Gli Usa alzano muri contro i musicisti europei

29 gennaio 2025 | 16:52
Share0
Gli Usa alzano muri contro i musicisti europei

Per suonare in America i costi dei visti aumentati del 250% e le pratiche burocratiche rese ancora più lunghe e farraginose. Per i musicisti statunitensi che vengono in Europa tutto è più semplice ed economico

Dal mese di aprile 2024 l’Uscis, l’agenzia federale statunitense che gestisce il sistema di immigrazione nel paese, ha aumentato del 250 per cento il costo del visto necessario ai musicisti, non solo europei, per tenere concerti e tournée negli Stati Uniti.

La decisione sta mettendo in serie difficoltà musicisti e gruppi emergenti non americani che, a causa delle spese insostenibili, rimangono esclusi da un mercato enorme come quello degli Usa che è il primo paese al mondo nel settore dei concerti. I visti che si possono ottenere per suonare oltre oceano sono di due tipi: il P-3 ed il O-1B. il primo consente di rimanere per motivi professionali fino ad un anno mentre il secondo è riservato agli artisti che dimostrino di avere “capacità straordinarie” nel campo delle arti ed ha una durata fino a tre anni.

Precedentemente il costo di entrambi i visti era di 460 dollari. Ora quello P-3 costa 1.615 dollari e quello O-1B a 1.655 dollari, a calcoli fatti l’aumento è di oltre il 250%. Ma non basta, alla richiesta bisogna allegare un questionario di 20 pagine con domande le più svariate che vanno dallo stato di salute, alle convinzioni politiche e ad eventuali soggiorni in paesi ostili, corredato di una probante documentazione di articoli di giornale, elenco di concerti tenuti, video musicali, album pubblicati, indicando itinerari e concerti da tenere negli Usa con copie dei relativi contratti stipulati, attestazione di discografici e produttori per dimostrare di essere “musicisti in carriera” ecc. ecc. Insomma si arriva a preparare un faldone che può arrivare a oltre 100 pagine e dopo circa 3-6 mesi si ottiene una risposta.

Non finisce qui, come tutti sanno le spese sanitarie negli Stati Uniti sono tutte a pagamento. Esempio: una semplice visita da un medico di base 100 dollari, una prestazione al Pronto Soccorso 950 dollari, una degenza in ospedale da 2.000 a 3.000 dollari al giorno. A queste spese bisogna aggiungere il costo dei farmaci somministrati.

Tirando le somme, il nostro musicista che vuole suonare in America è costretto a fare una assicurazione sanitaria il cui costo varia da 200 a 1.000 dollari al mese. Ovviamente bisogna aggiungere le tasse sui compensi, le spese di viaggio, vitto e alloggio. Non ultime le spese per l’avvocato che deve preparare la documentazione dal costo imprecisato.

Conclusione: possono tenere concerti negli Stati Uniti solo i gruppi già ricchi e famosi. Il lettore si domanda ora: i musicisti americani che vengono in Europa sono soggetti alle stesse regole e costi a cui devono sottostare i loro colleghi europei? Assolutamente no!

I musicisti americani possono entrare in quasi tutti gli Stati senza alcun visto sfruttando alcune deroghe alle leggi sul turismo. Per un musicista statunitense che viene in Italia il costo del visto fino a tre mesi costa 61 euro, mentre quello fino a un anno solo 116 euro. L’assicurazione sanitaria va da 150 euro fino a 1.000 euro all’anno quello che in America si pagherebbe per un solo mese! Nel resto d’Europa gli importi sono pressoché simili.

La situazione diventa ancora più grave se si considera che la quasi totalità delle entrate dei musicisti deriva dai loro concerti. Infatti le piattaforme streaming hanno fatto crollare la vendita dei cd e la musica digitale offre introiti assai esigui.

Detto questo è evidente che i musicisti europei sono doppiamente penalizzati: a loro per suonare negli Stati Uniti si ergono muri mentre qui in Europa agli americani spalanchiamo le porte. I musicisti USA ci sottraggono concerti nei loro Stati ed anche qui in Europa. Qui la bravura dei musicisti americani e la loro musica è fuori discussione come pure il fatto che gli Usa, a casa loro, possono fare tutte le leggi che vogliono ma fra Nazioni amiche da sempre esiste anche una regola che si chiama reciprocità.

Il Parlamento Europeo deve intervenire per sanare questa situazione aprendo un contenzioso con gli Usa per equiparare i regolamenti mettendo tutti i musicisti sullo stesso piano. O si adottano le regole americane oppure quelle europee per tutti e subito! Domenico Dimonte