La morte di Papa Francesco nell’ora delle guerre

21 aprile 2025 | 13:45
Share0
La morte di Papa Francesco nell’ora delle guerre

C’è da sperare, adesso, che i cardinali eleggano un pontefice non “romano” e non europeo: il contrario sarebbe un pericoloso passo indietro

Siamo all’orrore. Hanno ucciso operatori sanitari, è stato un “malinteso operativo”. Il linguaggio della guerra è orribile. Un insulto all’umanità. Un resoconto delle Forze di difesa israeliane (Idf) accerta che i militari israeliani hanno aperto il fuoco su ambulanze e autopompe dei servizi di emergenza palestinesi nella città di Rafah lo scorso 23 marzo a causa di un “malinteso operativo”. Questo il verdetto a quasi un mese dall’uccisione di 15 paramedici e operatori di emergenza palestinesi da parte dell’Idf nella Striscia di Gaza. E quando muoiono inermi cittadini innocenti, la giustificazione è agghiacciante: “effetti collaterali”.

A Gaza, sarebbero oltre 15mila i minori morti e 34mila feriti dall’inizio della guerra. I neonati uccisi sarebbero 900 e quelli sotto i 5 anni, oltre 4mila. Sarebbero invece 20mila i bambini rimasti orfani. “Effetti collaterali” e “malintesi operativi”.  In Ucraina, secondo le ultime notizie disponibili verificate, diffuse dall’Unicef, almeno 2.406 bambini sono stati uccisi o feriti dall’escalation della guerra in Ucraina, circa 1.000 giorni fa. Oltre alle vittime infantili, che comprendono 659 bambini uccisi e 1.747 feriti – ovvero almeno 16 bambini uccisi o feriti ogni settimana – milioni di bambini continuano ad avere vite sconvolte a causa degli attacchi in corso.

E’ l’orrore di tutte le guerre. Campi di morte dove spesso l’uccisione di civili innocenti è derubricata a “errore umano”, “errore tattico”. Come se la guerra non fosse di per sé un grave e tragico errore. Eppure, è evidente che colpire i civili fa parte delle strategie militari: affamare e uccidere i civili, impedire loro l’accesso ai medicinali e agli ospedali è una violenta e disumana forma di pressione psicologica sulle popolazioni affinché queste si ribellino ai loro governanti. E’ quello che, in particolare, accade a Gaza. Certo, la violenza estrema degli attacchi sui civili può provocare nella popolazione un sentimento di odio verso il nemico: ma quando rischi di morire di fame, di malattie, o di bombe sei disposo anche ad allearti con il carnefice.

“Distruggere Hamas è più importante che riportare a casa gli ostaggiancora trattenuti nella Striscia di Gaza” dichiara il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich parlando alla radio dell’esercito e affermando che l’obiettivo principale della guerra non è trarre in salvo gli ostaggi. Il ritorno degli ostaggi ”è, ovviamente, un obiettivo molto, molto, molto importante, ma chiunque voglia distruggere Hamas e impedire la possibilità di un altro 7 ottobre deve capire che non può esserci una situazione a Gaza in cui Hamas rimanga presente e intatta”.  E aggiunge: “Non c’è nessun Biden, nessun Blinken, nessun Gallant, nessun capo di Stato maggiore che si frapponga al blocco degli aiuti umanitari”. Questo signore è forse un uomo?

Nel frattempo un Raid Usa sul mercato a Sana’a provoca almeno 12 morti e 30 feriti. Siamo nella capitale dello Yemen. Perché si bombarda la gente al mercato? Errore tattico? Malinteso operativo? Siete degli assassini, punto.  Oggi nel mondo sono attivi 57 conflitti di diversa estensione e intensità che coinvolgono quai 100 Paesi, più o meno direttamente, Italia compresa. Queste guerre, nel solo anno 2024, hanno provocato oltre 230.000 vittime.

In questo quadro di atroci sofferenze, la morte di Papa Francesco non solo non è una buona notizia, ma potrebbe rimettere in discussione delicati equilibri.  In tutti i modi Bergoglio ha rappresentato un argine alla deriva sanguinaria dei governi guerrafondai. C’è da sperare, adesso, che i cardinali eleggano un pontefice non “romano” o europeo il che sarebbe un pericoloso ritorno al passato prima di Bergoglio. L’eurocentrismo o l’autoreferenzialità di un Occidente, sempre più arrogante ed egoista, sarebbe un male per tutti. C’è da augurarsi l’arrivo di un Papa di continuità, che arrivi dal Sud del Mondo, magari africano o asiatico. Sarebbe una nuova svolta di cui l’umanità ha proprio bisogno. Ad esempio, come scrive l’ISPI oggi,  “il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, noto anche come “Chito”, nominato cardinale nel 2012 da Francesco. Non sarà facile, i nemici di Francesco, dentro e fuori il clero, sono già in azione.