Nel Pd lucano qualcosa si muove: Cifarelli si autosospende dal partito per fare chiarezza
Il consigliere regionale spinge verso il chiarimento. Il segretario regionale Giovanni Lettieri è ormai isolato. Il cerchio magico degli amici di Vincenzo Telesca in grave difficoltà
Oltre i comunicati più o meno ufficiali proviamo ad entrare nel merito della vicenda che in queste ore riguarda l’autosospensione dal partito del consigliere regionale del Pd, Roberto Cifarelli.La decisione sembra essere determinata dalla crisi nascosta dentro i gruppi dirigenti. Uno sfaldamento interno causato e aggravato negli ultimi mesi da diverse questioni. Partiamo da quelle più politiche. L’ambigua gestione del Pd attribuita al segretario regionale Lettieri il quale dovrebbe dimettersi a breve, dimissioni accelerate dalla presa di posizione di Cifarelli il quale dovrebbe rientrare nel partito subito dopo, previa soluzione di altre questioni. Quali? Intanto il Pd è allo sbando ovunque, 40 circoli commissariati, congresso provinciale di Potenza non convocato, congressi cittadini Potenza e Matera ancora nel cassetto, senza dire del congresso regionale. A Potenza il partito non ha sede e non ha segretario. Insomma, una situazione per niente entusiasmante. Lo avevamo anticipato nelle settimane scorse.
Ma quali sono oggi i gruppi in campo nella sfida al chiarimento di Roberto Cifarelli? A Lettieri viene rimproverato il rapporto con Vincenzo Telesca, che ormai a Roma ritengono essere più di destra che di sinistra, e con Vito De Filippo. L’asse di resistenza al cambiamento sarebbe composto, in primo luogo, da Muscaridola e Lupo a Matera in connessione con De Filippo e Chiorazzo. Nell’ombra, come al solito, Roberto Speranza ormai in rotta di collisione, insieme con De Filippo, anche con Francesco Boccia. A Roma l’ex presidente della Basilicata e l’ex ministro della Salute sarebbero ormai considerati inaffidabili.
Cifarelli pare sia “arrabbiato” con De Filippo e Telesca per la questione che riguarda l’intitolazione del Belvedere di Potenza a Nino Postiglione in qualche modo legato a Forza Nuova. Al Gran Galà di Postiglione erano presenti tre manager della sanità pubblica pugliesi, cosa non gradita all’euro deputato ed ex sindaco di Bari, De Caro molto legato a Cifarelli. Anche De Caro non avrebbe affatto gradito, al pari di Elly Schlein la sfiducia a Bennardi che ha causato la fine dell’amministrazione materana a guida Cinque Stelle.
Elly Schlein non gradirebbe l’asse Vito De Filippo- Roberto Speranza e non ha gradito la vicenda intitolazione a Nino Postiglione che ha coinvolto esponenti del partito. Insomma la decisione di Cifarelli dovrebbe accelerare il necessario percorso di riassestamento, nel quadro della chiarezza, del Pd.
In questo contesto, Vito De Filippo rischia la revoca del comando a Roma presso il senato. Voi vi chiederete, e cos’è questa storia del comando a Roma? Proviamo ad ipotizzare la faccenda. L’ex presidente della Regione è dipendente di ruolo ordinario al Dipartimento Segreteria generale del Consiglio regionale, Ufficio legislativo e segreteria della Commissioni. Da dipendente di une ente pubblico, salvo nulla osta, può essere comandato in un altro ente, in questo caso al Gruppo Pd al senato, pare nella segreteria della senatrice Lorenzin ex ministra della salute quando De Filippo era sottosegretario. Il nulla osta al comando lo avrebbe dato Bardi su richiesta di Speranza. La frequenza del partito al senato ha consentito a De Filippo di accreditare Vincenzo Telesca negli ambienti nazionali del Pd, prima e dopo le elezioni amministrative. Lo sapevate? Un dipendente della Regione, già presidente, già sottosegretario, lavora per un partito politico al senato con i soldi dei contribuenti lucani. A voi i commenti e chiusa parentesi.
Dunque, la decisione di Cifarelli è dettata anche dal tentativo di far saltare il banco delle pretese di De Filippo e Speranza e di ricondurre il sindaco di Potenza nel contesto della critica al suo operato. Naturalmente, la faccenda del chiarimento a tutto campo riguarda anche Matera, prossima alle elezioni amministrative. In sostanza significa, cambiare, rinnovare, rimettere in pista il Pd con le sue regole, ormai saltate da tempo, e rianimare la partecipazione degli iscritti e degli attivisti vittime di gruppi dirigenti impegnati esclusivamente a salvaguardare le proprie posizioni di privilegio. Staremo a vedere. Ci auguriamo che tutto questo rumore non sia soltanto legato alle candidature a sindaco di Matera.