Potenza, Acta: una fiche sul tavolo da poker del potere politico

25 febbraio 2025 | 17:35
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Potenza, Acta: una fiche sul tavolo da poker del potere politico

L’Azienda speciale per la cura e la tutela dell’ambiente del Comune di Potenza è senza amministratore unico. Maurizio Napolitano si è dimesso in questi giorni “per ragioni istituzionali”: Che vuol dire? Cosa si nasconde dietro le apparenze?

L’Acta S.p.A. interamente partecipata dal Comune di Potenza è una delle postazioni strategiche, bacini di voti e di potere, che vengono assegnate in base a giochi e a criteri ignoti ai cittadini. Giochi tra gruppi di interesse e criteri spesso criptati.

Un’azienda che conta circa 150 dipendenti, che ha un’esposizione debitoria di circa 20 milioni assistiti da garanzie reali sui beni sociali. I crediti verso utenti Taric, sono pari a 22.897.864 euro (al lordo del Fondo svalutazione crediti) di cui 7.615.000 sono relativi al saldo Taric 2023, il resto rappresenta il residuo Taric non incassato dal 2018 al 2022. Insomma, situazione simile a quella di Acquedotto Lucano S.p.A.: non si riesce ad incassare il dovuto dagli utenti. A sentire fonti interne, la baracca ha seri problemi di diversa natura. Ma questa è cosa nota.

Problemi mai risolti nel corso di diversi avvicendamenti di amministratori unici, consiglieri di amministrazione, direttori generali, presidenti di Cda. Incarichi quasi sempre legati alle dinamiche interne ai partiti e ai giochi della politica. Il proprietario dell’Acta, ricordiamolo, è chi detiene il 100% del capitale di 2 milioni di euro, vale a dire il Comune. Perciò il potere decisionale sugli incarichi spetterebbe al sindaco pro-tempore e alla sua Giunta. Ecco perché ogni volta che cambia la maggioranza amministrativa in qualche modo mutano gli assetti interni all’Azienda Speciale. Usiamo il condizionale “spetterebbe” perché il sindaco rappresenta diversi interessi politici ed economici a cui deve dare conto: perciò a decidere non è da solo.

Maurizio Napolitano è stato nominato dalla Giunta Guarente e prima ancora la giunta De Luca nominò Roberto Spera, già presidente del Consiglio di amministrazione e poi amministratore unico fino al 2020. Successore, nell’agosto 2020, sempre con la Giunta Guarente, Camillo Naborre in sella circa tre anni fino alla nomina di Maurizio Napolitano avvenuta nel giugno 2023.

Ecco perché Napolitano si dimette in anticipo rispetto alla scadenza dell’incarico che sarebbe durato fino all’ approvazione del bilancio 2025. E’ cambiato il “padrone” dell’Azienda, intorno al quale riprendono i soliti giochi di potere condotti dal sindaco Vincenzo Telesca e dagli amici degli amici. Nella foto, Roberto Spera Roberto Spera

LA NOSTRA IPOTESI

Dobbiamo ripartire da Roberto Spera, nominato all’epoca da De Luca sindaco, ma suggerito da personaggi oggi appartenenti alla galassia di centro destra nella solita logica della trasversalità del Sistema di potere. Roberto Spera, è stato presidente del Consiglio di amministrazione di Acta dal 26 luglio 2016 al 17 marzo 2017 e amministratore unico dal 18 marzo 2017 al 7 agosto 2020. Sarebbe questo, secondo la nostra ipotesi, il “manager” prossimo amministratore unico di Acta in seguito alle dimissioni di Napolitano. Perché?

Spera è l’uomo che si incastra bene come soluzione gradita ai nuovi arrivati nelle stanze del Comune di Potenza. E’ il cognato di Giovanni Lettieri segretario regionale del Pd ancora per poco. Il testimone di nozze al matrimonio di Spera sarebbe stato Vincenzo Telesca. Sulla scena del gradimento comparirebbe Vito De Filippo, sponsor di Telesca nelle ultime elezioni amministrative e Roberto Speranza tassello importante della comitiva. Amici, parenti e compari. Le aspirazioni di Roberto Spera all’Acta, compare di Telesca e cognato di Lettieri, “per il momento – avevamo scritto nel dicembre scorso  – restano congelate.” Ma i tempi dello scongelamento sarebbero arrivati.

