Basilicata. L’ignoranza al potere

15 marzo 2025 | 16:09
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Basilicata. L’ignoranza al potere
Una seduta del Consiglio regionale

La manfrina intorno al Centro Internazionale di Dialettologia farebbe vergognare finanche le pietre

Dell’estrema importanza culturale e scientifica del Centro di Dialettologia, ci siamo occupati da tempo. Un Centro di ricerca di eccellenza, un’iniziativa radicata sul territorio regionale, che coinvolge ormai tutte le comunità locali lucane: almeno 100 Comuni su 131. Un campo di attività fulcro della cooperazione tra diverse Università italiane ed estere: Cambridge, Oxford, Manchester, New York, solo per citarne alcune. Punta di diamante del Centro il Progetto A.L.Ba. (Atlante Linguistico della Basilicata), che nasce nel 2007. La grande varietà linguistica e culturale del territorio lucano non ha eguali nel mondo, ecco perché studiosi di glottologia e linguistica di molti Paesi occidentali guardano alla Basilicata, e al CID, con estremo interesse. Ormai siamo all’ottavo convegno scientifico internazionale, nel maggio prossimo, che ancora una volta si svolgerà nella nostra regione.

Ci stiamo ripetendo, lo sappiamo. Chi ci segue sa quanti articoli abbiamo scritto su questa straordinaria esperienza culturale e scientifica. Tuttavia, i cittadini devo sapere che il CID è ancora in pericolo di vita, nel migliore dei casi costretto ad una sopravvivenza precaria e continuamente osteggiata. Sono rimasti, ancora per poco, tre giovani ricercatori, gli altri sono dovuti emigrare, legittimamente, per causa dell’ambiguo e paradossale atteggiamento delle autorità politiche regionali.

Un signore di origini lucane che vive a Bologna e che ha seguito la vicenda attraverso i nostri articoli, questa mattina, mi ha telefonato per chiedermi se la situazione del Centro di Dialettologia sia stata risolta. No, rispondo, anzi, peggiora. Alla domanda: ma perché? Io non ho saputo rispondere. Infatti, non c’è un perché, impossibile da capire le ragioni per cui si continua a fare manfrina e a prospettare le solite soluzioni temporanee, provvisorie, precarie. Una questione di costi? Assolutamente no. Al CID sarebbero destinati non più di centomila euro, spiccioli che i suoi responsabili e ricercatori si farebbero anche bastare. Centomila euro ancora una volta per un periodo limitato, a scadenza. Al contrario di quanto chiedono molti Comuni e associazioni culturali, le università estere e italiane partner del Progetto; al contrario di quanto chiedono intellettuali e semplici cittadini: il CID va reso permanente, va “istituzionalizzato”, perché è già un’istituzione culturale e scientifica di livello internazionale.

Viene da vergognarsi se si pensa che ad altri progetti, seppure estemporanei, e anche fallimentari, vengono destinati milioni di euro. Viene da vergognarsi se si pensa che la Regione partecipa in alcune Fondazioni inutili e finanzia, anche attraverso l’APT, sagre, alberi della cuccagna, eventi improbabili, ma soldi certi, nel quadro di nessuna strategia di promozione culturale. Ma c’è ancora più da vergognarsi ascoltando alcuni politici che con la loro ignoranza o furbizia, ruttano retorica che ormai ha il sapore dell’inganno. Ne riportiamo alcuni, ma la nostra critica riguarda l’intero Consiglio regionale i cui esponenti in misura diversa continuano a menare il can per l’aia. La nostra critica riguarda anche l’Unibas che su questa vicenda ha assunto un atteggiamento incomprensibile per noi comuni mortali.

Marcello Pittella, presidente del Consiglio regionale: Investire nella cultura è una scelta strategica. Il Consiglio regionale della Basilicata continuerà a sostenere iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio lucano, con l’obiettivo di rendere la nostra regione sempre più protagonista nel panorama culturale nazionale”.

Il Capogruppo in Consiglio regionale del partito di Calenda, Nicola Morea: L’attenzione per i piccoli centri, la valorizzazione delle nostre tradizioni e l’investimento nella cultura come motore di sviluppo devono restare priorità …L’impegno per la cultura e per i territori prosegue con ancora maggiore determinazione”.

Pasquale Pepe, Lega per Salvini Premier, vice presidente della Giunta Regionale: Bisogna preservare questo patrimonio culturale anche attraverso il potenziamento del Centro Interuniversitario di Dialettologia, già progetto Alba, presso l’Università degli Studi della Basilicata…  il Centro di Dialettologia va finanziato e istituzionalizzato, facendolo diventare autonomo e permanente. Pepe è scomparso subito dopo aver pronunciato queste parole in campagna elettorale.

Vito Bardi, presidente della Giunta Regionale: la cultura è un motore fondamentale per la crescita e l’attrattività della nostra terra.

Piero Marrese, già presidente della Provincia di Matera e oggi consigliere regionale PD-BD: “Il Centro Internazionale di Dialettologia rappresenta un patrimonio identitario della comunità lucana ed una opportunità di crescita e di valorizzazione dell’intero territorio regionale. È quanto mai opportuno intraprendere ogni utile azione al fine di preservare le nostre tradizioni e il nostro patrimonio linguistico”.

Chiacchiere. Chiacchiere sia sulla cultura in generale sia sul Centro Internazionale di Dialettologia che, nelle condizioni attuali, rischia seriamente di chiudere, semplicemente perché i giovani ricercatori rimasti, tre, hanno già la valigia pronta. Non sono più disponibili a lavorare in una parentesi sospesa ormai da tempo. Loro hanno competenze ed entusiasmo da vendere, naturalmente all’estero o in altri atenei italiani.

Ora, tanto per essere chiari, una politica degna di questo nome si farebbe in quattro per tutelare, consolidare e fare crescere questa formidabile esperienza. E invece? Invece accade quello che è sotto gli occhi di tutti, il tentativo subdolo e vile di lasciar morire il CID senza assumersi alcuna responsabilità. Oppure si tratta soltanto di ignoranza, di incompetenza, o di totale inconsapevolezza dell’importanza strategica del Centro di dialettologa, peggio ancora. Delle due l’una. Non ci sono altre spiegazioni ragionevoli.

Niente più chiacchiere. Si è ancora in tempo per non disperdere un grande patrimonio dalle enormi potenzialità. Basterebbe un finanziamento strutturale, non provvisorio, della Regione Basilicata nel quadro di una legge ad hoc che renda il CID un’Istituzione culturale e scientifica di rilievo regionale. L’alternativa è la costituzione di una Fondazione magari di partecipazione, anche a carattere internazionale, costituita dai fondatori Regione Basilicata, Comuni, Università italiane ed estere già partner del Progetto. Ecco, si discuta di questo seriamente e, soprattutto, si faccia qualcosa nel quadro di queste ipotesi. Ben vengano altre soluzioni, ma non è più tempo di manfrine. Anche perché il tempo è scaduto.

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