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Stellantis Melfi, un operaio: Si lavora poco e male, meglio lasciare

19 novembre 2024 | 17:05
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Stellantis Melfi, un operaio: Si lavora poco e male, meglio lasciare

Il racconto di ‘color che son sospesi’, in attesa di nuovi incentivi all’esodo della multinazionale. Una schiera salita a 360 operai. “A febbraio ne sapremo di più sulle nuove fuoriuscite e su quanto prenderemo”

“Io lo faccio per due motivi, in primis per l’incentivo, ma poi anche perché voglio mettermi in gioco, voglio vedere quanto valgo”. Questa voce proviene dalla cerchia di ‘color che sono sospesi’, operai di Stellantis (Melfi) che non hanno fatto in tempo a rientrare tra i 500 che quest’anno hanno lasciato la multinazionale con l’incentivo al licenziamento. Il numero di questi lavoratori ormai “esausti” è cospicuo. “Eravamo in 180 e altrettanti hanno fatto richiesta negli ultimi giorni”, ci informa uno di loro. Certo, è difficile verificarne il numero effettivo. È più semplice, però, ed è ciò che abbiamo fatto, scandagliare le motivazioni, il sentiment che ha portato un numero sempre crescente di operai, a lasciare quello che ancora oggi viene considerato, nonostante le difficoltà dell’ultimo anno, un posto fisso.

“Si lavora poco – spiega la nostra fonte – alcuni mesi prendi poco più di 1200 euro al mese. E dopo 30 anni invece di fare progressi siamo caduti sempre più in basso, ci sentiamo dequalificati”. Ed è così che poi scatta la peggiore delle sensazioni, per chi lavora in un qualsivoglia contesto. “Ti senti esausto, con un pugno di mosche in mano, il morale scende sotto i tacchi e non riesci a vedere più un futuro dentro quel capannone, non ti rappresenta più”. Certo, a contare c’è anche il gruzzoletto che si porta a casa, ma non è solo quello, ad avere un peso, per chi rincorre ancora oltre 10 anni di contributi e quindi dovrebbe riapprocciare, di nuovo, il mondo del lavoro. Eppure….”Diciamo che dopo le richieste di Tavares al Governo, la risposta poco rassicurante di Meloni e la sottrazione di 4 miliardi in manovra al fondo per l’Automotive, molti di noi hanno cambiato prospettiva..”. In un attimo tutto ha cambiato veste. E quell’insofferenza che covava sotto la cenere è uscita allo scoperto.

“Pensate che all’inizio c’era una lista provvisoria di 180 colleghi che hanno chiesto di andarsene – sottolinea – ma il numero di 500 per quest’anno già era stato raggiunto, e non siamo rientrati”. È nata così la lista dei provvisori, quelli che attendono il nuovo “incentivo”. Prima erano 180, e in poche settimane “siamo raddoppiati”, assicura il lavoratore con cui abbiamo parlato. Ed ecco che in termini ufficiosi si inizia già a parlare anche di una data, febbraio prossimo. “È a febbraio – conferma la nostra fonte – che azienda e sindacati si incontreranno per definire i nuovi incentivi all’esodo”. È a quella data che guardano ‘color che son sospesi’ e che non vedono l’ora di lasciarsi alle spalle una vita, per iniziarne un’altra. “Si tratta di operai (e operaie, ndr) il più delle volte con due redditi in famiglia, certo per chi è monoreddito è più difficile lasciare”, ci dice ancora il lavoratore.

Ma poi c’è un altro dato che sembra far propendere per nuove effettive fuoriuscite con incentivo. “Da quello che abbiamo capito, con l’elettrico saremo 2500 in esubero, a Melfi, quindi a meno di non voler lcenziare in massa, e non credo che lo faranno, dovranno per forza firmare nuovi accordi coi sindacati per le fuoriuscite”. Tutti calcoli che stanno facendo in molti, tra coloro che rientrano nella lista degli “esausti”. Resta solo un interrogativo: aumenterà la quota che riusciranno a portare a casa, di incentivo, o lentamente si affievolirà? “Speriamo che aumenti un po’”, è la speranza di chi vuole lasciare. Ma ecco che così si entra in una cabala all’interno della quale è difficile districarsi, e sembra davvero di arrovellarsi come con “i Pacchi” di ‘Affari tuoi’. Staremo a vedere. Febbraio non è poi così lontano. Ma intanto, c’è già chi freme.