La cannabis anno dopo anno sta convincendo molti paesi del mondo a percorrere la strada della legalizzazione. Anche l’Italia sembra orientata verso questa innovazione giuridica, nonostante a tutt’oggi, tante sono le controversie specie di carattere politico.
Ci sono infatti schieramenti trasversali (partiti di destra e di sinistra) che la pensano in modi diversi. Recentemente tuttavia qualcosa sembra muoversi specie in un periodo in cui l’economia non è florida.
La cannabis legale potrebbe in tal senso generare introiti statali a dir poco impressionanti, visto che le industrie ad oggi autorizzate a coltivazione e produzione (per soli usi medicinali) vanno a gonfie vele.
Ottenere risultati simili a Canada e USA nonché di altri paesi dell’Unione Europea che hanno autorizzato su larga scala la cannabis, traendone notevoli benefici sul piano economico, potrebbe quindi essere la chiave per una svolta storica anche in Italia.
Nell’anno 2018, il Canada ha legalizzato la cannabis e, da allora, diversi stati americani hanno avviato una riforma legale. Secondo il sito di cannabis cannaconnection.it, l’industria statunitense della cannabis genererà 85 miliardi di euro all’anno entro il 2030.
Lo stesso discorso vale per il Canada; infatti, a ottobre del 2018 è entrato in vigore il Cannabis Act . Si tratta nello specifico di una legge che di fatto legalizza la cannabis anche se con alcune restrizioni ossia è proibita la vendita da parte di un singolo, così come il possesso.
Lo scopo del Cannabis Act è tra l’altro quello di impedire ai giovani di accedere alla cannabis tramite il mercato illegale, nonché tutelare la salute e la sicurezza pubblica. Viceversa le industrie che producono medicinali e altri prodotti a base di CBD, possono continuare a farlo senza alcuna restrizione e ciò si sta rivelando benefico per l’intera economia del paese.
La coltivazione industriale di cannabis è legalmente consentita in Spagna purché non superi i limiti per il contenuto di THC dello 0,2% stabiliti dal parlamento dell’Unione Europea nel dicembre dell’anno 2013.
La stessa autorità ha inoltre stabilito nuove regole sulla politica agricola comune in cui sono elencate anche le modalità di richiesta e concessione di aiuti per la produzione della fibra di cannabis.
In particolare a trarne benefici è stata la Spagna che grazie a ciò, si trova in una situazione più avanzata rispetto agli altri paesi membri dell’UE. Infatti si stabilito che in Spagna le regole per la concessione di sussidi per le colture destinate alla produzione di cannabis nonché al raccolto, siano legali, e i semi certificati dall’UE stessa.
Nel campo dei cosmetici, le industrie iberiche hanno tra l’altro ottenuto la possibilità di registrarsi sul portale di notifica dei prodotti cosmetici (CPNP) dell’Unione europea. Si tratta dunque di un significativo passo in avanti di un paese europeo e che potrebbe fare da apripista per tanti altri, Italia compresa.
Dando uno sguardo al resto d’Europa, ci si rende conto di come la questione legata alla cannabis e alla sua legalizzazione sia un tema sempre in voga. Infatti ad esempio proprio come tutte le sostanze vietate, anche le persone residenti nel Regno Unito hanno trovato il modo di coltivare e godersi la pianta di marijuana.
Ciò potrebbe non essere facile né tantomeno legale, ma è comunque incredibilmente possibile. In effetti, da quando la cannabis medicinale è stata legalizzata nell’anno 2018, le persone hanno persino trovato modi legali per farlo.
A seguito di ciò, i responsabili politici pare che se ne siano resi conto e non applicano leggi specifiche, cosa questa che sembra spianare la strada verso una totale legalizzazione della coltivazione e distribuzione della cannabis nel Regno Unito.