Danza, Virgilio Sieni in scena con “Cecità” a Potenza

Lo spettacolo, ispirato al romanzo di José Saramago, si terrà martedì 10 dicembre al Teatro Francesco Stabile
Il Città delle 100 Scale Festival chiude la sedicesima edizione con l’ultima produzione del grande coreografo Virgilio Sieni: “Cecità”. Lo spettacolo, ispirato al romanzo di José Saramago, si terrà martedì 10 dicembre presso il Teatro Francesco Stabile di Potenza, con inizio alle ore 20:30 e sipario alle 21:00.
Cecità è un’opera di grande Importanza. Lo spettacolo s’ispira al romanzo del Premio Nobel portoghese, José Saramago, che narra di una improvvisa epidemia che rende tutti ciechi in una città fantomatica. Solo la dolente figura della “Moglie del medico” rimane immune, condannata a vedere tutto. La vicenda diventa una grande metafora per raccontare le dinamiche e le contraddizioni di un mondo non troppo dissimile dal nostro.
Virgilio Sieni, nel descrivere il lavoro, afferma: «Con “Cecità” si esplora quello stato di mancanza che risveglia la vita delle cose, facendole sbalzare fuori dalla quotidianità, ricercando un’essenza che ricorda che prima di tutto siamo natura, una natura che reagisce a noi, capace di distruggere noi stessi».
Lo spettacolo riflette la continua ricerca di Sieni sulla poetica del gesto e del corpo umano. «In questo poema della morte e della sofferenza, il corpo avanza con tutta la sua biologia e le emozioni emergono da gesti nuovi, ritrovati, reimparati». Il pubblico viene accolto da un velatino opalescente, posto sul proscenio per interrompere qualsiasi nitida, diretta visione del palco. Questo elemento scenico richiama altre creazioni di Sieni, dove la sfocatura della visione è una cifra fondante. “Cecità” offre una nuova occasione per indagare le possibilità e i limiti della nostra esperienza percettiva. Dietro il telo si muovono gli interpreti tra bagliori che trascolorano, creando un gioco di ombre nella luce. Nella seconda parte, il telo scompare, rivelando una scena chiusa da pareti di stoffa bianca da cui escono i danzatori: Jari Boldrini, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Lisa Mariani, Andrea Palumbo, Emanuel Santos. La musica originale di Fabrizio Cammarata accompagna i movimenti con moti sonori che avvolgono lo spazio chiaro. I sei danzatori si muovono come ciechi, con occhi semichiusi, inciampando su oggetti molli che sembrano pezzi di corpo (costumi e elementi scenici di Silvia Salvaggio). Nel movimento, trovano la tattilità dell’invisibile, formando gruppi, fila, solitudini e opposizioni. La terza parte si apre con una figura cara a Sieni, quella ontologica di Arlecchino, con un microfono su un’asta contro le pareti. Con il volto coperto di bianco privato della vista mentre appare una moltitudine inquieta di volpi e satiri. Lo sguardo fisso sul pubblico a porre interrogativi sull’uomo e la sua possibilità di azione.
“Cecità” è un’elegia su un mondo annientato e sconfitto, che va oltre la narrazione per appropriarsi di uno scenario emotivo ed etico. Le sagome di oggetti quotidiani, come occhiali da sole, una radio, un trolley e forbici, emergono come reperti di un’epoca dimenticata, annichiliti nella loro funzione e nelle pretese che incarnavano. Assolutamente da vedere.