Centro Oli Eni, Viggiano: “Metteranno alla porta i più anziani in servizio”

Rumors sul cambio di appalto alla Maersk (Indotto): “Spacchetteranno la commessa e i lavoratori con più esperienza sul campo potrebbero essere sostituito da personale d’ufficio”
Ci troviamo all’ombra del Centro Oli di Viggiano. E sotto la lente c’è l’appalto di una ditta dell’indotto, la Maersk, che gestisce per conto della multinazionale, la supervisione Hse (salute, sicurezza, ambiente). Si controllano mezzi, attrezzatura e rifiuti da e verso il Centro Oli. “C’è una certa preoccupazione – ci dice un lavoratore che da diversi anni opera sul campo – a breve è previsto un cambio di appalto e già si vocifera di uno spacchettamento della commessa”.
In pratica il destino e il futuro di oltre 300 lavoratori passerà il ‘vaglio’ di una lista, che sarà comunicata “20 giorni prima” del cambio di appalto. Ma già corrono alcune voci. “Da quello che si dice in modo ufficioso – ci confessa l’operaio specializzato – alcune persone verranno spostate altrove e saranno sostituite probabilmente da personale che al momento sta in ufficio, in Amministrativo”. Il cambio di commessa, quindi, potrebbe ridisegnare degli assetti lavorativi, e c’è già chi si sente con un piede fuori. “L’aspetto più paradossale è che in settori così decisivi per il Centro Oli e non solo, come la sicurezza, l’ambiente, ad essere spostati altrove, a fare altro, potrebbero essere proprio i lavoratori con più esperienza sul campo”.
E questo contraddicendo la postilla specifica del Patto di sito firmato da Eni in cui si raccomanda “la conservazione dell’anzianità di servizio”. Così il lavoratore: “Ho colleghi più esperti come anzianità di me, che rischiano di essere i primi. Oggi li sposteranno a fare altro, e un domani chissà, li manderanno casa””. E ancora: “Oggi tocca a loro, ma domani toccherà a me e a tutti gli altri”. Attraverso delle maglie molto larghe, Eni potrebbe fare un riassetto decidendo “come meglio crede” e senza rispettare “professionalità formate e che operano sul territorio da tanti anni”. Questa, almeno, è la paura. Il ragionamento suona poi così: “Dopo i fatti di Calenzano tutti hanno potuto vedere quanto conta la sicurezza dentro Eni, quindi Sicurezza, ambiente e salute sono troppo importanti per non affidarne la supervisione a chi se ne occupa da più tempo”.
Il cambio di appalto che riguarda i servizi in questione è previsto entro giugno. Ma proprio entro giugno, infine, Eni comunicherà al Tavolo regionale della Trasparenza il report aggiornato sulla situazione petrolifera in Val d’Agri. Ergo quali sono piani futuri in Basilicata, alla luce della transizione all’elettrico che potrebbe anche ridimensionare il numero di lavoratori che ruotano attorno al Cova di Viggiano e al suo Indotto. E probabilmente, sul campo, c’è già chi avverte qualche scricchiolio.