Stellantis, Melfi: “Ormai sono 2 mesi che non mi chiamano”

1 febbraio 2025 | 16:27
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Stellantis, Melfi: “Ormai sono 2 mesi che non mi chiamano”
Foto di repertorio

La voce degli esclusi dalla linea: “Questa è una selezione naturale, ti senti inutile, senza speranza e senza futuro. Che fine ha fatto la ‘rotazione per tutti’ di cui azienda e sindacati si riempivano la bocca?”

“Andrà a finire che mi chiameranno a S. Valentino”. L’ironia è a amara, la voce è di un lavoratore del Montaggio che ormai “ha dimenticato come sono fatte le postazioni”. Prosegue la nostra indagine sociale sugli “esclusi” dalla linea, per ragioni ascrivibili ad una sorta di “selezione naturale” che la multinazionale starebbe attuando a Melfi. “Personalmente non ho limitazioni né particolari problemi fisici eppure i capi continuano a non chiamarmi”, ci assicura un operaio. “L’ultima giornata sulla linea l’ho fatta ai primi di dicembre, quindi ormai sono passati 2 mesi e già so che la prossima settimana continuerò a rimanere a casa perché il mio turno è a riposo. Quindi se tutto va bene, chissà, mi chiameranno nella settimana di S. Valentino, dopo oltre 2 mesi”.

La parola più pronunciata da questi operai di serie b è “cds”, cioè Cassa integrazione, quindi stipendio più che decurtato. “Al di là di tutto è proprio il sentirsi fuori dal processo produttivo a fare più male – ammette – anche a casa, in famiglia, bisogna stringere la cinta più che mai e non si riesce a dare alla famiglia ciò che si vorrebbe, salgono nervosismo e tensione”. Si vive male così, specie se la scelta non è voluta, ma imposta. “Ci sono colleghi che hanno fatto 1, massimo 2 giorni a gennaio, quindi non è che se la passino molto meglio. Il punto è che se non fai una settimana a fila non riesci a capire i tempi e le operazioni da fare, specie ora che c’è un’auto nuova che passa sulla linea, la Ds8, e un’altra che a breve dovrebbe girare, la nuova Compass”. Si chiede il lavoratore: “Come si farà a produrle secondo i cronoprogrammi, le nuove auto, se non le hai mai viste e non sai neanche come metterci mano?”

Qualcuno, più fortunato, qualche giorno in più di lavoro l’ha fatto nell’ultimo mese, e ha parlato di “ritmi sempre più veloci, di operazioni sempre più complesse da fare”. Proprio a tal riguardo, sottolinea la nostra fonte “esclusa” dalla linea: “Ci sono colleghi, una minoranza, che stanno scendendo con una certa frequenza, è in atto una selezione naturale tra chi è stato prescelto e chi invece viene considerato solo un peso”. Sullo sfondo ci sarebbe la scelta di Stellantis di serrare i ranghi e di mantenere al lavoro solo i più efficaci e lasciare fuori gli altri, appoggiandosi sulla Cassa integrazione, se non proprio sulla fuoriuscita con incentivo dei ‘non desiderati’. “Vogliono che ce ne andiamo – suggerisce l’operaio – ma dopo 30 anni di sacrifici a S. Nicola di Melfi come si può pensare di metterci alla porta o di escluderci?”. A non funzionare, ormai è chiaro, “è la ‘rotazione per tutti’ di cui azienda e sindacati si riempivano la bocca fino a qualche mese fa”. Tutto però sembra essere cambiato in fretta. E anche le “tutele sindacali” da garantire agli “esclusi” sembrano più che mai, oggi, lettera morta. In sintesi, dopo gli scioperi di ottobre, il braccio di ferro tra Governo e Stellantis, e il tanto agognato ‘Piano per l’Italia da 2 miliardi’, sembra di essere tornati al punto di partenza, anzi peggio. Tavares non c’è più, ora c’è Imparato in sella a Stellantis. Eppure cresce solo la Cassa Integrazione. Nel silenzio generale.