La Basilicata delle verità nascoste. Tra Antonio Tisci e Giuseppe Postiglione chi è il padrone?
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Il Commissario straordinario del Parco dell’Appennino Lucano andrebbe rimosso dall’incarico
Nella puntata dell’inchiesta, pubblicata il 2 febbraio scorso, abbiamo raccontato il curioso rapporto tra Antonio Tisci, ex direttore generale dell’Arpab e attuale Commissario straordinario dell’Ente Parco dell’Appennino Lucano, e il discusso editore e imprenditore Giuseppe Postiglione. Affidamenti diretti alle società del fantomatico Gruppo Cronache e alle società amiche di Postiglione quando Tisci era all’Arpab e da quando è Commissario del Parco. Affidamenti deliberati nel quadro di un’evidente relazione privilegiata tra i due sia sul piano professionale sia sul piano amicale. Ci siamo chiesti se nel contesto dei contenuti dell’inchiesta emerga un qualche conflitto di interesse in capo ad Antonio Tisci.
In questa puntata, avendo raccolto ulteriori elementi, la domanda la poniamo direttamente alla politica, alle altre autorità e allo stesso Tisci. C’è o non c’è conflitto di interesse? Sicuramente ci troviamo di fronte a questioni di opportunità e di etica pubblica. Più avanti spiegheremo.
L’ARPAB E IL CURRICULUM DI ANTONIO TISCI
Intanto dobbiamo riprendere la vicenda della nomina di Tisci a direttore generale dell’Arpab, il 17 settembre 2020. I lettori ricorderanno le polemiche non solo politiche su quella nomina. La Procura di Potenza all’epoca aprì un fascicolo a seguito di un esposto della Fp Cgil: “truffa per curriculum ottimizzato” sarebbe stata l’ipotesi d reato. Ad ogni modo l’incarico si concluse anzitempo nel peggiore dei modi. Nel 2020 nominato, nel 2022 prima sospeso e poi costretto alle dimissioni. La storia della nomina di Tisci è lastricata di dubbi e di forzature politiche, non ci piove. A proposito di dubbi, e prima di passare ai fatti nuovi emersi dalle nostre ricerche, il 2 maggio 2020 Tisci firma un curriculum, che troviamo tra gli atti dell’Arpab, in cui omette di scrivere che a quella data era dipendente di una delle società riconducibili a Giuseppe Postiglione.
DAL 2018 TISCI E’ AL SERVIZIO DEL FANTOMATICO GRUPPO CRONACHE
Dalle carte in nostro possesso emerge che Antonio Tisci è stato dipendente, con contratto full time, 40 ore settimanali, di una società riconducibile a Giuseppe Postiglione, probabilmente AGI S.r.l. di Potenza da settembre 2018 e fino a settembre 2023. Retribuzione annua, 15.993 euro, contratto applicato “emittenti radiofoniche locali” con qualifica di dirigente. L’AGI S.r.l. nel settembre 2023 avrebbe ceduto un ramo d’azienda all’Associazione culturale Comunicando e così Tisci diventa dipendente di quest’ultima dal 3 gennaio 2023. Qui viene assunto a 40 ore settimanali con il contratto applicato alle emittenti televisive, con la qualifica di direttore-dirigente, con una retribuzione annua di 26.865 euro. In sostanza sembra che i dipendenti dell’AGI srl, ora in liquidazione giudiziale, siano passati in organico all’Associazione Comunicando, ossia a un organismo riconducibile direttamente a Giuseppe Postiglione & C. come abbiamo già scritto qui. .
L’Associazione Culturale “Comunicando” con sede a Roma in via Circonvallazione Clodia 167, è un tassello strategico del circuito misterioso di Giuseppe Postiglione. Presidente del Consiglio direttivo della strana Associazione Culturale è Vincenzo Calabrese. Vicepresidente è Giuseppe Laccertosa, consigliere tesoriere e segretario Giuseppe Domenico Nigro, quest’ultimo pare scriva per Cronache Lucane e abbia legami di amicizia con la famiglia Postiglione. La stessa Associazione ha preso contributi statali, oltre 110mila euro tra il 2023 e il 2024, con il marchio “Le Cronache sociali” Abruzzo. Ed è stata destinataria di affidamenti dall’Alsia. Presidente e rappresentante dell’organismo fino all’11 gennaio 2025 è Vincenzo Calabrese amministratore unico di altre due società riconducibili a Postiglione: AGI srl con sede a Teramo e Star srl con sede a Potenza. Abbiamo già spiegato come e perché queste società siano riconducibili alla famiglia Postiglione. L’11 gennaio 2025 emerge una novità nell’Associazione: Vincenzo Calabrese resta presidente del Consiglio direttivo, ma Angelo Ferramosca diventa presidente e rappresentante dell’Associazione in quanto soggetto REA, ossia soggetto iscritto al Repertorio Economico Amministrativo della Camera di Commercio di Roma. Ricordiamo che Ferramosca da qualche mese è diventato anche amministratore unico dell’AGI S.r.l. in liquidazione giudiziale.
