Crisi idrica, Camera del lavoro Cgil Avigliano: “ripristinare le sorgenti e i pozzi presenti sul territorio”
“L’uso dell’acqua del fiume Basento, imposto in assenza di soluzioni strutturali, desta allarme per i rischi sanitari, economici e sociali, colpendo settori produttivi e generando sfiducia tra i cittadini, che evitano l’acqua domestica per timore della sua qualità”
Di seguito il comunicato stampa della Camera del Lavoro Cgil di Avigliano che chiede il ripristino delle sorgenti e dei pozzi presenti sul territorio comunale per risolvere la crisi idrica.
La crisi idrica e il prosciugamento della diga del Camastra rappresentano un’emergenza grave, causata da anni di immobilismo e mancanza di pianificazione. L’uso dell’acqua del fiume Basento, imposto in assenza di soluzioni strutturali, desta allarme per i rischi sanitari, economici e sociali, colpendo settori produttivi e generando sfiducia tra i cittadini, che evitano l’acqua domestica per timore della sua qualità. La preoccupazione è particolarmente alta tra i genitori, che temono per la salute dei figli evitando che quest’ultimi frequentino le mense scolastiche. La scarsità di erogazione giornaliera aggrava i disagi, penalizzando anche commercianti e ristoratori con perdite economiche insostenibili.
Si ricorda che il 19 luglio 2024, due mesi dopo l’inizio delle interruzioni idriche programmate da Acquedotto Lucano, è stata convocata una riunione presso la Camera del Lavoro di Avigliano, con la partecipazione di Federconsumatori e cittadini, per analizzare le problematiche legate alla crisi idrica. I problemi erano chiari già allora e, pertanto, avevamo evidenziato la necessità di un intervento rapido e risolutivo. Il Governo Regionale, a quanto pare, dal 2019, ha di fatto ridotto per motivi “di sicurezza” la capacità d’invasamento della diga del Camastra da 24 milioni di metri cubi (capienza massima della Camastra) a circa 9 milioni e ci chiediamo cosa è stato fatto/programmato in questi anni, atteso che la situazione non è migliorata. Ecco perché adesso servono risposte immediate e una programmazione seria affinché si facciano gli interventi necessari per rendere l’invaso del Camastra utilizzabile alla sua piena capacità.
Per ristabilire un clima di serenità tra la comunità, evitando un procurato allarme, sarebbe opportuno che vengano effettuate costantemente le operazioni di monitoraggio della qualità dell’acqua potabile, da parte sia dei collaboratori tecnici/scientifici degli Istituti preposti (Arpab e Acquedotto di cui si riconoscono le alte professionalità dei dipendenti) che dall’ISPRA dall’ISS e/o altri Istituti terzi accreditati, al fine di effettuare un confronto analitico tra i diversi laboratori apportando maggiori garanzie alla collettività in ordine alla qualità dell’acqua depurata. Solo in questo modo sarà possibile ripristinare la fiducia nella gestione pubblica delle risorse idriche. Serve inoltre, dare comunicazione costante e continua sui dati e sulle analisi processate sull’acqua, trattandosi di una risorsa primaria e fondamentale per il benessere e la tutela della salute pubblica.
Un’altra azione che avrebbe potuto evitare l’ingresso dell’acqua del Basento nelle nostre abitazioni, sarebbe stata collegare direttamente alle dighe lucane le fonti sorgive. Questo intervento, consentirebbe di garantire una distribuzione dell’acqua proveniente da fonti non contaminate, evitando trattamenti di depurazione.
Ricordiamo inoltre che l’estrazione del petrolio richiede un notevole consumo d’acqua, considerato l’alto numero di barili estratti ogni giorno in Basilicata, per questa tipologia di operazioni. Per accedere a fonti d’acqua sicure, circa 140.000 lucani sono costretti a organizzarsi autonomamente mentre l’Eni, a seguito delle autorizzazioni, potrà utilizzare l’acqua proveniente da preziose sorgenti naturali per l’estrazioni petrolifere, anziché utilizzare come sarebbe opportuno, acqua di recupero. Sembra surreale, ma questa è la realtà: in Consiglio Regionale è stato annunciato che saranno prelevati circa 500 litri al secondo dalle sorgenti “Occhio” e “Santino Monaco”, situate nel Comune di Marsico Nuovo. Queste sorgenti, fondamentali per l’ecosistema locale, potrebbero essere intercettate se venisse autorizzata la messa in produzione del Pozzo Pergola1.
L’utilizzo di queste sorgenti naturali, invece, dovrebbe essere prioritariamente destinato alla distribuzione nelle case dei cittadini, per garantire loro, acqua pura e certamente potabile. Questa sarebbe una scelta giusta e responsabile, che tutelerebbe il diritto alla salute e migliorerebbe la qualità della vita della comunità. E di tutto questo, incredibilmente, nessuno parla.
Un’altra criticità che necessita di interventi urgenti riguarda le perdite e le rotture della rete idrica. Secondo stime recenti, una percentuale significativa dell’acqua destinata all’uso civile e industriale viene persa a causa di infrastrutture obsolete, danneggiate o inadeguatamente manutenute. Questo rappresenta un doppio problema: da un lato, si spreca una risorsa preziosa che potrebbe essere utilizzata per alleviare la crisi attuale; dall’altro, si aggravano i costi di gestione e distribuzione, che si riflettono direttamente sui cittadini. Intervenire con un piano strutturato di manutenzione e ammodernamento delle reti idriche non è solo necessario, ma imprescindibile per garantire una gestione sostenibile delle risorse a lungo termine. A peggiorare la situazione, l’erogazione dell’acqua avviene solo per poche ore al giorno, creando enormi disagi per tutti. Questa condizione, che limita fortemente le attività quotidiane di cittadini, commercianti e ristoratori, meriterebbe un adeguato riconoscimento/risarcimento; una misura compensativa, oltre a rappresentare un’azione dovuta, sarebbe un concreto segnale di attenzione nei confronti della comunità.
Alla luce della situazione critica che la nostra comunità sta affrontando, rivolgiamo un appello al Comune di Avigliano affinché si attivi per il censimento e il ripristino delle sorgenti e dei pozzi presenti sul territorio comunale. Queste risorse rappresentano un patrimonio prezioso che, se opportunamente valorizzato, potrebbe contribuire a mitigare gli effetti della crisi idrica. Ad Avigliano nella sola area di Serra Ventaruli, sono presenti almeno quattro pozzi che potrebbero essere recuperati per fornire un’alternativa valida e sostenibile all’approvvigionamento idrico attuale. Questo intervento avrebbe il duplice beneficio di garantire acqua di alta qualità e ridurre la dipendenza da soluzioni temporanee e problematiche, come il prelievo dal fiume Basento.
Chiediamo al Comune di assumere un ruolo attivo e collaborativo in questa emergenza, coinvolgendo tecnici e professionisti per avviare un piano operativo volto a censire, recuperare e mettere in rete le risorse idriche naturali presenti sul territorio. Questo rappresenterebbe un passo concreto e tangibile per tutelare il diritto all’acqua della nostra comunità.
L’acqua intesa come bene pubblico è un diritto universale fondamentale, essenziale per la vita e il benessere di tutti. I cittadini, commercianti e ristoratori meritano risposte concrete e rassicurazioni certe, non promesse vuote o passerelle di circostanza da parte della politica. È necessario intervenire con urgenza per garantire sicurezza e ripristinare un clima di serenità, con l’obiettivo prioritario di garantire il diritto alla salute e al benessere della comunità.