Ospedale san Carlo, quando il medico confessava: abbiamo ucciso una persona
Esattamente tre anni fa, il 29 agosto del 2014, pubblicammo una nostra inchiesta su un grave caso di malasanità all’ospedale San Carlo di Potenza. L’inchiesta era firmata da Giusi Cavallo e Michele Finizio. Oggi è il caso di ricordare che…
A iniziare l’intervento è proprio Galatti, che non doveva essere in sala operatoria, il quale commette un grave errore: rompe la vena cava superiore della paziente. Viene immediatamente chiamato il primario Marraudino. Che fa Marraudino? Invece di riparare la vena, la chiude con un clamp (morsetto chirurgico) per bloccare l’emorragia. Si sa che il clampaggio totale se protratto oltre alcuni minuti causa la morte cerebrale del paziente. Quel clampaggio dura oltre un’ora e mezza. Assurdo. Un cardiochirurgo dovrebbe saperlo. E’ come se un avvocato non sapesse cosa sia la Carta Costituzionale. Infatti, come probabilmente sa Cavone, nessun manuale di cardiochirurgia e nessun protocollo possono mai autorizzare il chirurgo al camplaggio della vena cava. Il primario intanto procede all’inutile intervento di sostituzione della valvola aortica e tenta di riparare alla meglio la vena cava. Ma ormai è troppo tardi, la paziente è morta. Le fonti ci dicono che Marraudino ha operato sulla donna cerebralmente morta come se fosse viva. Perché?
Il trasferimento in terapia intensiva. Si legge nel registro operatorio: “La paziente viene condotta in terapia intensiva post-operatoria, all’arrivo condizioni emodinamiche instabili P.A. 50/20, dopo circa 15 minuti dall’arrivo, arresto cardiocircolatorio irreversibile. Ore 17.00 Exitus.” Perché una donna già morta viene trasferita in terapia intensiva post-operatoria? Qualcuno vuole nascondere “l’omicidio doloso” consumato qualche ora prima? Infatti il dottor Cavone, nell’audio, si dispera, si sente complice di un omicidio, ma poi…Poi con una freddezza disarmante confessa che per questa sua omertà “tiene per le palle il primario”. Povero servizio sanitario! Complicità, coperture, ricatti.
Chi ha saputo del fatto?