Morte operaio lucano in Valtellina, il commento dei sindacati
“Non è accettabile che tanti, troppi lavoratori siano costretti a lavorare in età avanzata”
La catena di morte dei lavoratori lucani non si spezza. Il commento e il cordoglio dei sindacati per la morte dell’operaio Salvatore Briamonte, 65 anni, originario di Sant’Arcangelo.
Per Vincenzo Cavallo della Cisl: “Non è accettabile che tanti, troppi lavoratori siano costretti a lavorare in età avanzata, spesso con mansioni fisicamente logoranti e senza tutele adeguate al loro status anagrafico. La terribile escalation di questi giorni ci avverte che siamo di fronte ad una vera e propria emergenza infortuni che va affrontata con mezzi straordinari, tra i quali una revisione del sistema pensionistico che sollecitiamo da tempo e che non può più attendere. È nostro dovere come società fare tutto il possibile per garantire che nessuno debba più pagare con la vita il prezzo del troppo lavoro. Nell’esprimere il nostro profondo cordoglio alla famiglia della vittima – conclude Cavallo – assicuriamo il nostro impegno affinché tragedie come questa e come quelle che l’hanno preceduta non siano dimenticate, ma diventino occasione per un cambiamento concreto delle condizioni di lavoro nel nostro paese”
Per Vincenzo Tortorelli della Uil: “Salvatore Briamonte si aggiunge ai due lavoratori morti a Calenzano in Toscana, a seguito dell’esplosione nel Centro Eni, e ad altri due che sono morti nei mesi di ottobre e novembre fuori regione rispettivamente in provincia di Terni e in un cantiere del Bolognese. Proprio oggi durante il Consiglio Regionale Uilm abbiamo ricordato le vittime di Calenzano e rilanciato la mobilitazione per la sicurezza dei lavoratori. Non possiamo e né vogliamo tenere il conto delle stragi sul lavoro. Adesso basta. La Premier Meloni assuma come priorità le morti bianche.”