Indotto Stellantis Melfi, Lear: “Domani te ne stai a casa”

24 febbraio 2025 | 17:46
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Indotto Stellantis Melfi, Lear: “Domani te ne stai a casa”

La riduzione del lavoro nella fabbrica dove si realizzano sedili per Stellantis, raccontata da un operaio storico. “In un anno perse tutte le certezze. Ormai lavoriamo a chiamata, basta un messaggio e il giorno dopo te ne stai in Cassa Integrazione”

Per capire come si sono ridotte le ore lavorative nell’universo Automotive, a Melfi, questa volta a darci lumi è un operaio della Lear, storica fabbrica sorta poco dopo la Fiat, negli anni ’90, per fornire sedili. È la seconda azienda in termini di grandezza a San Nicola di Melfi, con oltre 500 operai al seguito. A raccontarci come stanno le cose un addetto sulla linea ‘della prima ora’, che ci mostra, con grande orgoglio, alcuni tra i sedili “più pregiati” realizzati in questi anni. Ci dice quanto era fiero di appartenere a questa ‘casa’. Lo scorso anno, però, all’improvviso, anche qui, è passata una bufera, che ha ridimensionato sogni e certezze future. Il passaggio all’elettrico è vissuto come un grande trauma.

“Fino al 2024 – spiega – lavoravamo quasi tutti i giorni, su due turni, e si producevano poco più di 300 vetture a turno”. Un ritmo incalzante. Col 2025, invece, sono state ridisegnate le turnazioni. “Si lavora con quattro squadre, a febbraio solo sul primo turno, e con una velocità di 160 vetture”. Un solo turno, da 160 auto, mentre lo scorso anno se ne producevano 300, su 2 turni. E questo rende perfettamente il senso della riduzione del lavoro e delle richieste di sedili che provengono dalla galassia Stellantis. E poi scende nei dettagli, parla delle conseguenze. “Quattro squadre vuol dire che lavori solo la settimana in cui scende la tua squadra, ogni mese. In pratica lavori una settimana al mese, a causa dell’esubero, e neanche tutta la settimana”. E infatti aggiunge: “A fine turno arriva il capo e ti fa capire che, nonostante il giorno dopo saresti dovuto scendere perché toccava alla tua squadra, quella settimana, ti si avvicina e ti dice che il giorno dopo ‘te ne puoi stare a casa’, perché tocca al tuo collega che il giorno prima non ha lavorato”.

Troppi operai e poco lavoro. Ne consegue una “rotazione” che sacrifica ulteriormente la già risicata settimana prevista ogni mese. “Oppure capita che il giorno prima vieni avvisato, con un messaggio, che non devi scendere l’indomani”. Una caduta verticale, in pochi mesi. “Capita quindi di lavorare 2 o 3 giorni al mese, quando fino allo scorso anno si lavorava quasi tutti i giorni. Se poi hai qualche problema su alcune postazioni che non riesci a fare, ti chiamano ancora meno”. Con questo andazzo, anche tutte le prospettive future finiscono per ridimensionarsi. “Per chi lavora qui da tanti anni, cioè da quando si è insediata la fabbrica, tutto ciò è deprimente, ti fa capire che tra un po’ potrebbe esserci anche da noi una riduzione del personale come già sta avvenendo all’interno di Stellantis”.

In sintesi, Lear è sempre stato un fiore all’occhiello della produzione, a San Nicola di Melfi. E i sedili sono essenziali a Stellantis. Il netto calo di richieste e di lavoro, fa capire quanto si siano ridotti numeri e aspettative del Gruppo italo francese. Ed ecco che anche le parole pronunciate dal nuovo responsabile Europa, Jean Philippe Imparato, la scorsa settimana (“A Melfi puntiamo a 150mila auto l’anno”) assumono un altro significato, più sinistro. Sono molto meno delle 400mila prodotte nei bei tempi andati. Ma visto l’andazzo, persino quelle “150mila” previste, appaiono oggi come una sorta di miraggio difficile da agguantare.