“Case chiuse” nei piccoli Comuni: le tasse spingono i proprietari a murare le seconde case

19 dicembre 2024 | 10:12
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“Case chiuse” nei piccoli Comuni: le tasse spingono i proprietari a murare le seconde case

Caivano: “Un fondo regionale per sostenere le casse dei comuni sotto i 5000 abitanti”

“Le tasse sulla seconda casa sono ormai un peso insostenibile per i non residenti dei nostri piccoli Comuni italiani. Si rischia il collasso di un patrimonio edilizio enorme, ricostruito al Sud con i fondi post terremoto dell’80 e degli anni seguenti”, avverte Virgilio Caivano, Portavoce del Coordinamento dei Piccoli Comuni Italiani.

“Le tasse sulla seconda casa sono ormai un peso insostenibile per i non residenti dei nostri piccoli Comuni italiani. Si rischia il collasso di un patrimonio edilizio enorme, ricostruito al Sud con i fondi post terremoto dell’80 e degli anni seguenti”, avverte Virgilio Caivano, Portavoce del Coordinamento dei Piccoli Comuni Italiani.

La desertificazione demografica che affligge le aree interne ha conseguenze drammatiche anche sul patrimonio edilizio. “Sempre più proprietari decidono di chiudere, o peggio, murare le loro case per evitare una tassazione locale diventata insostenibile”, denuncia Caivano.

UNA PROPOSTA CONCRETA: FONDI REGIONALI PER SUPPORTARE I PICCOLI COMUNI

Per affrontare questa emergenza, Virgilio Caivano lancia una proposta: l’istituzione di un fondo regionale dedicato al sostegno dei bilanci dei piccoli Comuni dell’Appennino italiano.

Questo strumento permetterebbe agli enti locali di:

  1. Varare regolamenti differenziati sulle imposte locali per alleviare il peso fiscale sui non residenti e incentivare il mantenimento del patrimonio edilizio.
  2. Proteggersi dal rischio di danno erariale, evitando pressioni da parte della Corte dei Conti grazie a un supporto finanziario stabile.

“Le Regioni devono smettere di utilizzare i piccoli Comuni come bancomat per le risorse europee. È loro dovere approvare bilanci che siano utili alle comunità locali e che promuovano coesione sociale e riequilibrio territoriale”, sottolinea Caivano.

UN SEGNALE PER RILANCIARE LE AREE INTERNE

Questa iniziativa, ribattezzata “Radici”, rappresenta un primo passo fondamentale per invertire il declino delle aree interne dell’Appennino. “La debolezza demografica di questi territori richiede interventi strutturali e segnali concreti da parte delle istituzioni regionali. Solo così possiamo trasformare il lento declino in opportunità e sviluppo”, dichiara il Portavoce.

UNA LEGISLAZIONE DIFFERENZIATA PER LE AREE INTERNE

Le ragioni di una “legislazione differenziata” per i piccoli Comuni italiani partono proprio da qui. “Servono strumenti normativi adeguati che riconoscano le peculiarità e le difficoltà delle nostre comunità, per garantire un futuro sostenibile e dignitoso alle aree interne”, conclude Caivano.