Stellantis Melfi: “Dobbiamo scioperare, ci trattano come robottini”

Sciopero alla Pmc (Indotto) e nervi tesi anche dentro l’azienda madre. A far traboccare il vaso l’ultimo improvviso cambio turno. “Lavorano sempre gli stessi, cioè chi accetta postazioni impossibili. I capi chiamano chi vogliono. Non si può più accettare”
Se l’Indotto piange per crisi di futuro (oggi sciopero alla Pmc proclamato dalla Fim Cisl), anche dentro l’azienda madre, Stellantis, non va affatto meglio. Ieri è emerso il dato sconcertante (-64%) rispetto al primo trimestre dello scorso anno, per Melfi. E giornate sulla linea altalenanti. Da far venir il mal di lavoro. “Ci trattano sempre più come robot, ci accendono e ci spengono come e quando dicono loro, non si può accettare di lavorare così”, è lo sfogo neanche troppo velato che ci è giunto nelle ultime ore. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, uno spostamento di giornata lavorativa deciso ieri e che riguarda, nello specifico, Stampaggio, Lastratura e Verniciatura.
In particolare il cambiamento tocca il turno b che opererà non più oggi, ma domani pomeriggio (giovedì). “Non si può giocare con le nostre giornate lavorative come fossero monetine da lanciare in aria, se esce testa lavori, se esce croce invece resti a casa o ti cambiano il destino 24 ore prima”, storce il naso l’operaio. “Non è possibile – osserva – che un tempo si facevano 1500 auto al giorno, su una settimana di 5 o 6 giorni, mentre adesso non si riesce a programmare il materiale neanche sui 6, 7 turni che si fanno. E’ assurdo”. La misura appare colma. Da un lato lo strapotere di capi e supervisori che agiscono da “padri eterni sulla linea”, dall’altra i lavoratori alle prese con settimane corte se non del tutto assenti o balbettanti. “Vi confermo che qui ormai scendono in fabbrica solo 4 gatti – aggiunge un altro lavoratore del Montaggio – io personalmente ho perso ogni speranza”. Già, perché “qualcuno scende in fabbrica sia quando tocca al turno a, sia quando tocca al b, mentre qualcun altro resta sistematicamente a casa”. E ancora: “Sì, vi confermo che scendono solo protetti e amici dei capi, continua ad essere così. Continua a scendere chi fa postazioni impossibili e continua a farlo senza fiatare. Facendo di fatto il loro gioco”. Non solo, Anche i “protetti” che scendono sempre, accettano “ogni cambiamento” che gli viene proposto. “Vieni domani, anzi no, scendi dopodomani”, questo l’andazzo, confermato dal cambio di turno annunciato ieri sul turno B in Verniciatura, Lastratura e Stampaggio.
“Chi non fiata e accetta ogni cambiamento di giornata, a scapito di altri colleghi, ovviamente, viene premiato e continua a lavorare quasi con regolarità”, prosegue la nostra fonte. “Bisogna iniziare a protestare davvero, non è possibile questo andazzo, ci trattano come stupidi robot, perché non incrociamo le braccia almeno per mezz’ora, giusto per dare un segnale a questa dirigenza aziendale?”. E ancora: “Oppure organizziamo una protesta in una giornata di Cds, ma facciamo qualcosa, non possiamo farci prendere a pesci in faccia in questo modo”. Dai toni agitati emerge che “i cambi turno improvvisi” e la sistematica “violazione” della “rotazione” tra i lavoratori, stanno raggiungendo livelli ritenuti non più sostenibili. “Così giocano con il nostro sistema nervoso, sulla nostra capacità di sopportazione, e questa cosa non si può accettare” conclude il lavoratore. Inoltre, l’andazzo di cui parlano i lavoratori, le settimane di lavoro “corte o del tutto assenti”, i cambi improvvisi a cui sottostare, riguardano una fase su cui va ad innestarsi ora anche la tegola dei dazi americani che rischia solo di peggiorare una situazione già di per sè “a picco”. I segnali allarmano. E vista da Melfi, ‘la linea’, non fa intravedere nulla di buono neanche per il trimestre che si chiude a giugno. Nonostante il lancio della nuova Ds8 elettrica e l’annuncio degli altri 6 modelli (elettrici ed ibridi) entro il 2026.