La Basilicata sta annegando in una fogna di incultura

4 gennaio 2025 | 19:16
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La Basilicata sta annegando in una fogna di incultura

Gli esponenti delle istituzioni hanno perso ogni residuo di credibilità: come possono i cittadini fidarsi di chi cede alle lusinghe di personaggi come Giuseppe Postiglione & Partner? Qualcuno risponda a Roberto Fiore di Forza Nuova che oggi scrive…

Ci ha colpito il premio internazionale Nino Postiglione che di internazionale aveva un bel niente. Premiati i vicini di casa, gli amici veri o presunti. Premiati politici e dirigenti “promettenti” nella solita logica lucanica della compiacenza reciproca e delle convenienze potenziali. Tutti hanno attaccato l’editore Postiglione (ne riparleremo a breve, leggeteci nei prossimi giorni) il quale non ha fatto altro che il suo mestiere di imbonitore, sceneggiatore e “buffone” di corte. Un maestro del “cinepanettone di “noantri”.  Il problema non è lui, il problema risiede in tutti coloro che si sono prestati in questi ultimi anni, e ancora continuano, a legittimare un percorso di fogna culturale che parte da lontano e di cui Postiglione & Partner sono legittimi eredi.

Per non creare equivoci qui per incultura intendiamo una subcultura eticamente degradata associata a gruppi di potere con disvalori e stili di vita distaccati e opposti alla cultura del buon senso che appartiene a gran parte delle persone per bene, istruite e colte che vivono in Basilicata. Ebbene, quasi tutto il sistema di potere lucano, politico, economico e burocratico legittima quella incultura perché ne fa parte. Sono tuti addestrati negli affari, istruiti, ma assolutamente incolti.  Non si spiegherebbe il motivo per cui i suoi esponenti erano tutti alla festa del 23 dicembre vestiti come pinguini da sera. Ridicoli. Una rappresentazione plastica di come agisce, stupidamente, la “classe dirigente” lucana nella vasca delle furberie, dell’ipocrisia e dell’esibizionismo infornato nella teglia della retorica più scadente. Una “cafonesca” esibizione del Sistema di Potere regionale con tutte le sue ambiguità e in modalità inganno. Si sono ritrovati intorno a un editore e a una storia in gran parte inventati dalla piccola e media borghesia parassitaria a cui piacciono le vetrine a specchio.

E in quello specchio si sono ritrovati politici di destra e di sinistra, dirigenti e manager pubblici nominati da destra e da sinistra, esponenti dell’imprenditoria, parlamentari. Con loro personaggetti e personaggette con la voglia di sentirsi appartenere al mondo di sopra, in cerca di luce artificiale per brillare come una lampadina usurata. Tutti a far bisboccia, senza dignità.

È possibile che i vari Margiotta, Speranza, Caiata, Bardi, Perri, Pittella, De Filippo, Somma, Chiorazzo, Ramunno, Modrone, Santochirico, Pepe, Mancusi, Benedetto, Telesca, Valluzzi, Nicoletti, Lo Pomo, Brancati, Amendolara, Leporace, Serino, e tanti altri, compresi e i loro scudieri di seconda e terza fila, aderiscano a una narrazione tossica costruita intorno all’incultura dell’informazione? Perché? Immaginatelo se potete. Li abbiamo ridicolizzati con questa inchiesta, ma sono recidivi. Abbiamo spiegato con quest’altra inchiesta, ma fanno finta di non sapere. Abbiamo segnalato anomalie, per esempio questa. Niente. In tutta questa incultura si espande una cultura della “mafiosità”.

E allora, come possiamo fidarci di questa gente? Perché i lucani li votano, li rispettano, li ritengono degni di ricoprire ruoli di responsabilità? Come si fa a rispettare chi promuove l’incultura giornalistica, radiofonica e politica? Come si fa a rispettare chi partecipa al mercato della bisboccia? Un esponente politico, Mario Polese, addirittura afferma di essere amico intimo, fraterno del presunto editore Postiglione. Siamo alla frutta. I più furbi, seppure esponenti di spessore del sistema di potere trasversale che sta succhiando il sangue alla Basilicata, non hanno partecipato alla bisboccia. Non per questo sono salvi dalle nostre critiche.

Il giornalismo, tra la sonnolenza dell’Ordine, la compiacenza di scrivani senza pudore, la complicità della politica, la confusione dell’opinione pubblica, la paura, gli interessi, è diventato veicolo della deriva lucana verso il disastro culturale. L’etica pubblica è andata in esilio. Che tristezza.

Ecco cosa scrive Roberto Fiore, Forza Nuova, oggi: “a proposito della polemica relativa all’intitolazione del belvedere di Parco Montereale al compianto Nino Postiglione, sento il dovere di ricordare la sua figura. Nino Postiglione fu un giornalista coraggioso e capace, protagonista di battaglie scomode contro la partitocrazia dell’epoca. La collaborazione con lui rappresentò per me un’esperienza politica concreta, fondata sull’amore comune per la nostra Terra lucana. Osservare oggi la sinistra rincorrere fantasmi e attaccare la memoria di una persona che non può più difendersi evidenzia chiaramente il motivo per cui la società lucana risulta disarmata di fronte ai grandi problemi che ne compromettono la dignità, come la questione dell’acqua. Colgo l’occasione per informare che la neonata sezione potentina di Forza Nuova organizzerà, entro le prossime quattro settimane, un convegno dedicato proprio al tema dell’acqua.” Ecco a voi, cari politici della bisboccia, la propaganda che vi meritate.

A Fiore rispondano il sindaco di Potenza, Roberto Speranza, Valluzzi, Giuzio, Chiorazzo, De Filippo, Margiotta, Pittella, Somma e compagnia bella. Anche Elly Schlein non farebbe male a farci conoscere la sua opinione su tutta questa caciara lucana in cui esponenti del PD sono protagonisti.

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