Pensioni dei dipendenti pubblici: la legge di bilancio del 2025 ha confermato i tagli del 2024

13 aprile 2025 | 11:22
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Pensioni dei dipendenti pubblici: la legge di bilancio del 2025 ha confermato i tagli del 2024
Foto di repertorio

Summa (Spi Cgil Basilicata): “Un’ingiustizia per 201.138 pensionati di enti pubblici in Basilicata. Si cancella così di fatto la possibilità per tantissimi tra lavoratori e lavoratrici di lasciare il lavoro anticipatamente”

“Lo scorso anno il governo Meloni ha introdotto una revisione peggiorativa delle aliquote di rendimento pensionistico per alcune importanti gestioni previdenziali: enti locali (Cpdel), sanitari (Cps), insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi), ufficiali giudiziari, aiutanti ufficiali giudiziari e coadiutori (Cpug). Questi tagli sono applicabili ai pensionamenti anticipati dal 1° gennaio 2024, con impatti potenzialmente rilevanti sulla quota retributiva di pensione per chi ha meno di 15 anni di contribuzione nel sistema retributivo. Una platea che in Basilicata riguarda 201.138 pensionati. Ancora una volta si fa cassa sulle pensioni. Un’ingiustizia rispetto alla quale come Spi Cgil ci mobiliteremo”. Lo rende noto il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata Angelo Summa.

“Si stima – continua – che nel 2043 saranno penalizzate oltre 730 mila persone per complessivi 33 miliardi a regime in Italia. Nonostante alcune deroghe, la misura produce effetti retroattivi e discriminatori nei confronti di molti lavoratori ancora in servizio, i quali avevano fondato le proprie legittime aspettative pensionistiche su un quadro normativo differente e più favorevole. Come se non bastasse, l’ultima legge di bilancio ha innalzato a 67 anni tutti i limiti ordinamentali nel pubblico impiego, con ricadute significative su un’ampia platea di lavoratrici e lavoratori iscritti alle gestioni previdenziali sopra indicate. Di conseguenza viene posticipata la data del pensionamento e il pagamento della buonuscita – che già subisce ritardi pesantissimi – e, chi andrà in pensione prima di tale soglia, sarà soggetto all’applicazione delle nuove aliquote di rendimento, con una riduzione sensibile della quota retributiva della pensione.

In conclusione, secondo stime dell’Ufficio previdenza della Cgil, questa revisione delle aliquote sulle pensioni anticipate potrà determinare tagli importanti sulla quota retributiva di pensione fino a raggiungere il 20%.

Al netto della possibilità di avviare un contenzioso e l’esistenza di un dubbio profilo di costituzionalità, la battaglia è anche politica. Il Governo Meloni non tassa gli extra prodotti, non prende misure contro l’evasione fiscale ma attacca i più deboli, i meno tutelati, come i pensionati e le pensionate, gli unici che, a fronte di un lavoro precario e i bassi salari di figli e nipoti, sono ancora in grado di reggere il welfare nel nostro paese. Quasi un italiano su quattro è a rischio povertà o esclusione.

Pesa il lavoro a basso reddito. In altri paesi europei, in particolare nel Regno Unito, con l’introduzione del salario minimo 5 milioni di lavoratori poveri hanno un salario dignitoso. Ecco perché è importante andare a votare l’8 e il 9 giugno per i referendum su lavoro e cittadinanza promossi dalla Cgil, per riaffermare la dignità delle persone che lavorano e per conquistare più tutele e diritti. Una grande partecipazione al voto e un nuovo protagonismo dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati sono fondamentali per la democrazia e per cambiare le leggi che hanno portato il lavoro ad essere una merce. Non lasciamo che siano pochi a decidere il nostro futuro: uniti per ridare valore al buon lavoro, alla sicurezza e alla costruzione di un welfare pubblico e universale. Per la nostra sanità pubblica, per il diritto allo studio e in particolare al nostro sistema previdenziale pubblico che da tempo sotto attacco.

Il 14, 15 e 16 aprile si vota per il rinnovo delle Rsu in tutti i comparti del lavoro pubblico: sostenere i candidati della Fp e della Flc Cgil significa rafforzare un’azione sindacale che, partendo da luoghi di lavoro, si impegna concretamente a modificare norme ingiuste e a difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.