Sanità e welfare in Basilicata, Spi Cgil: “lanciamo una sfida alla Regione per il rilancio”

20 marzo 2025 | 16:36
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Sanità e welfare in Basilicata, Spi Cgil: “lanciamo una sfida alla Regione per il rilancio”

“Manca poco alla scadenza del Pnrr e il rischio di non raggiungere gli obiettivi è reale. Va scongiurato a tutti i costi il default della tenuta economica e finanziaria”

“Lanciamo oggi una sfida al governo della Regione Basilicata per un rilancio della sanità e del welfare pubblico lucano in una nuova ottica di confronto rispetto all’autarchia del passato, liberandola dal terreno delle logiche partitiche che nei fatti l’hanno dequalificata e desertificata in una pericolosa miopia di occupazione personalistica”. È il messaggio lanciato dal segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, all’incontro “La persona, non la prestazione” che si è svolto oggi a Potenza, promosso dal sindacato dei pensionati lucani della Cgil e la Cgil Basilicata. Hanno partecipato al tavolo, coordinato dal segretaria regionale Cgil Basilicata Giuliana Scarano: Giovanna Galeone, segretaria Spi Cgil Basilicata; Antonio Brambilla, già responsabile Assistenza territoriale Regione Emilia Romagna e direttore generale Ausl Modena e Maria Cristina Montesi, medico internista direttrice Sc cure primarie Asst Nord Milano, che hanno riportato esempi virtuosi in Emilia Romagna e a Trieste; Angelo Summa, segretario generale Spi Cgil Basilicata; Cosimo Latronico, assessore alla Sanità della Regione Basilicata; Rocco Paternò, presidente Ordine dei medici di Potenza; Francesco Dimona, presidente ordine dei medici Matera; Stefano Cecconi, segretario nazionale Spi Cgil.

“Chiediamo al governo regionale – ha detto Summa dal palco del Museo archeologico provinciale – di aprire subito un confronto sul rafforzamento della prossimità sanitaria quale pilastro del diritto alla salute. Sanità di prossimità significa “andare verso” i territori e le comunità, significa vicinanza fisica alle persone, oltre le mura delle strutture, per conoscere i bisogni sanitari e sociali. Ma per fare questo bisogna finalmente dare avvio a un reale rilancio del servizio sanitario regionale, logorato da tagli e ritardi e da un riordino che non è riuscito a recuperare il deficit nell’offerta di prestazioni e servizi nel quale la sanità lucana è scivolata. Serve una vera riforma del sistema sanitario regionale, incentrata su un nuovo equilibrio tra ospedale e servizi socio sanitari, con una forte differenziazione e integrazione fra medicina territoriale di prossimità e sistema ospedaliero”.

Per Summa si tratta di approntare “un nuovo modello di servizi territoriali, basato sul riassetto delle cure primarie e sulla sperimentazione di diverse configurazioni di strutture sanitarie e sociosanitarie intermedie fra ospedale e domicilio, in grado di rispondere ai bisogni di una quota sempre più crescente di pazienti cronici, polipatologici, non autosufficienti, fragili, le cui esigenze assistenziali sono determinate da fattori sia clinici che sociali”.

In Basilicata il numero di anziani è in forte crescita a fronte di un calo demografico sempre piú preoccupante, tanto da essere la prima regione del Mezzogiorno per calo della popolazione (-7,4%) con una previsione di perdita del 22,5% entro il 2050. Il 30% degli anziani vive solo e sono 42 mila i non autosufficienti, mentre ammontano a 19.402 le persone invalide con assegno di accompagnamento, di cui 12.025 ultra ottantenni.

“È evidente – ha aggiunto Summa – che serve una rete di strutture e servizi pensati sulla base delle mutate esigenze epidemiologiche, del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle patologie ad essa correlate che comportano cronicità e non autosufficienza. Una presa in carico individuale, che necessita di una rivisitazione profonda del modello di cure primarie, con un medico di medicina generale che sia protagonista di tale cambiamento nell’ottica di una forte e continua collaborazione con la rete dei servizi territoriali, anche nelle case della comunità, con tutti gli altri professionisti della salute, sociali e sanitari e più in generale con l’intero sistema socio sanitario.

In Basilicata – ha sottolineato Summa – sono previste sette case della comunità hub e dodici spoke, cinque ospedali di comunità e sei Cot, che dovranno essere riempite di personale, attrezzature e funzioni. Manca poco alla scadenza del Pnrr e il rischio di non raggiungere gli obiettivi entro giugno 2026 è reale.
La riforma dell’assistenza territoriale, con gli ingenti finanziamenti del Pnrr , è un’occasione straordinaria per migliorare la vita delle persone e non possiamo perderla. Ma serve anche una grande alleanza del mondo associativo e dei territori a partire dai sindaci per costruire una sanità pubblica e universalistica che garantisca il diritto costituzionale alla salute. La condizione delle risorse e degli investimenti resta e rimane il tema centrale per superare una delle fasi più drammatiche che attraversa il nostro servizio sanitario pubblico”.

In questo scenario così complesso di tagli e riduzione del servizi sanitari “si inserisce – ha ripreso il segretario generale dello Spi Cgil -la difficile situazione in cui si trova la nostra sanità lucana che per effetto delle scelte sbagliate fatte negli ultimi dieci anni, a partire dalla legge 2 del 2017 che ha accorpato nella provincia di Potenza tutti gli ospedali sede di psa al San Carlo, unitamente ai mancati investimenti sull’Asm di Matera, ha subito un gravissimo indebolimento che sta producendo una pericolosa e inarrestabile mobilità passiva che rischia di produrre il default della tenuta economica e finanziaria dell’intera sanità regionale. Ormai il saldo complessivo della mobilità passiva è arrivato a una cifra di allarme pari ad oltre 81 milioni di euro per il 2024, con un indebitamento della sanità regionale pari ad oltre 50 milioni di euro che se non sarà invertita rapidamente questa curva il possibile commissariamento sarà inevitabile con conseguenze drammatiche per i servizi e la garanzia delle prestazioni e il diritto alla salute a noi tutti.

È questione – ha concluso Summa – di scelte e di tempistica non più governabili con piccoli interventi correttivi, ma occorre un grande piano di investimenti di risorse aggiuntive da parte della Regione per rafforzare tutta la rete socio sanitaria nel nostro territorio.
Per questo credo che vada aperta una discussione vera e partecipata sull’utilizzo delle nostre royaltyes che non possono continuare ad essere oggetto solo di mero assistenzialismo, ma anche welfare e cura delle persone, atteso che la sanità e il welfare rappresentano un pezzo importante del nostro Pil, creando nuova occupazione”.