Stellantis Melfi, i numeri della debacle: -61% di auto prodotte
E c’è chi si dispera: “Non ci chiamano in fabbrica da quasi un mese”
Mentre a tenere banco su scala globale, sono le dimissioni ‘anticipate’ dell’ad di Stellantis Carlos Tavares per il crollo delle vendite e dei profitti negli Stati Uniti, la situazione, anche in Italia, appare grigia. E se guardiamo a Melfi, nei primi nove mesi del 2024 si registrano dati addirittura disastrosi. Peggio che negli altri stabilimenti del Belpaese. L’ultimo dato di cui disponiamo, infatti, fornito da Fim Cisl ad ottobre scorso, e relativo ai primi nove mesi del 2024, parla di un calo, nello stabilimento lucano, del 61,9% rispetto ai primi nove mesi del 2023. Sono 54mila le auto prodotte nel periodo di riferimento (2024) di cui 34% 500X, 28% Renegade, il resto rappresentato da Compass. Ma se consideriamo che dall’estate scorsa la 500x non si produce più, i numeri della debacle potrebbero addirittura peggiorare negli ultimi 3 medi dell’anno, visto che, oltretutto, la nuova produzione di modelli elettrici dovrebbe partire solo il prossimo anno, con la Ds8. A seguire, dal 2025 ed entro il 2026, dovrebbero vedere la luce altri 4 modelli, di cui uno ibrido.
La produzione complessiva, secondo le stime Stellantis, dovrebbe aggirarsi sulle 260mila vetture l’anno, a pieno regime. Ma ad ora, appare una previsione da libro dei sogni, o poco più. E se guardiamo al presente, chi lavora in prima linea, al Montaggio, ci racconta infatti di come si avverta una forte flessione nella produzione, ancora più accentuata negli ultimi mesi. Nei giorni scorsi, ad esempio, un lavoratore ci spiegava che nel suo turno (a) “non si lavora ormai da quasi un mese”. Aspetto, questo, molto negativo, che non fa ben sperare nel breve periodo. Sempre lo stesso lavoratore ci diceva che “nenche chi lavora bene, e si è guadagnato la fiducia dei vertici, viene chiamato più al lavoro”. Mentre, cioè, in passato, al di là della rotazione,”ci chiamavano qualche giorno in più, perché al Montaggio serve gente veloce e noi lo siamo, da un po’ di settimane non chiamano neanche chi è bravo, veloce e funzionale ai bisogni dell’azienda”. Questo a conferma che “la produzione è talmente bassa in questo momento che non hanno proprio bisogno né di personale e neanche di quei lavoratori agili, senza limitazioni, che non si lamentano e che hanno sempre lavorato senza fiatare né lamentarsi”.
Se le cose stanno come ci suggerisce la nostra fonte, dai dati successivi, e relativi all’ultimo trimestre 2024, il dato potrebbe scivolare sempre più nel segno. Le cose potrebbero migliorare, ma di poco, solo nel 2025 col lancio dei nuovi modelli. Ma resta il punto interrogativo. Staremo a vedere. Nel complesso c’è poco da sorridere, ad oggi, sul ‘prato verde’ di Melfi, dove, lo ricordiamo, al momento operano 5100 unità. Ma con le nuove ondate di incentivi all’esodo, non è escluso che la platea venga ridimensionata, ancor di più, a partire dal prossimo anno. Anche perché, voci ufficiose, sostengono che la forza lavoro complessiva, per reggere i 5 modelli di auto elettriche, a Melfi, si aggirerebbe intorno ai 2000/2500 operai. Un’emorragia che, se il dato fosse confermato, rischierebbe di lasciarsi dietro il deserto, sui lunghi vialoni dell’area industriale di San Nicola. Per non parlare dell’altra grande, inevitabile emorragia, che è già in corso, e sta aggredendo in modo incontrollato un intero Indotto che si regge sulle commesse di Stellantis.