LA CARRIERA DI ROPERTO SPERA: DA AGENTE DI COMMERCIO A MANAGER DEI RIFIUTI

Un tempo lontano Spera aveva una partita iva in qualità di “agente e rappresentante di mobili in legno, metallo e materie plastiche”. Attività cessata. Diventa socio della Venum 3.0 srl, azienda amministrata da Giuseppe Traficante, di cui ci siamo occupati con un’inchiesta in tre puntate.Nella galassia della Venum 3.0 troviamo la Webphone S.r.l. destinataria di un affidamento diretta da parte di Acta, quando Spera era presidente del Consiglio di amministrazione. Affidamento che suscitò diverse polemiche in quanto amministratore della Webphone all’epoca era un amico ed ex socio in altra azienda di Roberto Spera. Il nostro ex amministratore Acta all’età di 47 anni, nel 2019, consegue una laurea triennale in economia aziendale, non è dato sapere in quale università.

Abbandonato il settore dei mobili su suggerimento di amici politici si butta nel settore dei rifiuti. Prima di approdare all’Acta, lavora per un paio di anni con la Garby srl di Noale in provincia di Venezia; e prima ancora con la Green Service srl di Potenza come responsabile della gestione di una piattaforma di rifiuti, anche questa azienda, ora in liquidazione, del circuito di Giuseppe Traficante.  Dopo l’esperienza all’Acta Spera si incammina in una carriera tutta centrata su rifiuti e green economy: consulenze, docenze, assistenza tecnica, anche con la sua società, la Roberto Spera srls Esperti in Transizione Ecologica, servizi di consulenza ambientale, di cui amministratore unico è Pietro Floris.

La carriera lo porta anche a svolgere altre funzioni di dirigente fino ad approdare nel gennaio 2024 all’AMIU S.p.A.  a Genova società partecipata di cui il Comune Capoluogo della Liguria detiene l’intero capitale sociale. AMIU S.p.A. (Azienda Multiservizi e d’Igiene Urbana) offre tutti i servizi legati alla gestione del ciclo dei rifiuti e alla tutela dell’ambiente. Chi ha nominato Roberto Spera direttore generale? Il Consiglio di amministrazione presieduto da Giovanni Battista Raggi, già tesoriere regionale del Pd ligure.

La società Roberto Spera srls Esperti in Transizione Ecologica, è destinataria, nel 2023, di un affidamento diretto da parte del Comune di Genova per il “servizio di supporto alla Direzione Ambiente per l’attività di controllo analogo della Società in house AMIU Genova, per l’attivazione di un progetto di sperimentazione della tariffa puntuale e per analisi del contesto per il progetto Ecoisole.” Importo 34.300 euro, tempi di completamento del servizio da gennaio a dicembre 2023. Una consulenza alla Società di cui qualche mese dopo sarebbe diventato direttore generale.

L’azienda di Roberto Spera fattura, nel 2023, oltre 500mila euro (+ 200mila rispetto al 2022) con un utile di circa 50mila euro. Nel 2022 la società di Spera si aggiudica l’appalto per il servizio di “affiancamento nella redazione del nuovo bando di gara per l’affidamento del servizio RSU con sistema porta a porta, comprensivo di capitolato, del Comune di Francavilla in Sinni, importo 8mila e 200 euro.

Nel settembre 2024 si aggiudica per un importo di 94mila euro l’affidamento dell’incarico professionale relativo all’attività di “supporto alla progettazione degli atti ed elaborati tecnico-progettuali funzionali al compimento della Gara per l’affidamento della Gestione Integrata del Ciclo dei Rifiuti nel Territorio dei Comuni della SRR Trapani Provincia Sud Scpa Ambito Territoriale Ottimale n. 18” Unico partecipante in gara.

Il 31 luglio 2024 alla Spera srls viene affidato, dalla Riberambiente S.r.l, società in house del Comune di Ribera, il servizio di ideazione e fornitura materiale previsto nell’ambito del progetto di comunicazione per lo sviluppo della raccolta differenziata di rifiuti di imballaggi in vetro: importo 17.500 euro.

Ora, chi meglio di Roberto Spera, cognato di Giovanni Lettieri, compare di Vincenzo Telesca, dopo aver arricchito il suo curriculum dai tempi di Acta ad oggi, può aspirare al vertice dell’Azienda Speciale del Comune di Potenza? Nessuno, forse. Il forse è necessario per almeno tre ragioni: Spera si trova così bene a Genova, con una retribuzione annua di 145mila euro lordi, e non ha alcuna intenzione di mollare l’AMIU, anche se la stessa cifra più o meno la guadagnerebbe all’ACTA; o forse perché il contratto con l’Amiu prevede l’obbligo di permanenza nella società per 3 anni; o forse perché i signori che avrebbe deciso di nominarlo all’Acta in seguito a questo articolo tornerebbe sui loro passi in modalità “per fare dispetto alla moglie…”