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Val Basento: Una Zona Franca petrolifera?

23 settembre 2017 | 10:47
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Val Basento: Una Zona Franca petrolifera?

Viaggio inchiesta in quella che ormai è diventata la Valle della desolazione. Una vera e propria Zona Franca Petrolifera. La Val Basento

A ciascuno la sua quota di occultamento

Nel 2016 Tecnoparco finisce nell’inchiesta dell’Antimafia per traffico illecito di rifiuti petroliferi, (sfociata poi in un processo) e assieme a una rete di società che vede un soggetto imprenditoriale conosciuto a Pisticci dagli anni del lavoro di Pace per falsificazioni di codici e reati su rifiuti tossici, e che l’antimafia nella recente inchiesta definisce di “forma mentis criminale”.

Il Centro Olio intanto continua la sua vita inesistente sugli inquinanti rilasciati, aria compresa, nonostante come riferito dal responsabile dell’E-PRTR per l’Italia le quantità possono essere stimate dividendo quelle del COVA per 230.

Un quantitativo di CO2 (Biossido di Carbonio), NOx (Insieme di ossidi di azoto e loro miscele) e SOx (Ossido di zolfo) che nessun ente s’è mai preoccupato di sommare alle emissioni di Tecnoparco ad appena qualche chilometro. Eppure nel solo 2010 Tecnoparco mandava in aria 121 tonnellate di NOx contro 46 del COVA.

Certo in un sommario confronto dei dati 2001/2010 rispetto a queste sostanze il COVA ha emesso 1.447.000t di CO2, 652 di NOx e 4.225 di SOx, Tecnoparco rispettivamente 1.193.382, 1.514,1, e 3.263. A queste cifre vanno aggiunte le 11.304,3t di CO2, 22.613 di SOx e 5,487 di NOx del Centro Olio di Pisticci.

È stata mai fatta una valutazione di impatto sanitario come per i comuni intorno al Centro Olio di Viggiano? Non interessa.

Come non interessa che a Pisticci c’è ilpozzo a olio Pisticci 009 di cui abbiamo raccontato. Il piano di caratterizzazione, come altri piani di caratterizzazione e bonifiche (divisi con il Gruppo Castellano di cui abbiamo scritto, ndr) è in mano alla Ecosud srl del Gruppo Iula, stesso Gruppo che ha la Ecobas e con cui un noto amministratore di Tecnoparco ha aperto senza successo una società per occuparsi di rifiuti speciali. È il business.

Gli stessi soggetti che prendono da Eni appalti su trasporto, smaltimento, caratterizzazioni, bonifiche, oggi presenti nell’organigramma delle società elaborato dall’antimafia nell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti petroliferi del 2016.

Nella caratterizzazione del 2009 scrivono che Pisticci 009 aveva cessato l’attività nel ’68 e piuttosto d’esser chiuso era stato “utilizzato in passato come reiniettore delle acque di produzione”. Perché è scritto “in passato” se l’Ufficio minerario nazionale (Unmig) nel 2015 scriveva allo “stato” del pozzo “reiniezione fluidi”? Quante e quali acque sono state reiniettate? Cosa ha provocato ciò?

Sono varie le fuoriuscite di liquidi oleosi, rossi, argentati tra Pisticci, Ferrandina, Salandra e San Mauro, dove impattano tali titoli minerari, che hanno mostrato superamenti di concentrazione soglia di contaminazione per diverse sostanze che si intrecciano all’industria petrolifera.

Ma in questi comuni nessuno chiede lumi anche se già vent’anni fa il sostituto procuratore Franca Macchia riferì che Agip era stata impropriamente autorizzata dalla Regione Basilicata a reiniettare, in pozzi esauriti, acque di strato con un sistema di smaltimento che non aveva mai subito un controllo (era il Gruppo Iula a gestirli a Pisticci, ndr), e conpozzi al cui interno furono trovati materiali assolutamente diversi dalle acque di strato.

Pochi mesi fa dal lato opposto alla discarica Ecobas sarebbe sbucato un tubo che attraversa un versante torrentizio che finisce nel Cavone (e più a monte intercetta le acque di pioggia che giungono dal Centro Olio, ndr), e si dirige verso il pozzo Pisticci 002. Che funzione ha avuto o ha tale tubo? Almeno qualche domanda è lecita?

L’Unmig alla pagina relativa all’elenco dei pozzi con profilo presente in archivio riporta i pozzi di Pisticci, compreso Pisticci 009, ma nessun profilo disponibile, e dunque non possiamo farci alcuna idea degli strati d’acqua incontrati e d’una loro eventuale estensione e interazione come per San Mauro, Salandra, Ferrandina dove i profili parlano di diversi strati di acqua a varie profondità. Unmig spiega che essendo il titolo vigente la documentazione è riservata. Così è.

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