L’appello degli agricoltori della Valle dell’Ofanto: avere l’acqua è come vincere alla lotteria

14 aprile 2025 | 14:04
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L’appello degli agricoltori della Valle dell’Ofanto: avere l’acqua è come vincere alla lotteria
Cartello esposti dagli agricoltori della Valle d'Ofanto

“Pensiamo che una gestione così intesa abbia perso completamente il senso della realtà, mentre centinaia di aziende rischiano il fallimento”

Di seguito l’appello del Coordinamento Agricoltori Lucani

Con la presente desideriamo definitivamente portare alla vostra attenzione le problematiche legate alla gestione della risorsa idrica destinata all’irrigazione nel territorio della Valle dell’Ofanto, criticità che stanno avendo ripercussioni dirette e devastanti sulle attività agricole del nostro territorio. La recente disposizione di servizio del Presidente del C.D.A. del Consorzio di Bonifica dell’11/04/2025 laddove afferma che “l’erogazione avverrà compatibilmente alle disponibilità idriche, anche facendo ricorso a turnazioni”, non solo riflette un grave deficit di pianificazione, ma, più gravemente, palesa un’assenza totale di certezze per gli agricoltori, che si trovano a operare in un contesto che li espone a rischi sempre maggiori senza alcuna tutela per il loro lavoro.

Il documento  citato innanzitutto dichiara che le successive prescrizioni sono prese d’intesa con i vertici regionali, peccato che né la Presidenza della Giunta né l’Assessorato all’Agricoltura abbiano mai fatto cenno ufficialmente di questo documento con noi operatori del settore anche attraverso le associazioni di categoria, ma andiamo oltre…

In base a quanto diramato, il Consorzio di Bonifica ritiene di essere in grado di programmare la stagione irrigua attuale e di conseguenza le attività agricole. In realtà il documento rivela solo ed esclusivamente un concetto, cioè una dichiarazione di resa: nessuna pianificazione reale della distribuzione della risorsa idrica, nessuna garanzia su come intenda lavorare e farci lavorare e produrre, solo la inane ammissione che l’acqua forse sarà resa disponibile e che, quand’anche arrivasse, al massimo si dovrà procedere a distribuirla sulla base di turni che non tengono presente le reali esigenze colturali e lavorative delle aziende agricole. Il comunicato prosegue, gravemente e vigliaccamente, escludendo dalla distribuzione le produzioni foraggere indispensabili per le aziende zootecniche! Il Consorzio parla di soluzione temporanea e rivedibile da qui a dieci giorni per questo settore, ma è spontaneo aspettarsi una fine già preannunciata, data la mancanza di certezze e vien da dire di volontà…

Ormai, per noi agricoltori avere l’acqua è come vincere alla lotteria: se la fortuna sorride, tocca a te. Altrimenti aspetti il tuo turno… o la pioggia.
Pensiamo che una gestione così intesa abbia perso completamente il senso della realtà, mentre centinaia di aziende rischiano il fallimento e migliaia di persone non sapranno come provvedere al sostentamento delle proprie famiglie!

E si continua prescrivendo il termine ultimo di erogazione del servizio al 31 agosto 2025: i ritardi di programmazione ormai palesi stanno procrastinando i lavori di trapianto e semina, ritardando tutto il ciclo di coltivazione. Vorremmo, di grazia, sapere come portare a compimento le nostre colture entro questa data senza acqua! Forse che il Presidente del Consorzio di Bonifica è stato investito di poteri speciali ben più efficaci di quelli regionali e per suo tramite si compirà un miracolo?

Citiamo testualmente: “Le limitazioni di cui ai singoli punti, ivi comprese quelle relative alle colture a mais, sorgo ed altre foraggere in generale, verranno riesaminate entro la prima decade del mese di maggio ovvero all’esito di quanto verrà convenuto nell’ambito dell’Accordo di Programma Basilicata-Puglia-Governo ove intervenga prima”. Questo passaggio è l’ennesima dimostrazione di non-programmazione mascherata da prudenza burocratica. In pratica si sta dicendo che le decisioni vere verranno forse prese più avanti, o forse no, a seconda di cosa si deciderà altrove, in un tavolo istituzionale dai tempi e dagli esiti incerti.

Ma nel frattempo — cioè adesso — chi deve seminare, investire, organizzare il lavoro nei campi resta sospeso in una bolla fatta da un “forse”. Nessuna indicazione chiara, nessuna prospettiva stabile. Solo un rinvio di responsabilità in perfetto stile amministrativo. Le colture non aspettano le riunioni né gli “Accordi di Programma”. Hanno bisogno di acqua, tempo e certezze. E invece si continua a navigare a vista, come se l’agricoltura fosse un passatempo e non un’attività che si gioca su margini sempre più stretti e stagioni sempre più corte. Come se il lavoro nostro e di migliaia di persone non abbia quell’importanza strategica che ha sempre avuto!

E nel frattempo, che fare? Gli agricoltori non possono continuare a vivere nell’incertezza. Le colture non aspettano e nemmeno gli investimenti sulla Diga del Rendina. Hanno bisogno di risposte, di pianificazione, di risorse, non di rinvii infiniti e di “attendere e sperare” che qualcosa si risolva. Ogni giorno di ritardo è una perdita per l’agricoltura, per le famiglie e per l’economia locale. La domanda che sorge ora, con tutta la sua forza, è questa: chi si sta realmente occupando di queste inadempienze? È il Consorzio di Bonifica che, con una gestione sempre più lontana dalle necessità reali, lascia in balia dell’incertezza chi lavora la terra? È responsabilità del consorzio di Bonifica con la gestione della Diga, già inadeguata, condotta in maniera penosa, bloccando gli sviluppi di filiera e gli investimenti sul territorio? O è responsabilità dello stesso Consorzio che manca di visione strategica, nessuna programmazione, ma sopravvive di rinvii e incertezze che hanno rallentato gravemente l’intero sistema? O forse la responsabilità è di una politica che, troppo spesso, rimanda ogni decisione, tirando i fili a distanza, senza mai prendere in mano concretamente la situazione e senza mai dare certezze agli agricoltori? Chi sta davvero facendo il suo dovere? Chi sta veramente prendendo le giuste decisioni, con il giusto tempismo, per garantire la sopravvivenza dell’agricoltura? Queste sono le domande urgenti e la risposta non può più essere rimandata.