“Cosimo Sampietro: coscienza estetica moderna di un meridionale”: una mostra a Bernalda

Dal 21 marzo nelle sale del Castello Medioevale l’esposizione dedicata al pittore, fotografo, custode delle aree archeologiche di Metaponto
Sarà inaugurata a Bernalda, il 21 marzo alle 19, nelle sale del Castello Medioevale, la mostra fotografica dal titolo “Cosimo Sampietro: coscienza estetica moderna di un meridionale”. Cosimo Sampietro è un artista poliedrico ed ecclettico: pittore, fotografo, custode delle aree archeologiche di Metaponto, ideatore della famosa etichetta dell’ormai celebre Amaro Lucano per il Cavalier Vena nonché progenitore della “scuola bernaldese” che diede vita ad allievi di tutto rispetto come la figlia Adele Sampietro, anch’essa pittrice ed una delle prime fotografe d’Italia, Bernardino Santorsola, Amedeo D’Elia e Berardino Marsicano, tutti bernaldesi.
L’artista nasce a Roccaforzata, in provincia di Taranto, nel 1856 e muore a Bernalda, in provincia di Matera nel 1949 ma, nonostante, il suo attaccamento ad una cittadina di periferia come poteva essere quella lucana, si muove costantemente per tutto il Sud Italia coniugando la tradizione pittorica con le novità naturalistiche e simboliste della metà Novecento; un’azione che evidenzia come esista, in Basilicata, una provincia artistica, rispetto alle grandi città, che va via via ad essere assorbita da quest’ultima secondo una volontà di globalizzazione, così come appare necessario rivedere e recuperare le singole personalità, spesso sfuggite alle generali ricostruzioni, riscrivendone la storia, per ridare a ciascuno il proprio posto e il proprio ruolo.
Le recenti scoperte biografiche e stilistiche realizzate, di concerto con un team di esperti, ha indotto il CEA B&M che ha nella sua mission quella di rappresentare e supportare un territorio dal paesaggio unico e ricco di storia, tradizioni, arte e cultura di, ripensare al ruolo nevralgico che, questo importante artista, ha avuto nella produzione storico-artistica dell’Ottocento lucano costituendo, un trait d’union con quella dell’intero Mezzogiorno.
“La mostra di Cosimo Damiano Sampietro, ci permette di avviare un discorso scientifico su di lui, – afferma Geremia Ninno, presidente del CEA B&M – “che non può certo dirsi esaustivo con la presente mostra, attendendo studi ancora più approfonditi, che possano consentire di inserire la sua figura al posto giusto, quale tassello mancante, nel più ampio panorama storico-artistico del Sud d’Italia. La grande produzione artistica già attestata dalle recenti ricerche, effettuate presso gli archivi di Soprintendenze storico-artistiche, e per le quali ringrazio gli importanti contributi ottenuti in sinergia con il Comune di Roccaforzata, luogo di nascita dell’artista, e Palma Pomes della Proloco di Roccaforzata e attraverso il lavoro certosino
dell’Architetta Franca Digiorgio, della Storica dell’arte Gaetana Caterina Madio e della Critica d’arte Maristella Trombetta dell’UniBa, ha permesso finora di individuare, infatti, un’incessante attività del Sampietro tra la fine dell’800 e il primo ventennio del ‘900 in regioni quali Puglia, Basilicata, Calabria e Campania, permettendo di attestare una grande popolarità intorno al suo nome, tanto che le numerose committenze gli permisero di vivere del suo lavoro sviluppando competenze tali da consentirgli di concentrare l’ultima fase della sua attività pittorica su un sogno quasi, verrebbe da dire, di uscire dalle normali proporzioni per eseguire opere immense che diano a chi guarda la sensazione di uno spazio e di un tempo infinito portandoci a credere che per Cosimo Sampietro la pittura non necessariamente dovesse rappresentare ciò che si vedeva ma, anzi, ancor più, dovesse farlo per il non visibile.”
Nelle opere in mostra si evince la grande propensione dell’artista per la ritrattistica e le nature morte così come l’aderenza al vero che fece di lui un artista molto richiesto presso enti religiosi e privati, ricoprendo ruoli non semplici e non anonimi, per cui è indubbio ipotizzare la presenza di altrettante opere ancora inesplorate in giro per le nostre diocesi, che solo un attento riordino storico-artistico potrà presto riportare alla conoscenza consentendo alla maestria di Cosimo Damiano Sampietro di essere ancora una volta conosciuta e riconosciuta quale artefice della storiografia coeva.