Tumore della prostata: arriva all’Irccs Crob di Rionero la terapia di precisione con radioligandi

“Il trattamento innovativo, approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco e resa rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale, abbassa del 40% il rischio di morte e del 60% la progressione del tumore alla prostata metastatico”
Arriva all’Irccs Crob la nuova terapia di precisione per la cura del tumore della prostata per i pazienti con tumore alla prostata avanzato resistente alla deprivazione androgenica. Il trattamento innovativo, approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco e resa rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale, abbassa del 40% il rischio di morte e del 60% la progressione del tumore alla prostata metastatico.
La terapia, che utilizza un nuovo radiofarmaco chiamato Lutetium (177Lu) vipivotide tetraxetan. Si tratta di una terapia innovativa basata sull’impiego di radioligandi che sono dei radiofarmaci in grado di distruggere selettivamente le cellule neoplastiche. Questa innovazione si basa su una tecnologia avanzata di radioligandi, che utilizza un radioisotopo per mirare e distruggere selettivamente le cellule tumorali. Il trattamento si è dimostrato altamente efficace nello studio clinico di fase III “VISION” nel quale gli esiti clinici sono stati confrontati con quelli del trattamento standard più efficace per il cancro della prostata metastatico, ovvero gli inibitori del recettore degli androgeni e la chemioterapia con taxani. Dall’analisi statistica dei dati è emersa chiaramente l’efficacia di questa nuova terapia nell’abbattere il rischio di mortalità di circa il 40% e il rischio di progressione radiologica di circa il 60%.
Il trattamento non è invasivo e prevede la somministrazione del farmaco per via endovenosa per un totale di sei iniezioni, con un intervallo tra un ciclo e il successivo di circa quattro-sei settimane. Il nuovo radiofarmaco sarà somministrato nella Uoc di Medicina Nucleare dell’Irccs Crob nei locali delle degenze con posti letto protetti sotto la supervisione del medico nucleare con specifica esperienza e in stretta collaborazione con l’oncologo curante.
“La terapia a radioligandi utilizza una combinazione di due elementi fondamentali -spiega il direttore della Uoc di Medicina Nucleare del Crob Giovanni Storto che prosegue – un radionuclide terapeutico, il Lutezio-177, che emette radiazioni beta per distruggere le cellule tumorali e un ligando con affinità per il PSMA, l’antigene di membrana specifico della prostata, presente sulle cellule tumorali. Quando il ligando si lega alle cellule malate, il Lutezio-177 si attiva e rilascia radiazioni in modo mirato, colpendo solo le cellule cancerogene senza danneggiare i tessuti sani circostanti”.