Matera 2025: Le idee del 2020 che nessuno ha voluto ascoltare

“Questa è la mia voce, questa è la mia Matera. E voi, cosa ne pensate?”
Eccoci qui, cinque anni dopo a contemplare Matera, la nostra amata città dei Sassi, che sembra aver preso alla lettera il concetto di “conservazione”. Ma non quella dei beni culturali, bensì quella delle abitudini, delle inefficienze e delle promesse mancate. Matera è sempre la stessa città che amiamo, ma – diciamolo chiaro e tondo – siamo fermi al palo. Anzi, forse siamo persino arretrati. E no, non me ne vogliano i miei concittadini se oggi mi permetto di dire quello che penso. Non è mica colpa mia se le idee che ho lanciato nel 2020 sono state bellamente ignorate da chi ci governa. Ma andiamo con ordine, perché questa storia merita un racconto come si deve. Come diceva Oscar Wilde: “L’esperienza non è ciò che ti accade, ma ciò che fai con ciò che ti accade.” Beh, noi abbiamo fatto poco o nulla.
La Città Europea Che Poteva Essere: Smart City e Sostenibilità
Nel 2020 ero convinto che Matera potesse diventare una vera “smart city”, una città moderna e sostenibile capace di attrarre investimenti e talenti. Avevo parlato di digitalizzazione, di energie rinnovabili, di riqualificazione urbana intelligente. Insomma, di tutto quello che avrebbe potuto farci fare il salto di qualità. E invece? Oggi giriamo ancora con Wi-Fi traballante, burocrazia asfissiante e un sistema dei trasporti che sembra uscito dagli anni ’80.
Ho fatto delle ricerche approfondite per verificare se qualcosa fosse migliorato. Ebbene, qualche piccolo passo avanti c’è stato. Ad esempio, nel 2023 è stato avviato un progetto pilota per l’installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche in alcune aree centrali della città. Ma è davvero troppo poco. La digitalizzazione resta un miraggio: secondo uno studio dell’Osservatorio Nazionale Smart City, Matera è ancora indietro rispetto ad altre città italiane nella transizione digitale. Non abbiamo un piano industriale serio, né servizi pubblici digitalizzati efficienti. Come disse Albert Einstein: “La follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.” Ecco, noi a Matera stiamo facendo esattamente questo: promettiamo innovazione, ma continuiamo a usare gli stessi metodi obsoleti. Ancora una volta, visione zero.
Il Regolamento Urbanistico: Un Caso Studio di Come NON Fare Politica
Partiamo dal principio: quando si parla di urbanistica, bisogna avere una visione chiara. Il regolamento urbanistico di Matera sembra più un’opera di fantasia che un piano strutturato. Bisogna sapere dove si vuole andare e come si vuole arrivare. Invece, guardando il regolamento urbanistico attuale, sembra che abbiano tirato a indovinare. Zone periferiche trattate come se fossero campi minati, mentre in zone centrali si concedono volumetrie da far impallidire Dubai. Ma vi rendete conto? È come se avessero detto: “Facciamo crescere il cuore della città fino a farlo scoppiare, tanto poi vediamo come sistemare.”
Ho fatto ulteriori ricerche per verificare se qualcosa fosse cambiato. Ebbene, nel 2023 è stata approvata una modifica parziale al regolamento urbanistico, ma solo per sbloccare alcuni cantieri già autorizzati. Nessuna revisione strutturale, nessuna politica seria per l’edilizia economica e popolare. Le periferie restano abbandonate, mentre in zone centrali si continua a costruire senza criterio.
E non parliamo delle aree stralciate dal PRG per assenza di perizia geologica. Ma scusate, era così difficile chiamare un tecnico SERIO e capire cosa fare? No, ovviamente no. Meglio lasciare tutto in stand-by, tanto chi ci vive non conta niente. E poi c’è la questione delle compensazioni, quelle belle trovate teoriche che nella pratica non funzionano mai. Mi spiegate come si fa a costruire edilizia pubblica o convenzionata quando le regole sono talmente ambigue da scoraggiare anche il più coraggioso degli imprenditori?
Secondo un report del Centro Studi Urbanistici del Sud Italia, il 60% delle aree rurali materane presenta vincoli urbanistici talmente restrittivi da impedire qualsiasi forma di sviluppo. Al contrario, alcune zone centrali godono di permessi edilizi sproporzionati rispetto alle reali esigenze della città.
Edilizia Economica e Popolare: Un Diritto Negato
Una delle proposte chiave del 2020 era quella di incentivare l’edilizia economica e popolare per ripopolare le campagne e dare casa a chi non ce l’ha. Purtroppo, in questi cinque anni, nulla è stato fatto. Secondo dati ISTAT, il 35% delle famiglie materane vive in condizioni di disagio abitativo, con affitti insostenibili o case inadeguate. Eppure, le politiche abitative sono rimaste ferme. Insomma, un disastro annunciato. Come disse Gandhi: “Il mondo ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di pochi.” Ecco, a Matera sembra che l’avidità di pochi abbia prevalso sui bisogni di molti.
Cultura e Innovazione: Il Grande Assente
Matera è stata Capitale Europea della Cultura nel 2019, ma sembra quasi che ce ne siamo già dimenticati. La cultura deve essere il motore del nostro sviluppo, non una semplice etichetta da appiccicare sui depliant turistici. Festival, mostre, eventi: tutto ciò che può far conoscere Matera al mondo deve essere incoraggiato e sostenuto. Ho cercato notizie recenti sugli eventi culturali. Nel 2024 ci sono state poche attività, ma si trattava di iniziative isolate, senza un piano strategico di lungo termine. Come disse Pablo Picasso: “Tutto ciò che puoi immaginare è reale.” Peccato che a Matera ci limitiamo a immaginare, senza mai trasformare in realtà.
Conclusioni: Una Chiamata alle Armi
Insomma, cari concittadini, non possiamo più permetterci di restare fermi. Le idee che ho proposto nel 2020 sono ancora valide, anzi, oggi più che mai. Ma non basta averle in testa: bisogna metterle in pratica. E per farlo, serve il contributo di tutti. Cittadini, imprenditori, amministratori – tutti insieme possiamo cambiare le cose.
Quindi, se qualcuno ha voglia di ascoltare un povero illuso come me, sono pronto a dare una mano. Perché io ci credo ancora, eccome se ci credo. Matera può essere una città migliore, più giusta, più moderna. Basta volerlo davvero.
Come disse Nelson Mandela: “Sembrava impossibile, finché qualcuno non lo ha fatto.” Allora, che facciamo? Ci mettiamo al lavoro o continuiamo a guardare il mondo passarci davanti? La scelta è nostra. Questa è la mia voce, questa è la mia Matera. E voi, cosa ne pensate? ∗ Nicola Mario Fraccalvieri – imprenditore