Stellantis Melfi. È finita la pacchia per capi e capetti”

Il racconto di un lavoratore: “Ora ce ne sono molti meno a dare ordini sulla linea, sono stati spostati altrove”. Per il prossimo anno, inoltre “si mormora che lavoreremo a rotazione e solo sul turno di mattina”
Tranne un paio di giorni lavorativi, la prossima settimana, solo sul turno di mattina, è praticamente finito l’anno per gli operai Stellantis di Melfi. Più ombre che luci e una ripartenza, quella della Befana, su cui già si inizia a mormorare qualche previsione e qualche dettaglio. Una delle voci che si rincorrono, ad esempio, è che “ci faranno lavorare solo la mattina”. Un po’ come la prossima settimana, con i giorni lavorati concentrati solo sul turno mattutino. E questo, ovviamente, con un risparmio per la multinazionale, visto che la mattina non prevede le cosiddette ‘maggiorazioni’. E poi, sempre stando ai rumors, un altro riguarderebbe il ritmo di lavoro. Secondo una fonte interna allo stabilimento “la velocità non supererà le 130 auto a turno”.
Ritmi molto bassi se si considerano “le 300, o addirittura 400” realizzate in periodi passati, quando la produzione andava meglio e i ritmi erano da “Superman”. Tutto dipenderà dagli ordini, ma con la 500 x che è solo ormai un ricordo, e la Compass e Renegade che non stanno tirando, ecco spiegata la minore velocità di produzione, in chiave futura, nel breve termine. A decidere, quindi, saranno le ordinazioni, di volta in volta. È previsto il lancio della Ds 8, la nuova Suv coupé solo elettrica le cui foto sono anche state diffuse da qualche settimana, in rete, in modo ufficiale.
Non si tratterà di numeri da capogiro però, anche perché la nuova arrivata (ds8) è molto grande, quasi 5 metri, il prezzo piuttosto elevato e ad oggi ne verrebbero prodotti non più di “10 prototipi al giorno”, stando a chi ci sta lavorando su. Staremo a vedere. Nel frattempo, però, chi opera al Montaggio e alla Meccanica, ci dice qualcosa in più. E si riferisce a come sono cambiati i rapporti di lavoro, su base piramidale, sulla linea. “Molti di quei capi e capetti che ci davano ordini mentre noi ci affannavamo a montare pezzi, non ci sono più, li hanno spostati e ora lavorano anche loro. È finita la pacchia”. In molti reparti ci sarebbe stata una drastica riduzione di queste figure. “Se prima, 4 di loro coordinavano un centinaio di operai, ora ne è rimasto solo 1”. Tra le tante cose cambiate in questo anno ci sarebbe quindi anche questo. “Meglio così – sussurra un lavoratore da 30 anni operante sulla linea – Era ora. È l’unica cosa positiva successa nell’ultimo anno giù a S. Nicola di Melfi”. E ancora: “Per rimanere è stato chiesto anche a loro un sacrificio, a meno di non venir mandati in trasferta”.
Ma c’è anche l’opzione ‘incentivo all’esodo’ e alcuni tra quelli non configurati come ‘soldati semplici’ sulla linea, si sarebbero già avvalsi di questa opzione, mentre altri starebbero pensando di farlo, sempre stando alle voci che circolano. E intanto si attende la finestra di febbraio. È questo il mese in cui dovrebbe esserci un ulteriore incontro tra sindacati e azienda per definire i nuovi incentivi a lasciare. Sarebbero oltre 500 gli operai che hanno già chiesto di andar via, al di fuori dei 500, che lo scorso anno hanno preso il gruzzoletto per iniziare una seconda vita lontano dalla ‘linea’ di Melfi.