Crisi dei salari nel terziario: il grido d’allarme della UILTuCS
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“I lavoratori del settore pagano più di altri due gravi “gap”: da una parte il diffuso precariato e, dall’altra, il crollo dei salari, con un drastico -8% in dieci anni che, nel commercio, diventa un inquietante -15%”
I lavoratori del terziario pagano più di altri due gravi “gap”: da una parte il diffuso precariato e, dall’altra, il crollo dei salari, con un drastico -8% in dieci anni che, nel commercio, diventa un inquietante -15%. A questa condizione si aggiungono le numerose vertenze aziendali, specie in Basilicata, caratterizzate dai cambi di appalto in servizi pubblici e privati, che riducono ulteriormente i posti e gli orari di lavoro e, di conseguenza, il salario.
Questi sono stati i temi centrali del Consiglio Regionale UILTuCS, tenutosi venerdì, al quale hanno partecipato il Segretario Generale Nazionale Paolo Andreani, il Tesoriere Mauro Munari e il Segretario Regionale UIL Vincenzo Tortorelli. Nella sua relazione, il Segretario Regionale UILTuCS Basilicata, Fabio Tundo, ha tracciato un quadro della situazione, evidenziando le numerose emergenze e vertenze aziendali che il sindacato ha affrontato e continua ad affrontare.
Una delle battaglie vinte dalla UILTuCS è quella che ha coinvolto i lavoratori impiegati nei servizi di ausiliariato degli ospedali del territorio materano. Questi lavoratori erano contrattualizzati per un monte ore settimanale di 20 ore, ma ne prestavano almeno 40. Grazie al mandato unitario ricevuto dai lavoratori, il sindacato è riuscito a ottenere la contrattualizzazione delle ore effettivamente lavorate, con un notevole beneficio sia in termini di condizioni lavorative che retributive e contributive.
Altre vertenze, in particolare quelle determinate dai cambi di appalto, hanno portato a una crescente instabilità del settore, determinando una riduzione della forza lavoro e delle ore lavorabili. Secondo Tundo, per dare stabilità e rilanciare il settore, anche attraverso il volano degli appalti pubblici, è necessario intervenire per superare il sistema dei massimi ribassi, ora definito “offerta economicamente più vantaggiosa”, privilegiando la qualità del lavoro e il coinvolgimento delle imprese locali.
In particolare, la UILTuCS chiede bandi di gara che consentano alle imprese del territorio di partecipare e che evitino di rendere sempre più deboli e precari i rapporti di lavoro. Gli appalti devono rispettare quanto previsto dal Codice degli Appalti, evitando ribassi eccessivi e offerte anomale. Il sindacato sollecita la Regione a promuovere un protocollo per la gestione trasparente ed efficace degli appalti pubblici, con un’azione forte di stimolo e controllo sulle stazioni appaltanti. A tal fine, viene proposta l’istituzione di una struttura di missione e controllo sugli appalti, coinvolgendo le segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL.
I salari nominali medi in Italia, nell’ultimo decennio, sono cresciuti meno dell’inflazione, subendo un arretramento reale dell’8%, a fronte di una crescita dei salari reali negli altri Paesi (tra il +2% e il +15%). L’erosione del potere d’acquisto è stata ancora più grave nel settore terziario, dove i salari sono calati dell’11,4% rispetto all’indice Ipca-Nei e del 13,5% rispetto all’inflazione reale misurata dall’indice Nic dei prezzi al consumo.
Il Segretario Generale Andreani ha fatto riferimento alla ricerca della UILTuCS su salari e contrattazione, basata su una rielaborazione di dati Istat ed Eurostat. Sulla base di questi risultati, la UILTuCS ha elaborato una proposta concreta per una riforma della contrattazione collettiva e delle dinamiche salariali, con l’obiettivo di ridurre la povertà del lavoro, che è ormai evidente: i salari nominali medi in Italia si attestano poco sopra i 30.000 euro annui, mentre negli altri Paesi il range va dai 41.000 ai 62.000 euro.
“Dai dati relativi al settore del commercio – commenta il Segretario Generale UILTuCS Paolo Andreani – emerge chiaramente che, nonostante la pandemia e le sue conseguenze, le imprese hanno accumulato utili enormi. Tuttavia, quasi nulla di questi profitti è stato reinvestito, contribuendo alla spirale inflattiva e alla stagnazione dell’economia nazionale. La produttività del lavoro nel commercio è cresciuta cinque volte di più rispetto alla media degli altri settori, ma non è stata minimamente redistribuita ai lavoratori. Questo scenario si somma al crollo del potere d’acquisto, che ha gettato la maggioranza dei lavoratori del settore in una condizione di povertà. Una seria riforma del sistema contrattuale – conclude Andreani – non è più rinviabile, se si vuole restituire al mondo del lavoro la dignità che gli spetta.”
Per il Segretario Regionale Uil, Vincenzo Tortorelli, il Consiglio Regionale è stata un’importante occasione di confronto e programmazione per il futuro dell’organizzazione. Un grande riconoscimento va al nuovo gruppo dirigente, guidato dal Segretario Regionale Tundo e dalla sua segreteria, con l’ingresso di Bruno Serrone. “Il loro coraggio e la loro determinazione – ha sottolineato Tortorelli – rappresentano una spinta fondamentale per il rafforzamento della nostra azione quotidiana. Importante è anche la formazione che si sta mettendo in campo per il prezioso impegno delle delegate e dei delegati, uno strumento essenziale per garantire ai lavoratori che rappresentano conoscenze e competenze utili a tutelare i diritti e traguardare maggiore sicurezza nel lavoro.”
Insieme, coadiuvati dai Servizi ITAL e CAF, la UILTuCS sta lavorando per far crescere la rappresentanza in tutti i settori: dal commercio alla ristorazione, dal turismo ai servizi, fino alla vigilanza privata e alla grande distribuzione. Realtà in cui il sindacato è impegnato a rilanciare la campagna #NoaiLavoratoriFantasma, con l’obiettivo di garantire tutele sempre più forti, migliori condizioni di lavoro e una presenza capillare nei luoghi di lavoro.