Il sindaco di Potenza dovrebbe dimettersi

8 gennaio 2025 | 12:34
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Il sindaco di Potenza dovrebbe dimettersi
Vincenzo Telesca

Vincenzo Telesca e il centro sinistra sono un ossimoro: le ultime vicende lo confermano

Sulla vicenda dell’intitolazione a Nino Postiglione del Belvedere a Montereale il sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca, è stato smentito dall’intero mondo di centro sinistra e progressista della Basilicata. Pd, Cgil, M5S, Rifondazione Comunista, Verdi, Unione degli studenti, Legambiente, Libera Università delle Donne e altre sigle hanno chiesto il ritiro della delibera. E’ un segnale importante. Forze sociali e politiche organizzate prendono le distanze dal sindaco – “sbandierato di sinistra” – interpretando anche il pentimento dei cittadini che lo hanno votato. Quel provvedimento non solo presenta contraddizioni politiche, ma è anche un’offesa al vero giornalismo lucano di ieri e di oggi. È un’offesa alle decine di radio e tv lucane e italiane che hanno fatto e fanno informazione e programmi per la crescita culturale dei territori.

Al contrario Nino Postiglione con la sua radio trasmetteva solo musica, dediche, pubblicità mentre si dedicava alla gestione dei ponti radio. Tanto rispetto per la musica e la pubblicità ma non c’entrano nulla con l’informazione e la libertà di stampa. Quella radio ha cominciato a fare “informazione” quando il suo titolare ha sentito il richiamo alla politica di destra e in concomitanza con la sua candidatura in una lista legata in qualche modo a Forza Nuova. A parte la narrazione, per molti aspetti “esagerata”, della saga di Radio Potenza Centrale, del suo fondatore e della sua famiglia, bisogna capire che le “saghe” familiari non possono condizionare le istituzioni pubbliche e queste non possono farsi influenzare da racconti e leggende. Molte Amministrazioni Comunali in Basilicata, di destra e di sinistra, si sono lasciate influenzare dal “mito” del pioniere delle radio libere, accogliendo anche l’ipotesi orribile di un parallelo tra Postiglione e Peppino Impastato. Il tema adesso è un altro.

Questo fronte di dissenso dovrebbe andare oltre la disapprovazione di un atto amministrativo e animare il dibattito pubblico su altre questioni che coinvolgono l’attuale Amministrazione comunale. Prima di tutto il conflitto di interessi. I legittimi interessi d’impresa non devono mischiarsi con gli interessi pubblici e non devono togliere spazio all’interesse generale e al bene comune. E’ una questione politica. Una questione su cui questo giornale ha lanciato l’allarme in tempi non sospetti.

Va dunque affrontata politicamente la vicenda che lega Donato Macchia alle ultime elezioni comunali e all’esponente di Giunta non eletta che con l’imprenditore ha stretti legami professionali. Va affrontata seriamente la questione degli affidamenti deliberati alla vigilia di capodanno. Va capita fino in fondo la vicenda della vendita dell’immobile di proprietà comunaleall’allora consigliere comunale e oggi sindaco, Vincenzo Telesca. Vanno chiariti i rapporti tra il sindaco e il suo consulente per la comunicazione durante la campagna elettorale. Anche la questione delle nomine e degli incarichi futuri avranno bisogno di una continua vigilanza dei cittadini e delle loro organizzazioni politiche e sociali. Insomma, chi ha votato Telesca non avrebbe mai immaginato di trovarsi oggi in così grande imbarazzo. E non avrebbe mai immaginato di dover assistere nei fatti a una gestione della cosa pubblica al momento molto discutibile. La realtà è che Telesca ha già dimostrato di non essere all’altezza delle sfide che la città deve e vuole affrontare. Il Pd e le altre forze che si definiscono di sinistra oggi dovrebbero fare una seria autocritica e dimostrare nei fatti un salto di qualità politica: ritirare l’appoggio a questa Giunta. E il sindaco, se vuole davvero bene alla sua città dovrebbe togliere il disturbo di sua iniziativa.