La presenza di umidità in casa è un problema piuttosto comune, che a lungo andare può provocare danni di differente entità non soltanto a livello superficiale, bensì anche alla struttura dell’edificio.
Ciò accade, in particolar modo, nei palazzi storici e, più in generale, nelle abitazioni costruite tra i primi decenni e la metà del secolo scorso, se non in un periodo addirittura precedente, e tutt’oggi non sottoposte ad adeguati interventi di ristrutturazione.
In questi casi, comunque, è importante cercare di arginare il fenomeno per tempo, poiché le conseguenze dell’umidità possono essere molto spiacevoli. Rigonfiamenti, macchie e scrostature dell’intonaco rappresentano solamente la punta dell’iceberg, poiché i danni più consistenti riguardano, invece, la parte interna delle pareti, ovvero gli elementi in muratura, e spesso rimangono invisibili ad occhio nudo, fino a che non si giunge al crollo definitivo.
Per capire come porre rimedio all’intonaco che si gonfia e si staccasi consiglia di rivolgersi ad aziende leader nel settore come Murprotec, ditta specializzata nei trattamenti per risolvere in modo definitivo le problematiche legate all’umidità.
Nella maggioranza dei casi, il rigonfiamento ed il distacco dell’intonaco dipendono da una condizione chiamata “umidità di risalita”. Si tratta di un fenomeno che si verifica in mancanza di un efficace sistema di isolamento dall’umidità presente nel terreno.
Non a caso, il problema si manifesta soprattutto negli ambienti interrati o seminterrati vicini alle fondamenta, come la cantina e il piano terra, e nelle parti basse delle pareti, a diretto contatto con il pavimento.
Se le strutture murarie non risultano ben isolate, infatti, l’umidità tende a risalire e ad infiltrarsi al loro interno, sfruttando la porosità dei materiali edili: questo fenomeno prende il nome di “capillarità” e, se non fermato tempestivamente, rischia di provocare danni permanenti.
Ad oggi esistono vari tipi di approcci che è possibile adottare quando l’intonaco si stacca, tuttavia non tutti sono in grado di risolvere il problema in modo definitivo.
Se l’umidità è lieve e circoscritta ad alcune aree delle pareti, è possibile intervenire con la rimozione dell’intonaco gonfio e scrostato e con la successiva applicazione di uno strato di pittura antimuffa (detta anche intonaco deumidificante). Quest’ultima ha la funzione di prevenire le macchie scure, lasciando che l’umidità fuoriesca, invece di accumularsi all’interno. Si tratta, però, di una soluzione temporanea, poiché non elimina la causa scatenante del fenomeno, ovvero la risalita dell’umidità proveniente dalle stesse fondamenta.
Un altro metodo d’intervento prevede, in prima battuta, l’esecuzione di piccoli fori sulla parete e, successivamente, l’inserimento – tramite iniezione – di resine impermeabilizzanti, in grado di reagire a contatto con l’acqua e di fermare la diffusione dell’umidità.
In tal modo, è possibile impedire l’accumulo interno e, dunque, la formazione di aloni, macchie e rigonfiamenti, anche sul medio-lungo termine. Infine, se la struttura muraria appare danneggiata ed il rischio di sgretolamento è, quindi, tangibile, l’unica via percorribile è il ricambio degli stessi materiali, che saranno sostituiti con plastica o metallo.
La decisione, in ogni caso, spetta ad un professionista del settore, perché perfettamente in grado di accorgersi delle effettive condizioni di degrado della casa.
Oltre agli interventi appena descritti, esistono alcuni accorgimenti che permettono di prevenire, o per lo meno rallentare, il proliferare di muffe e funghi e, con esso, il formarsi di antiestetiche macchie sulle pareti. In primo luogo, una corretta areazione è fondamentale affinché l’umidità non ristagni all’interno degli ambienti: si consiglia, quindi, di aprire regolarmente le finestre, per consentire il ricambio dell’aria.
L’ideale è effettuare tale operazione in orario diurno, approfittando della luce solare e di temperature più elevate, specialmente durante le belle giornate.
Anche in inverno naturalmente è importante areare regolarmente gli ambienti oppure, nei casi estremi in cui le condizioni climatiche non lo consentono, ricordarsi di far ventilare una-due volte al giorno per pochi minuti.