appalto, per le società finanziarie, per le banche, per i Nicola Morrone sparsi ovunque.
Tutte le vicende di cui ci siamo occupati nell’area tra Tolve, San Chirico Nuovo, Cancellara, Oppido Lucano, implicano il coinvolgimento diretto e indiretto dei sindaci i quali non sembra abbiamo mantenuto un atteggiamento di attenzione su quanto è accaduto e sta accadendo nei loro territori. Il sindaco di Tolve e senatore della Lega Pasquale Pepe, deve ancora rispondere alle nostre domande del 5 settembre 2018
Il sindaco di San Chirico Nuovo, Vincenzo Baldassarre, amico di Pepe, neo eletto in consiglio regionale con il centrodestra non sembra si sia agitato per quanto accaduto e accade nel suo territorio. Il sindaco-carabiniere di Cancellara, Franco Genzano, amico di Pepe, eletto in una lista di destra, anche lui non sembra aver aperto gli occhi più di tanto.
Altri sindaci, come a Balvano, hanno consentito la devastazione del territorio e addirittura agevolato imprese i cui titolari sedevano in Giunta.
Ma a non aprire gli occhi è anche la magistratura che al momento non sembra abbia dato alcun segnale nonostante le denunce dei cittadini e le nostre inchieste giornalistiche. Denunce che con insistenza hanno prodotto i vari comitati contro l’eolico selvaggio sparsi in molte zone del potentino.