Decreto sicurezza “non affronta il vero cuore del problema”

Cgil: “Non basta proteggere legalmente il personale se poi lo si abbandona sul campo senza mezzi e senza rinforzi. La sicurezza si garantisce con uomini, risorse e scelte strategiche, non con annunci”
“Non basta proteggere legalmente il personale se poi lo si abbandona sul campo senza mezzi e senza rinforzi. La sicurezza si garantisce con uomini, risorse e scelte strategiche, non con annunci”. Così il segretario generale della Cgil Basilicata Fernando Mega e il segretario generale Silp Cgil Basilicata, Francesco Mobilio, commentando il decreto Sicurezza recentemente approvato dal Governo Meloni e che prevede, tra le misure, un rafforzamento delle coperture legali per il personale delle forze dell’ordine coinvolto in procedimenti legati a fatti di servizio.
“Una misura apparentemente utile, ma che non affronta il vero cuore del problema: le condizioni reali e quotidiane in cui operano gli uomini e le donne della Polizia di Stato – affermano Mega e Mobilio – Lo denunciamo da tempo con forza e chiarezza: senza organici adeguati, senza risorse concrete, senza una riforma vera dei regolamenti interni e delle condizioni lavorative, nessun decreto potrà garantire sicurezza nei territori né dignità agli operatori in divisa”
Per la Cgil in Basilicata la situazione sarebbe critica. “Abbiamo incontrato le istituzioni, scritto, protestato, avanzato proposte. Ma il territorio continua a essere ignorato. Il personale è esausto e i cittadini sono esposti – denuncia Mobilio – Abbiamo promosso e sollecitato numerosi incontri istituzionali per affrontare le criticità che affliggono in particolare il territorio di Matera, una delle aree più vulnerabili della regione. Ad oggi, nulla è cambiato. Nessun provvedimento è stato adottato. La situazione è rimasta invariata, anzi è peggiorata. Il distaccamento della Polizia stradale di Policoro, gravemente sottodimensionato, è costretto frequentemente a demandare i rilievi degli incidenti stradali ai commissariati di Policoro e Pisticci, già oberati da compiti di ordine pubblico e sicurezza generale. Questo comporta un impoverimento del controllo del territorio e una maggiore esposizione alle emergenze. L’elevazione del distaccamento a sottosezione ordinaria rappresenterebbe una risposta concreta e urgente per: garantire una presenza stabile e capillare sulla rete viaria; alleggerire i Commissariati da incombenze che ne compromettono l’efficienza; rafforzare il contrasto alle infrazioni stradali e ai fenomeni criminali ad esse collegati, come il traffico di sostanze stupefacenti. Il territorio jonico è un’area a rischio, dove lo Stato dovrebbe rafforzare la propria presenza. Ma invece si riducono i servizi. È una scelta incomprensibile e grave”.
In tutta la Basilicata sono presenti solo tre commissariati di polizia stradale, due dei quali nella provincia di Matera. “Questo dato – continua Mobilio – evidenzia l’enorme carico di lavoro che grava su questi uffici, a fronte di un contesto criminale sempre più articolato e pericoloso. A completare un quadro regionale già fortemente critico, si aggiunge ora anche la delicata situazione del Reparto Prevenzione Crimine di Potenza, finito sotto i riflettori per la preannunciata, seppur mai ufficializzata, ipotesi di chiusura. Durante un recente incontro presso al ministero dell’Interno, alla presenza del Ministro Matteo Piantedosi e del sottosegretario Nicola Molteni, è stato affermato che non è in programma la chiusura di alcun Ufficio di Polizia né dei sette Reparti Prevenzione Crimine, incluso quello di Potenza. Tuttavia a oggi non esiste alcun comunicato ufficiale da parte del dipartimento della Pubblica Sicurezza che smentisca formalmente la chiusura del Reparto di Potenza. Una mancanza che alimenta ulteriori incertezze tra il personale e tra le comunità lucane.
Ciò che desta maggiore preoccupazione è il mancato reintegro presso il reparto dei poliziotti recentemente promossi al grado di sovrintendente, i quali sono stati inspiegabilmente trasferiti alla questura di Potenza. Una scelta che appare in contrasto con le rassicurazioni istituzionali e che, nei fatti, lascia intendere che la soppressione del Reparto Prevenzione Crimine sia tutt’altro che scongiurata. È un paradosso – conclude Mobilio – si nega la chiusura del Reparto, ma nei fatti lo si svuota. Serve chiarezza, subito. Se il Reparto non chiude – domanda – perché allora non si confermano i neo-sovrintendenti nei rispettivi posti di servizio? Che senso ha rafforzare la questura a discapito di una struttura strategica come il Reparto Prevenzione Crimine?”
Tutto ciò per Mega dimostra come “il nostro territorio abbia bisogno di una risposta forte, tempestiva e concreta. La sicurezza della nostra comunità dipende dalle risorse e dalle capacità operative delle forze dell’ordine. L’età media dei poliziotti in Basilicata ha superato i 50 anni, un dato che evidenzia una grave carenza di ricambio generazionale all’interno delle forze di polizia regionali. Questo invecchiamento del personale sta influendo negativamente sulla capacità operativa, con ripercussioni sulla gestione delle emergenze e sul mantenimento dell’ordine pubblico.
L’età media degli agenti supera i 50 anni e la carenza di personale è drammatica, con un numero crescente di unità mancanti, a causa di un insufficiente turn over e della mancata programmazione di assunzioni straordinarie. A questa già complessa situazione si aggiunge il fenomeno dello spopolamento, che in Basilicata colpisce in modo particolare le aree interne. La combinazione di una crescente carenza di personale e lo spopolamento rischiano di compromettere ulteriormente la sicurezza sul nostro territorio”. Il rallentamento nelle assunzioni e l’invecchiamento del corpo di polizia potrebbero rendere ancora più difficile garantire l’efficacia e la presenza delle forze di polizia in una regione già vulnerabile.
“A fronte di questa evidente contraddizione – concludo Mega e Mobilio – chiediamo chiarezza e trasparenza alle istituzioni locali e nazionali, affinché vengano tutelati i diritti dei lavoratori e la sicurezza delle comunità. Non si può più tollerare l’ambiguità e l’assenza di scelte strategiche a favore del territorio lucano, che continua ad essere sottovalutato e sistematicamente penalizzato nelle politiche di sicurezza pubblica.
Eppure, mentre si approvano decreti pieni di propaganda, sul territorio mancano le pattuglie, mancano gli agenti, mancano le condizioni minime per lavorare. Siamo stanchi di vedere i nostri appelli inascoltati, mentre si continua a discutere di sicurezza senza affrontare i problemi veri, quelli vissuti ogni giorno dalle lavoratrici e dai lavoratori della Polizia di Stato.
Come Cgil Basilicata e Silp Cgil Basilicata continueranno a batterci con determinazione per la difesa della legalità, per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto sicurezza, e per un modello di sicurezza che sia realmente democratico, partecipato e vicino ai cittadini”.