Aumento costi politica lucana, “Pagina vergognosa, istituzioni trattate come casa propria”

12 febbraio 2025 | 13:29
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Aumento costi politica lucana, “Pagina vergognosa, istituzioni trattate come casa propria”

Mega (Cgil) e Summa (Spi Cgil) commentano la bocciatura da parte dei consiglieri regionali di maggioranza di centrodestra, allargata a Iv e Azione, della proposta di revocare la legge regionale 23/2024

“Una pagina vergognosa per la Basilicata e per la democrazia, le funzioni istituzionali ormai piegate ad uso personale. Le tasse dei lavoratori e dei pensionati a proprio servizio”. Così i segretari generali della Cgil Basilicata e dello Spi Cgil Basilicata, Fernando Mega e Angelo Summa, commentano la bocciatura da parte dei consiglieri regionali di maggioranza di centrodestra, allargata a Iv e Azione, della proposta di legge della minoranza (Avs, Basilicata casa comune, M5s e Pd) di revocare la legge regionale 23/2024 sull’aumento dei costi della politica.

“Con la legge regionale 23/2024 – spiegano Mega e Summa – il Consiglio ha incrementato di quasi il 30% l’importo erogato annualmente ai gruppi consiliari per le spese di personale portandolo a 75.000 euro per ogni Consigliere componente il Gruppo, con un aumento certo della spesa annua di quasi mezzo milione di euro. La legge ha inoltre esteso anche ai gruppi consiliari composti da un solo consigliere, costituiti dopo le elezioni, l’ulteriore contributo annuo di 5.000 euro, eliminando tra l’altro l’obbligo dei consiglieri regionali di destinare almeno un terzo delle somme percepite a titolo di spese per l’esercizio del mandato, per l’instaurazione di rapporti contrattuali di lavoro, sottraendo pertanto tali somme dalla specifica destinazione e rendendo meno trasparente l’utilizzo delle risorse. Un ulteriore aumento dei costi della politica che a nostro avviso è ingiustificabile a fronte delle tante criticità che la regione vive e delle condizioni di vita dei lucani. Da qui la nostra battaglia fin da subito affinché i consiglieri tutti facessero un passo indietro. La bocciatura da parte della maggioranza e del presidente del Consiglio regionale Marcello Pittella è significativo di un modo di governare che reputa la politica una questione di “casta” e le istituzioni casa propria, luogo in cui tutelare i propri interessi e non quelli dei cittadini e delle cittadine che rappresenta.

Come Cgil e Spi Cgil – continuano Mega e Summa – non ci fermiamo certo qui. Chiediamo a questo punto che il Consiglio regionale della Basilicata si doti delle consulte e dei regolamenti procedurali necessari per dare avvio alla raccolta firme per abrogare la vergognosa norma che produrrà un aumento certo della spesa annua di quasi mezzo milione di euro. È dallo scorso agosto che abbiamo fatto formale richiesta all’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Basilicata di dare corso a quanto previsto dall’articolo 17 dello Statuto regionale, rendendo attuativi gli strumenti normativi necessari per poter procedere alla raccolta delle firme. Non dare corso a tale regolamentazione significa negare la possibilità di attivare gli strumenti democratici di partecipazione previsti dallo statuto regionale in materia referendaria e di proseguire nel solco di una democrazia sospesa avviato dalla precedente legislatura. Si dia la parola ai lucani e alle lucane”.