Agente della Polizia Locale aggredita a Potenza, la solidarietà dei sindacati

La donna è stata aggredita nel corso dei servizi predisposti per la partita di calcio di domenica 6 aprile, “Sorrento-Messina”
La Fp Cgil di Potenza ritiene grave l’aggressione subita da una agente della polizia locale di Potenza nel corso dei servizi predisposti per la partita di calcio di domenica 6 aprile, “Sorrento-Messina”. Un episodio che pone ancora una volta la questione irrisolta dell’utilizzo della polizia locale in servizi di ordine pubblico. Appare necessario ribadire che i vigili urbani non possono e non devono essere utilizzati nelle peculiari attività di “ordine pubblico” le quali sono attestate, in via esclusiva, alla forze di polizia dello Stato. La carenza degli organici delle forze di polizia dello Stato non può essere colmata dal corpo della polizia locale, a sua volta attraversato dalle note carenze di personale. Sono scelte che generano confusione di funzioni che devono rimanere distinte, poiché alla loro base vi sono ben diversi percorsi formativi, diverse tutele normative e previdenziali.
Rimane pertanto inammissibile e incomprensibile la presenza di vigili urbani impiegati all’interno di aree cosiddette “sensibili” dove è possibile il contatto fisico tra le tifoserie contrapposte: in tali contesti dovrebbero operare solo le forze di polizia dello Stato le quali sono adeguatamente formate, addestrate ed equipaggiate per fare fronte alle più svariate situazioni che possono crearsi in simili contesti.
La Fp Cgil, nell’esprimere piena solidarietà alla lavoratrice coinvolta, chiede, con forza, alla dirigenza della polizia locale di Potenza e al sindaco di porre in essere ogni azione necessaria a tutela della sicurezza degli operatori della polizia locale disponendo che, in occasione dei prossimi incontri di calcio, venga correttamente impiegata solo ed esclusivamente per i compiti di viabilità che gli sono propri e non per altro, né tanto meno per assolvere a ruolo di “barriera umana” tesa ad impedire i contatti tra tifoserie contrapposte.
Anche la Uil Fpl esprime piena solidarietà all’operatrice della Polizia locale del Comune di Potenza aggredita e a tutte le lavoratrici e i lavoratori della Polizia Locale che ogni giorno, con professionalità e spirito di servizio, affrontano rischi e tensioni per garantire la sicurezza dei cittadini. “Zero morti sul lavoro non è uno slogan, ma un impegno concreto della nostra organizzazione. Lo ribadiamo con forza: non ci fermeremo finché ogni lavoratore e lavoratrice avrà la giusta protezione, il giusto riconoscimento e la dignità che merita.”
Non è la prima volta che gli operatori della Polizia Locale si trovano a fronteggiare in prima persona gruppi di tifosi, un’attività che spetta alle forze dell’ordine e non alla Polizia Locale, la quale, peraltro, non è impiegata nell’ordine pubblico ma nella gestione della viabilità. Infatti, agisce a mani nude, senza le garanzie previste dai vari pacchetti di sicurezza. Pertanto, è necessario che vi siano prefiltraggi a cura di chi si occupa di ordine pubblico ed è adeguatamente formato e remunerato per farlo.
Ci ritroviamo a discutere sempre a posteriori della sicurezza sui posti di lavoro, invece di prevedere e garantire l’incolumità dei lavoratori. Non deve più accadere che gli operatori della Polizia Locale vengano impiegati in ambiti di sicurezza, per i quali non sono formati, senza strumenti adeguati, senza formazione, senza risorse economiche e mettendo a repentaglio la propria vita.
Questo episodio, purtroppo l’ultimo di una lunga serie, dimostra quanto siano esposti e vulnerabili questi lavoratori, che troppo spesso vengono lasciati soli, senza mezzi, senza tutele, senza riconoscimenti, e con un contratto che non riflette le responsabilità e i rischi legati al loro ruolo. La Polizia Locale rappresenta il primo presidio di legalità e sicurezza nelle nostre città, specialmente nei piccoli Comuni dove spesso è l’unico corpo presente. Agisce su mandato dei Sindaci, ma con compiti sempre più assimilabili a quelli delle forze di polizia statali. Tuttavia, le differenze normative e contrattuali continuano a creare disuguaglianze ingiuste e penalizzanti.