Dipendenza da cannabinoidi: sintomi ed effetti
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Dipendenza da cannabinoidi: sintomi ed effetti

11 novembre 2022 | 07:14



La Cannabis sativa è stata usata per la produzione di tele e tessuti fino a al XX secolo, quando, per evitare che fosse usata come droga, in Europa vennero emanate leggi che ne limitarono la coltivazione e quindi di fatto anche l’uso come fibra tessile.

Il suo uso in ambito medico è stato a lungo discusso ed è tutt’ora fonte di dibattito nella comunità scientifica. Sono stati fatti numerosi studi in merito, ma non si hanno conclusioni definitive in quanto tali studi non sono confrontabili: ognuno di essi usa un campione di riferimento con diverse caratteristiche, il metodo di somministrazione varia da uno all’altro e la Cannabis contiene più di 750 componenti che variano per presenza e concentrazione a seconda del tipo di pianta, del luogo di coltivazione e di come viene preparata la somministrazione.

Composizione e uso

Un sondaggio del 2015 stima che la cannabis sia la sostanza stupefacente più usata al mondo, con più di 183 milioni di utilizzatori adulti.

Viene generalmente fumatavaporizzata o ingerita. Nel caso di inalazione gli

effetti della cannabis tardano 15 minuti a presentarsi e diminuiscono nel giro di due ore. In rari casi durano fino a 24 ore.

Nel caso di consumo per ingestione, gli effetti durano più a lungo ma arrivano dopo 30-90 minuti: spesso questo ritardo porta il soggetto ad assumerne ancora con il dubbio che la dose ingerita non sia sufficiente. L’esito di questo comportamento generalmente è un’intossicazione.

Il numero di componenti note presenti nella Cannabis ammonta a 750, ma secondo gli esperti ce ne sarebbero altre ancora da scoprire.

Di queste, 65 simulano sostanze presenti naturalmente nel corpo umano e che regolano funzioni quali appetito, memoria, concentrazione e dolore.

Inoltre, contiene sostanze psicotrope in grado di influenzare il comportamento, l’umore e le percezioni. Il più famoso, e quello che produce i sintomi principali (euforia, rilassamento e sedazione), è il THC.

Effetti a breve e lungo termine

Gli effetti a breve termine comprendono la riduzione dei riflessi (la capacita di guidare può essere compromessa per le 24 ore successive all’assunzione), alterazione della percezione audio-visiva, riduzione della capacità di problem solving e aumento della frequenza cardiaca, con conseguente sovraccarico del cuore. Con dosi molto elevate è possibile sperimentare fenomeni di psicosi e allucinazioni.

A lungo termine, l’uso continuativo di cannabis causa problemi di coordinazione dei movimenti, capacità di apprendimento e velocità di reazione. Tali effetti sono tanto più evidenti quanto più precoce è stato l’inizio dell’uso della sostanza, soprattutto se avviene mentre il cervello è in fase di sviluppo, come avviene durante l‘adolescenza.

L’abuso di Cannabis può essere responsabile della comparsa di problemi psichici come ansia, depressione e pensieri di suicidio che la maggior parte delle volte sono transitori, ma è anche causa del peggioramento di una malattia psichica in corso o può anticiparne la comparsa in soggetti predisposti.

Dal punto di vista fisico sono stati provati effetti negativi sulla fertilità e, in caso di assunzione durante la gravidanza, è possibile che il feto subisca un rallentamento nello sviluppo celebrale e scarso peso alla nascita e sia destinato a soffrire di problemi dell’attenzione e del comportamento. Potrebbe, inoltre, dare luogo a complicazioni a carico dell’apparato respiratorio, predisponendo il fumatore a infezioni, tosse cronica e alcune forme di tumore.

Poiché si tratta di una sostanza che da dipendenza fisica, i sintomi dell’astinenza comprendono irrequietezza, insonnia e perdita dell’appetito. Tali sintomi possono perdurare fino a 3 settimane.

Uso medico

Vista la controversia tuttora in atto circa l’uso a scopo medico, la cannabis non può essere considerata una terapia ma un trattamento di alcuni sintomi.

Tra le varie applicazioni in ambito medico, la Cannabis può essere usata per trattare:

  • doloreda spasmi, o dolore cronico;
  • nausea a seguito di chemioterapia, radioterapia e terapie per HIV;
  • inappetenza, in alcuni casi di malati oncologici, affetti da AIDS e da anoressia;
  • i movimenti involontari nella sindrome di Tourette.

Come chiedere aiuto

Per combattere la dipendenza da cannabinoidi puoi rivolgerti al Centro San Nicola.

Il centro mette a tua disposizione un’equipe formata da medici, psicologi e counselor specializzati, che ti guiderà nel percorso dalla disintossicazione alla riabilitazione con un programma di recupero personalizzato.