Cia Agricoltori: giù le mani dal Granaio Italia

1 febbraio 2025 | 13:18
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Cia Agricoltori: giù le mani dal Granaio Italia

Moscaritolo: “strumento importante per garantire maggiore trasparenza al settore dei cereali in un contesto dove le importazioni aumentano in maniera significativa”

Una serie di emendamenti al decreto Milleproroghe del Governo potrebbe rinviare ancora una volta l’attivazione di Granaio Italia. Esprimendo preoccupazione a riguardo, Cia-Agricoltori invita a mettere giù le mani dal Registro telematico sulle giacenze di cereali, la cui istituzione è da tempo già realtà e con grande pressing della confederazione.

Per Leonardo Moscaritolo presidente Gruppo Lavoro cereali Cia il Granaio Italiano è uno strumento importante in particolare a garantire maggiore trasparenza al settore dei cereali in un contesto dove le importazioni aumentano in maniera significativa con il rischio di far crollare ancora di più il prezzo dei cereali. Tra le richieste avanzate da tempo da Cia oltre l’istituzione di un registro telematico per la trasparenza delle giacenze, il riconoscimento dei costi di produzione come prezzo base per la contrattualizzazione, l’incremento di risorse per favorire i contratti di filiera, investimenti in ricerca per varietà resistenti ai cambiamenti climatici, riduzione dei costi di produzione.

Cia “comprende le difficoltà emerse nell’applicazione del meccanismo delle sanzioni, dovute alla criticità riscontrate nel software di gestione, ma ribadisce l’urgenza di uno strumento indispensabile per riportare trasparenza sui mercati e tutelare le produzioni cerealicole Made in Italy.
Va assolutamente rispettato l’impegno preso, ormai più di sette mesi fa, ribadisce Cia, facendo nuovamente appello alle istituzioni perché venga scongiurato ogni rischio di ennesima proroga. Non si disattendano le aspettative degli agricoltori, ai quali è stato garantito di voler salvaguardare la qualità dei cereali nazionali, mettendo un freno all’import selvaggio e assicurando prezzi giusti”. Cia evidenzia che le produzioni cerealicole lucane, di qualità eccellente, hanno subito danni dagli eventi climatici avversi (siccità 2024) e che i produttori attendono risposte sugli indennizzi contestando modalità e criteri contenuti nel decreto recente che non dà risposte ai vari comparti (oltre al cerealicolo) che hanno subito danni da siccità”.