Iscot Melfi, sciopero a oltranza con adesione al 100%

Proclamato da Filcom e Ugl: Ancora una volta la crisi la pagano i lavoratori, precari e sottopagati
Continua lo Sciopero ad oltranza dei Lavoratori Iscot Italia (Cantieri Stellantis Melfi) proclamato da Filcom e Ugl Igiene Ambientale Melfi, Italia. Anche oggi i lavoratori operanti nei cantieri Stellantis di Melfi hanno continuato lo sciopero ad oltranza che si protrarrà almeno fino a sabato prossimo. La decisione, comunicata dalle segreterie territoriali di Filcom e Ugl Igiene Ambientale, è stata presa in seguito alla mancata apertura da parte dell’azienda a risolvere le problematiche sollevate, alla persistente situazione di incertezza e indisponibilità aziendale a trovare soluzioni condivise.
Le organizzazioni sindacali dichiarano che permangono le motivazioni che avevano portato alla dichiarazione dello stato di agitazione. Inoltre, si rende necessario intensificare l’azione di protesta al fine di garantire la massima partecipazione e visibilità della discussione. Lo sciopero ad oltranza coinvolge tutti i lavoratori Iscot dei Cantieri Stellantis Melfi. Le sigle sindacali rimangono unite nel sostegno di tutti i lavoratori e determinati a proseguire la mobilitazione fino a quando non si otterranno risposte concrete e soddisfacenti alle richieste loro richieste che erano: proposta di congelamento dei trasferimenti per un mese, al fine di esplorare soluzioni alternative e condivise. Tuttavia, l’azienda ha respinto tale richiesta, mostrando totale chiusura al dialogo. Iscot Italia, che conta circa 120 lavoratori e per cui sono stati richiesti ammortizzatori sociali, non ha fornito indicazioni precise sul numero di dipendenti coinvolti nei trasferimenti.
Si è richiesto, considerato tale anomalo e incondivisibile atteggiamento dell’azienda che, il tutto venga sottoposto all’attenzione dell’Assessore Regionale della Basilicata alle Attività Produttive Francesco Cupparo, affinché i lavoratori possano ottenere il giusto riconoscimento di poter sperare che, in considerazione dell’unità di crisi fortemente voluta da Cupparo, si possa evitare che i lavoratori vengano cacciati dal loro territorio dove per anni hanno contribuito a far crescere l’azienda Iscot e oggi si vedono umiliati. Ancora una volta la crisi la pagano i lavoratori, precari e sottopagati”.