Sull’ Associazione culturale Comunicando, restano molti dubbi sia rispettivamente all’attività che svolge sia in quanto iscritta solo al REA. Seppure conta mediamente 28 dipendenti, seppure svolga ampia attività nella produzione e distribuzione di programmi radiofonici e televisivi e nella fornitura di contenuti, seppure partecipi a gare di appalto per la fornitura di spazi pubblicitari, risulta iscritta solo al R.E.A. “Si iscrivono nel R.E.A. le associazioni, le fondazioni e gli altri enti non societari che, pur esercitando un’attività economica commerciale e/o agricola, non abbiano per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di un’impresa”. Difficile capire perché Comunicando non abbia per oggetto principale l’esercizio di un’impresa. Tra l’altro mediamente si iscrive solo al REA “l’imprenditore che ha sede principale all’estero e che apre unità locali nel territorio nazionale.” Tutto strano. Anche perché Comunicando non è nemmeno un ente di terzo settore: non risulta iscritta al RUNTS. Dobbiamo aggiungere, anzi ribadire, che i presidenti di Comunicando sono personaggi assolutamente improbabili nel quadro della gestione di un’attività che nulla c’entra con i loro presunti profili professionali: Ferramosca si occupa di falegnameria e di pompe funebri; Calabrese si occupa di edilizia. Ma torniamo al rapporto di lavoro tra Antonio Tisci e le società del fantomatico Gruppo Cronache.
LE OMBRE ALLA LUCE DEL SOLE
Dunque è assodato: da direttore dell’Arpab Antonio Tisci ha più volte affidato direttamente alle società riconducibili a Postiglione servizi pubblicitari; è assodato che da Commissario del Parco dell’Appennino Lucano ha fatto la stessa cosa, ma con società amiche, e in affari, del fantomatico Gruppo Cronache. E’ un fatto che Antonio Tisci risulta dipendente dal 2018 e a tutt’oggi di aziende riconducibili alla famiglia Postiglione. E’ evidente che Tisci si è esposto in pubblico in qualità di direttore di Cronache TV e di direttore generale del Gruppo Cronache. In quest’ultima veste si presenta in pubblico quando era Commissario ad acta dell’Ente Parco e a pochi mesi dalla nomina di Commissario straordinario. Ora, non sappiamo se il Commissario Tisci si sia messo in aspettativa non retribuita dall’azienda in cui risultava dipendente quando era direttore dell’Arpab. Non abbiamo trovato nulla che lo dimostri, ma speriamo che lo abbia fatto: anche se nel curriculum del 2 maggio 2020 non vi è traccia dell’attività di un’assunzione o collaborazione con una delle società di Postiglione. Non sappiamo se quando è stato nominato Commissario dell’Ente Parco si sia messo in aspettativa dall’azienda che lo ha riassunto il 3 gennaio 2023. Non ci sono motivi per dubitare che lo abbia fatto.
Resta da capire, lo ri-chiediamo alle autorità competenti, se siamo in presenza di un conflitto reale o potenziale che configuri l’incompatibilità di una posizione che potrebbe pregiudicare l’imparzialità del Commissario straordinario dell’Ente Parco nelle procedure di affidamento di forniture e servizi.
IL GIOCO DEI BUSSOLOTTI DI POSTIGLIONE
Dalla nostra lunga inchiesta, compreso questa puntata, emerge chiaramente che il fantomatico Gruppo Cronache non è altro che una famiglia allargata di società tra loro collegate in capo ad unico disegno di affari. Più che un Gruppo editoriale si tratterebbe di un gruppo di affari, più che di un Gruppo imprenditoriale si tratterebbe di un’associazione finalizzata al gioco dei bussolotti. In questo quadro di intrecci societari non è chiaro chi fattura a chi, chi usa i dipendenti di chi e chi paga chi e come paga. Domande che abbiamo già rivolto sia alle autorità sia a Giuseppe Postiglione il quale continua a non rispondere. Non è chiaro chi sia l’editore di cosa e chi proprietario di altro. Un’altra domanda, a questo punto, abbiamo il dovere di socializzarla: i dipendenti, giornalisti, collaboratori, delle testate di cui Postiglione dice di essere editore sanno chi è il loro datore di lavoro? E tra tutti coloro che risultano assunti nei documenti ufficiali, c’è qualcuno che è assunto a sua insaputa?
CONCLUSIONI PROVVISORIE
Insistiamo con le nostre ricerche sul labirintico mondo di Postiglioneper un motivo molto semplice. Dal nostro osservatorio vediamo movimenti, alleanze, intrecci di interesse che, a parte le questioni specifiche che riguardano il presunto editore potentino, raccontano di una Basilicata alla mercé di un’élite di potere senza scrupoli che continua ad inquinare la democrazia e l’informazione. La rappresentazione plastica di questo potere trasversale ci è stata offerta dall’ormai famoso Gran Galà fuffa della Comunicazione andato in scena il 23 dicembre scorso e organizzato dalla famiglia Postiglione in onore del presunto pioniere assoluto delle radio private Nino Postiglione. Arrivederci alla prossima.
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