Roberto Fiore e il rientro di un milione e mezzo di lucani emigrati

3 febbraio 2025 | 13:21
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Roberto Fiore e il rientro di un milione e mezzo di lucani emigrati
Roberto Fiore a Potenza

Il leader neofascista di Forza Nuova a Potenza per fare sciocca propaganda, grazie ai nostri esponenti politici

Arriva stamattina in redazione un comunicato stampa il cui contenuto sembra uscito da un pessimo libro di fantasia. Lo firma Roberto Fiore, capo dell’organizzazione neofascista di Forza Nuova che, come aveva annunciato nei giorni scorsi è giunto nel Capoluogo per incontrare, ieri 2 febbraio, i “responsabili locali” del Movimento per le province di Matera e Potenza.

“Durante l’incontro, si legge nel comunicato, si è discusso di importanti iniziative da promuovere sul territorio, con particolare attenzione a due proposte chiave: 1 – Screening per i vaccinati – A fronte della crescente preoccupazione nella popolazione sugli effetti avversi dei vaccini, Forza Nuova intende promuovere iniziative volte a garantire controlli approfonditi sulla salute dei cittadini vaccinati. 2 – Rientro dei lucani emigrati – Il movimento si impegna a sostenere il diritto al ritorno del milione e mezzo di lucani emigrati nel mondo nell’ultimo secolo, i quali, per ius sanguinis, conservano il diritto alla cittadinanza italiana.” (sic!)

Queste due proposte, a dir poco ridicole, si commentano da sole per almeno due ragioni: sono assolutamente impraticabili, di conseguenza fanno emergere la grave carenza di contenuti di una formazione politica che sopravvive di simboli e ricordi anche questi inaccettabili.

L’annuncio di Fiore del suo arrivo a Potenza è datato 19 gennaio:Basta immobilismo, in 10 giorni al via la battaglia contro i veri mali della Basilicata! Entro dieci giorni riunirò i forzanovisti in Basilicata per lanciare una campagna volta a combattere i veri mali di questa terra” Lo scrisse in seguito alle dichiarazioni di Nicola Fratoianni a proposito dell’intitolazione del Belvedere di Montereale a Potenza a Bonaventura Postiglione.

Il leader dei neofascisti di Forza Nuova è stato più esplicito il 4 gennaio, quando con un altro comunicato entra a gamba tesa nella caciara su Postiglione provando a ricavarne visibilità: “a proposito della polemica relativa all’intitolazione del belvedere di Parco Montereale al compianto Nino Postiglione, sento il dovere di ricordare la sua figura. Nino Postiglione fu un giornalista coraggioso e capace, protagonista di battaglie scomode contro la partitocrazia dell’epoca. La collaborazione con lui rappresentò per me un’esperienza politica concreta, fondata sull’amore comune per la nostra Terra lucana. Osservare oggi la sinistra rincorrere fantasmi e attaccare la memoria di una persona che non può più difendersi evidenzia chiaramente il motivo per cui la società lucana risulta disarmata di fronte ai grandi problemi … Colgo l’occasione per informare che la neonata sezione potentina di Forza Nuova organizzerà, entro le prossime quattro settimane, un convegno dedicato proprio al tema dell’acqua.” 

Con queste dichiarazioni Fiore sancisce l’appartenenza del defunto Bonaventura Postiglione a Forza Nuova. La vicenda dell’intitolazione di spazi pubblici al presunto precursore delle radio private nonché collaboratore di Roberto Fiore ha aperto uno spiraglio a qualche nostalgico neofascista lucano dormiente. Gli autori di questo capolavoro sono noti: tutti i politici che si sono resi complici di quella narrazione fasullasulle radio libere e sulla grandeur dei media riconducibili agli eredi di Bonaventura.

Ora, speriamo che questa di Roberto Fiore sia soltanto una sceneggiata e che non abbia a che fare con un risveglio, seppure timido, di certi istinti “politici” che la storia pare non abbia ancora del tutto seppellito. Ci auguriamo che la neonata sezione potentina di Foza Nuova sia soltanto una bufala: all’incontro di ieri svolto in un famoso locale, c’erano all’incirca 7-8 persone. L’assalto alla Basilicata di Roberto Fiore dovrebbe essere già fallito. Ad ogni modo è necessario tenere alta la guardia, con questa gente non si sa mai. E sarebbe anche il caso che i vari partecipanti al Gran Galà della fuffa e i sindaci, Vincenzo Telesca in testa, che hanno contribuito ad innescare questa deriva, facciano mea culpa e tornino sui loro passi.