Il Comitato Acqua Pubblica Peppe Di Bello: “Inerzia della gestione dell’invaso del Camastra e captazione del Basento un inno all’improvvisazione”

Captazione del Basento: “pericoloso precedente a scala nazionale, in una dettagliata lettera esposto sollevate 5 gravissime criticità nella gestione dell’emergenza”
“L’operazione della captazione del Basento a nostro avviso è stata portata avanti al di fuori del quadro normativo, compreso quanto stabilito dall’ordinanza di protezione civile sull’emergenza. Le associazioni sono assolutamente consapevoli che l’indisponibilità di acqua può creare impatti igienico-sanitari estremamente rilevanti che è necessario scongiurare anche con provvedimenti eccezionali, ma tutte le azioni e le varie iniziative non devono scadere nell’arbitrio, ad esempio per quanto riguarda l’analisi delle alternative. Le modalità con cui si è arrivati a captare l’acqua del Basento, per farla bere una volta potabilizzata ai cittadini, sono il paradigma dell’improvvisazione e rischiano di diventare un pericolosissimo precedente per tutta Italia nella gestione di un diritto fondamentale come l’acqua, a cui si associano quelli del diritto alla salute, della tutela dell’ambiente, della trasparenza e della partecipazione dei cittadini alle scelte che li riguardano direttamente.
Tutto ciò non poteva passare sotto silenzio e per questo abbiamo ritenuto opportuno segnalare 5 enormi criticità, che hanno contraddistinto l’operazione, a tutti gli Enti e Istituzioni a vario titolo coinvolti nella gestione dell’emergenza idrica in corso, dai Comuni al Commissario, dalla Magistratura all’Istituto Superiore di Sanità fino ai Ministeri della Salute e dell’Ambiente”. Così le associazioni che hanno costituito il Comitato Acqua Pubblica “Peppe Di Bello” assieme al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua commentano la dettagliata lettera-esposto sulla crisi idrica, documento che oggi è stato presentato alla stampa.
Intanto, si rimarcano le sottovalutazioni o, peggio ancora, la totale inerzia nella gestione della riserva idrica della diga del Camastra, che hanno portato a un’emergenza che era invece, del tutto prevedibile fin dal 2019. Emergenza questa che sarebbe stata evitabile, coinvolgendo fina da allora tutti gli enti proposti alla gestione dell’invaso, delle reti e delle acque, nell’attuazione degli interventi necessari a diversi livelli. Peccato, invece, che tutto sia stato coperto dalla totale inerzia delle istituzioni per cinque lunghi anni, giocando sui diritti fondamentali della popolazione. Se, come si è visto, si arriva fuori tempo massimo, si apre la strada alla confusione e a provvedimenti tampone, difficilmente giustificabili dopo anni di inadempienze, minando così alla base la stessa credibilità delle istituzioni. A partire da queste gravi responsabilità, sono 5 i punti principali sollevati nella lettera/esposto inerenti le soluzioni emergenziali adottate” Qui il testo completi e integrale del comunicato stampae qui l’esposto in dettaglio