Un po’ di ordine nel “disordine” dei giornalisti di Basilicata

16 marzo 2025 | 20:19
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Un po’ di ordine nel “disordine” dei giornalisti di Basilicata

Non si può avere tutto, non si può essere parte del potere e controllare chi quel potere dovrebbe controllarlo

Anche questa volta, la seconda, l’assemblea dell’Ordine dei giornalisti di Basilicata, si è svolta nella sala convegni della Fondazione Potenza Futura creatura di Donato Macchia di cui la vicesindaca di Potenza è direttrice culturale. A quanto pare la vice sindaca avrebbe fatto da padrona di casa con un breve saluto. Ci sta. Non ci sta, invece, che l’Ordine scelga un luogo, per la propria assemblea, di proprietà di un imprenditore incamiciato nella politica e in cui ha sede una Fondazione direttamente riconducibile sia all’imprenditore sia alla vice sindaca. Alla faccia di ogni ragione di opportunità. Speriamo, almeno, che si sia pagato il servizio, tanto per non dare alibi ad altre legittime critiche. E se la concessione della sala abbia significato un costo a carico del bilancio dell’Ordine, peggio ancora. Come la giri giri la frittata il disgusto permane.

E va bene, va bene tutto. Però bisognerebbe darsi una regolata avendo come bussola le ragioni di opportunità. Anche perché l’altra chicca in questo “disordine” dei giornalisti di Basilicata, a cui mio malgrado sono costretta ad appartenere, è sorprendente. Tra i candidati al Consiglio regionale dell’Ordine, nella tornata elettorale di oggi, ci sarebbe Loredana Costanza. Non ci credo, impossibile.

Costanza è assessore al Comune di Potenza, incamiciata in un gruppo politico, con una delega importante. La giornalista, che per molti anni ha rivestito il ruolo di addetto stampa, è quindi parte di un gruppo politico che sostiene il sindaco Vincenzo Telesca. Ed è anche collega in Giunta della direttrice culturale della Fondazione Potenza Futura che ha ospitato l’assemblea dell’Ordine.

Costanza, certamente è mia ex collega visto che adesso fa un altro mestiere: l’assessore. Sono certo che la candidata abbia messo in conto le dimissioni dall’incarico assessorile nell’eventualità venisse eletta nel Consiglio regionale dell’Ordine. Mi dicono di no. No? È consentito? È consentito. Ma come! Un consigliere dell’Ordine dei giornalisti che non fa il giornalista? Non è una novità. Un assessore che avrà il potere di vigilare sull’operato dei giornalisti? Ma stiamo scherzando? Non si può avere tutto, non si può essere parte del potere e controllare chi quel potere dovrebbe controllarlo. Non si può.