Ordine dei Giornalisti di Basilicata: “va deplorato l’uso frequente di pseudonimi”

29 gennaio 2025 | 15:12
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Ordine dei Giornalisti di Basilicata: “va deplorato l’uso frequente di pseudonimi”
Foto di repertorio

Pubblicato un documento per chiedere a tutti gli iscritti maggiore rispetto per la deontologia professionale: “inaccettabile l’uso di mezzi di informazione come armi contro schieramenti politici avversi”

Di seguito la lettera che il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Basilicata ha inviato agli iscritti

Giunto quasi al termine del suo mandato, cominciato nel novembre 2021, il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Basilicata – molto preoccupato per il clima di veleni che sta caratterizzando parte del giornalismo lucano e per quello che appare come il progressivo abbandono, da parte di molti colleghi, del rispetto delle regole della deontologia professionale – ha deciso di pubblicare un breve documento per fare luce sui problemi più urgenti e chiedere a tutti gli iscritti di abbandonare e/o ripensare alcune scelte e alcuni comportamenti che stanno mettendo definitivamente in pericolo la credibilità di tutta la categoria.

–  Il caso più recente ha portato in evidenza l’uso di mezzi di informazione come armi contro schieramenti politici avversi o contro chi dissente dalle proprie tesi.

– In tale ambito, va deplorato l’uso sempre più frequente di pseudonimi dietro i quali nascondere parole pesanti (quando non vere e proprie offese), nella speranza – vana – di non subire le conseguenze di tale scelta. Infatti, l’uso di pseudonimi, oltre all’intento di nascondere l’autore di testi dileggiatori, rafforza l’errata convinzione che questa impedisca eventuali segnalazioni alla magistratura o all’organo di disciplina.

– Si ripetono casi di giornalisti che si prestano a fare, spesso in modo palese, pubblicità.

– Sta venendo meno il rispetto fra i colleghi, finora giustamente considerato un “pilastro” per gli iscritti all’Ordine, nel pieno rispetto del diritto di critica, che però va esercitato con misura e responsabilità.

– Va fatto un richiamo fermo alla verifica delle fonti delle notizie, senza rincorrere illazioni, sospetti e voci incontrollate.

– Di recente sono avvenuti casi di colleghi che curano la comunicazione sia dell’amministrazione di un ente pubblico sia dell’opposizione nel consiglio di quello stesso ente. Si tratta di una situazione, sebbene non illegale, di conflitto, che genera rischi per i giornalisti.

– Nello svolgimento – in qualsiasi contesto, anche sui social – un giornalista deve esercitazione il suo senso di responsabilità, non sottovalutando mai il rischio di mettere a repentaglio la sua credibilità. Deve usare un linguaggio consono al suo ruolo, rispettoso degli altri e delle loro ragioni e staccando sempre i fatti dalle opinioni. Lo strumento che egli “usa” (giornale, televisione, radio, social) non deve trasformarsi in un’arma contro qualcuno.

– Va detto con chiarezza – e con fermezza – che ogni iniziativa pubblica che si occupa della professione giornalistica non può prescindere dalla partecipazione degli organi della professione giornalistica stessa, in primis proprio l’Ordine dei Giornalisti: è lo stesso che si facciano convegni di medicina senza invitare l’Ordine dei Medici, o di giurisprudenza senza l’Ordine degli Avvocati. E sarebbe opportuno che i giornalisti non partecipassero a tali iniziative, legittime senz’altro, ma su un altro versante, non su quello giornalistico legato strettamente alla professione.

L’Ordine dei Giornalisti – come ha fatto in questi anni – non verrà meno al suo compito di vigilare e di segnalare al Consiglio di disciplina territoriale ogni violazione della deontologia professionale, sicuro che questa è la strada per contribuire a difendere la credibilità dei giornalisti che da molte parti si vorrebbe danneggiare, con conseguenze gravi sul tessuto stesso della comunità. Qui il testo originale