Stellantis, Uilm: “la vertenza non è chiusa”
Ficco e Palombella: “Nuovi modelli insufficienti per tempi troppo lunghi”
La situazione che vivono i lavoratori negli stabilimenti Stellantis è drammatica e per questo, nei mesi scorsi, abbiamo scioperato sia nei siti che a livello nazionale. Dall’incontro al Ministero vediamo solamente un cambiamento dell’ approccio di Stellantis ma non nel merito. Apprezziamo che siano stati annunciati nuovi modelli ibridi e la piattaforma small per Pomigliano ma vediamo che i tempi sono troppo lunghi, considerando che non li vedremo prima della fine del 2025. Come vogliamo gestire il prossimo anno che sarà complicato come il 2024? Ancora con la cassa integrazione e i contratti di solidarietà? Noi non lo accetteremo. Ad oggi registriamo solo annunci ma noi vogliamo i fatti e li verificheremo attentamente. I tempi troppo lunghi non ci fanno presagire un futuro prossimo positivo. Il 2026 è troppo distante”. Lo dichiarano Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, Segretario nazionale e Responsabile automotive, al termine dell’incontro al Mimit.
“Mirafiori non si può reggere solamente con la produzione di 500, nemmeno con la nuova versione ibrida che non partirà prima di un anno – aggiungono – e non vediamo risposte concrete sul futuro della Gigafactory di Termoli. I nostri guai non dipendono dalla transizione ma dall’ assenza della produzione di modelli endotermici nei nostri stabilimenti” sottolineano Palombella e Ficco. “Per un futuro produttivo solido dei siti italiani è necessario riportare nel nostro Paese la produzione di modelli italiani attualmente all’ estero come Lancia, Alfa Romeo e altre” proseguono.
“Per quanto riguarda l’indotto, l’internalizzazione delle attività da parte di Stellantis non può essere esasperata perché scomparirebbero decine di aziende e migliaia di lavoratori e questo è inaccettabile. Siamo realisti e gli annunci non risolvono le nostre preoccupazioni sul futuro – concludono – fino a quando le parole non si tradurranno in fatti concreti, con l’avvio delle produzioni e la piena occupazione, per noi la vertenza non è chiusa ”