Che fine ha fatto la seconda linea produttiva della Stellantis di Melfi e tutto il resto?

10 aprile 2025 | 09:26
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Che fine ha fatto la seconda linea produttiva della Stellantis di Melfi e tutto il resto?
Foto di repertorio

Memoria sul trasferimento degli impianti lucani in Italia e all’estero

In molti si chiedono dove è stata riallocata la seconda linea produttiva della Stellantis di Melfi smontata da tempo. Altri si chiedono del destino del Centro di Ricerche e formazione finanziato dalla Regione Basilicata nel 2015 con 15 milioni e allocata dentro il Sito di Melfi.

In effetti è accaduto come in altre situazione di trasferimento di impianti finanziati con risorse pubbliche per la Basilicata e poi riciclate o trasferite al Nord oppure all’estero.

Gli impianti della ex Parmalat di Atella acquisita dalla Vincenzi, dopo la chiusura per “crisi produttiva” rimontati nel sito di Verona dove continuano a sfornare con lo stesso marchio i prodotti da forno dopo un accordo sindacale di reindustrializzazione per costruire motorini per ascensori. Progetto fallito alla fine di un corso di formazione, i lavoratori sono andati in disoccupazione. Gli impianti della Standartela di Isca sono stato spostati in Pakistan, quelli della Its, Itm di Tito e della Abl di Balvano venduti dai curatori fallimentari per pochi soldi ad aziende del nord e Svizzere. Tutto senza colpo ferire e con la vigile attenzione del Dipartimento Sviluppo della Regione.

Il caso Stellantis e da manuale: si elimina una linea di produzione senza che il grosso delle parti sociali intervenga per bloccare l’operazione. Non solo, vengono sottoscritti intese, senza la Fiom, che definiscono i parametri degli incentivi per gli esodi volontari che al momento avrebbero superato le 2500 unità.

A Melfi si sostiene che il grosso della linea si stata rimontata in siti Stellantis fuori Europa, pare la Turchia. Sarebbe interessante che i dirigenti del Dipartimento Sviluppo della Regione, che sono di casa nello stabilimento di Melfi per inaugurazione di nuovi modelli o visite di cortesia rispondessero alla domanda: dove sono state rimontare i pezzi della linea tolta a Melfi?

Altro capitolo da affrontare: che fine ha fatto il centro di Ricerche e formazione finanziato dalla Regione a convenzione scaduta? La Regione ha provveduto alla presa in carico della proprietà o pure il sito è rimasto inutilizzato?

Nella fase dei pentimenti di quanti non hanno lottato contro il declino e lo smantellamento dello stabilimento di Melfi e delle altre situazioni di spostamento di impianti dalla Basilica sarebbe utile che il Dipartimento dove è stato sottoscritto il contratto di reindustrializzazione della ex Firema di Tito  dica qualcosa sull’esito della stessa ed il destino dei lavoratori e impianti da riutilizzare. Pietro Simonetti -CSERES