Automotive, a Melfi situazione drammatica: “serve riforma vera degli ammortizzatori sociali”
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La complessa situazione del settore automotive al centro del Consiglio Territoriale della Uilm Basilicata
Questa mattina, a Melfi, si è tenuto il Consiglio Territoriale della Uilm Basilicata alla presenza del Segretario Nazionale Gianluca Ficco, responsabile del settore auto per la Uilm Nazionale. Presente anche il segretario regionale Marco Lomio, che ha aperto i lavori. Al centro del confronto
la complessa e drammatica situazione industriale del settore automobilistico nel nostro Paese, con particolare attenzione a Melfi. La crisi-è stato evidenziato- colpisce in primis i lavoratori della logistica, che vivono grazie agli ammortizzatori sociali ormai prossimi alla scadenza, come quelli di SGL, che termineranno nel mese di luglio. Non esistono soluzioni miracolistiche di fronte alla rapidità con cui vengono attuati alcuni provvedimenti decisi dalla Comunità Europea. Tuttavia, -secondo la Uilm-è necessario non arrendersi e continuare a lavorare affinché si possa salvaguardare l’intera filiera produttiva e industriale dell’automobile.
Come ha ricordato il Segretario Nazionale della Uilm, Gianluca Ficco, Melfi ha attraversato profonde trasformazioni negli ultimi anni, passando
dall’industrializzazione a marchio Jeep con accordi che all’epoca sembravano impopolari, ma che oggi hanno garantito la produzione di veicoli ancora essenziali per il futuro dello stabilimento. Oggi la sfida si chiama transizione elettrica, che sta sempre più integrando la produzione di veicoli ibridi nel nuovo piano industriale. Oltre alla questione della produzione, ci sono altri temi cruciali che devono essere affrontati con sano realismo, come il costo dell’energia. Essere competitivi rispetto agli altri Paesi europei significa garantire un’energia accessibile per le aziende: oggi, in Italia, il costo dell’energia è quattro volte superiore rispetto alla Spagna, e questo può scoraggiare gli investimenti industriali nel nostro Paese. Allo stesso tempo, è necessario mantenere i lavoratori all’interno delle aziende anche attraverso strumenti di sostegno adeguati. Per questo, la Uilm chiede una riforma vera degli ammortizzatori sociali, in grado di accompagnare i lavoratori nella transizione. Una transizione che non può e non deve essere pagata dai lavoratori, ma che deve vedere l’Europa assumersi le proprie responsabilità. L’Europa, artefice di questa accelerazione, deve garantire strumenti concreti per sostenere i lavoratori. Così come è avvenuto durante il periodo Covid, servono provvedimenti straordinari, come l’utilizzo del Fondo Europeo (FEG), per trasformare gli ammortizzatori sociali in un vero sostegno alla transizione, evitando licenziamenti di massa.
La vertenza di Melfi e della Basilicata deve diventare una priorità per il Governo regionale e nazionale. Come sottolineato dal segretario regionale della Uil, Vincenzo Tortorelli, intervenuto al Consiglio, non bisogna più commettere errori di programmazione come avvenuto in
passato. Per anni si è parlato di una transizione giusta ed equa, ma questa doveva essere accompagnata da un utilizzo efficace delle risorse, come quelle derivanti dal petrolio. Se anni fa fosse stato istituito un fondo sovrano sul petrolio – come proposto all’epoca da Carmine Vaccaro –
oggi la Basilicata disporrebbe di miliardi di euro che avrebbero potuto sostenere i processi di trasformazione industriale e la tutela
dell’occupazione. Oggi è Melfi a vivere una fase critica, ma domani potrebbe toccare anche ai lavoratori del settore estrattivo.
Tanti sono stati gli interventi dei delegati aziendali, che ogni giorno sono in prima linea accanto ai lavoratori. Il quadro che emerge è drammatico:
migliaia di lavoratori sono costretti a sopravvivere con 1.000 euro al mese, tra mutui e spese quotidiane. Le famiglie lucane stanno rinunciando non solo a se stesse, ma anche ai sogni e alle aspirazioni dei propri figli, privati della possibilità di studiare o formarsi professionalmente. Tutta questa situazione non fa altro che penalizzare ancora di più il futuro dei giovani lucani.
Come ha sottolineato Gianluca Ficco nelle sue conclusioni, la battaglia per il futuro industriale non è solo economica, ma anche culturale. Bisogna mettere al centro della politica industriale il tema dell’energia, degli ammortizzatori sociali e, soprattutto, del lavoro. Serve un ragionamento politico serio e realistico, lontano da narrazioni di comodo, perché solo con azioni concrete si potrà difendere l’occupazione e il futuro dell’industria.