La Basilicata non è una regione per i meritevoli: ecco perché
La solita sceneggiata con le nomine di competenza del Consiglio regionale: fuori gli idonei e ammessi amici, compagni, affini e collaterali
Esiste un elenco di enti le cui nomine e designazioni sono di competenza del consiglio regionale. Dal Corecom all’Ater, dall’Ardsu alla Corte dei Conti eccetera. Qui l’elenco completo. Il 16 ottobre 2024 con Decreto del presidente del Consiglio regionale è stato pubblicato il bando. È possibile l’autocandidatura e la candidatura presentata da terzi. Scadenza 14 novembre 2024. Abbiamo dato un’occhiata agli elenchi degli ammessi e dei non ammessi quest’anno con uno sguardo agli anni precedenti. Bene, ci colpiscono almeno tre dati: gli ammessi e spesso anche nominati sono sempre gli stessi; gli ammessi in un elenco li troviamo anche ammessi in altri elenchi, insomma gente buona per essere nominata dappertutto; alcuni ammessi non hanno i requisiti, ma hanno amici che contano, mentre altri pur avendo i requisiti non sono ammessi, forse perché non sono graditi al “circolo dei raccomandati”.
Tanto per non farla lunga vi offriamo un solo esempio, potremmo farne altri, che vale per tutto: gli ammessi, ossia gli idonei ad essere designati dalla Regione alla Corte dei Conti, sezione di controllo regionale per la Basilicata. Tra tutti gli idonei bisogna sceglierne uno. Andiamo a leggere i requisiti che il candidato o la candidata devono possedere in questo caso e scopriamo che occorre, tra l’altro, aver svolto “attività di insegnamento o di ricerca a livello universitario (o comparabile) e/o significative esperienze professionali di prevalente contenuto economico, aziendalistico, finanziario e contabile acquisite preferibilmente presso lo Stato, le Regioni, gli Enti locali o le Aziende pubbliche.” Qui tutti i requisiti per candidarsi a designato alla Corte dei Conti. Ebbene, tra gli ammessi c’è gente che non ha svolto alcuna attività di insegnamento o di ricerca a livello universitario mentre tra gli esclusi ci sono candidati che quell’attività l’hanno svolta e la svolgono senza ricorre ad alcuna comparabilità. I primi sono nei circuiti delle amicizie politiche che contano, i secondi sono persone libere che vorrebbero soltanto mettere a disposizione i loro titoli, le loro esperienze e le loro competenze al servizio delle istituzioni. Ma tant’è. Qui i requisiti per tutte le altre designazioni.
Insomma, circa l’80% dei candidati viene dichiarato non idoneo già in sede di predisposizione dell’elenco. Il gioco è semplice, vengono esclusi prima così al momento di decidere chi nominare o designare nell’incarico tra gli “idonei”, la partita delle spartizioni diventa più facile. Ad occhio, ripetiamo, i designati, alcuni già con incarichi alla Regione e in altri enti, sono sempre gli stessi. Alcune postazioni sembrano insignificanti, quali per esempio i “Consigli di aiuto sociale presso i capoluoghi di ciascun circondario dei Tribunali regionali. (Designazione 3 rappresentanti) oppure il Comitato misto paritetico sulla regolamentazione delle servitù militari. (Designazione 7 rappresentanti effettivi e 7 supplenti) o anche il Comitato consultivo regionale per la valorizzazione degli Ordini, Collegi ed Associazioni professionali. (Nomina tre rappresentanti). Tuttavia, “ogni poco giova”, la Basilicata è piena di gente affamata di titoli da inserire nel curriculum o da esibire in qualche opportunistica circostanza. Si tratta di scudieri, dei partiti o dei politici, di second’ordine. Senza fare di tutta l’erba un fascio potremmo definirli abili indossatori dei finimenti del mulo. Le altre postazioni, invece, sono appetibili sotto il profilo della gestione di un qualche potere sostanziale e anche ben retribuito: per esempio l’Ater, l’Ardsu, il Parco, l’istituto zooprofilattico, il Corecom…In tal caso siamo dinanzi a questioni di consenso e di potere molto più serie nel quadro della spartizione tra partiti, confraternite politiche e club “privati” di esponenti delle istituzioni.
Detto questo, consentiteci la solita domanda banale: perché i giovani laureati e magari in possesso di un dottorato e anche di esperienze specifiche all’estero, dovrebbero restare in Basilicata? A voi i commenti.