Potenza, le scale mobili bussano a denari
In scadenza l’omologazione trentennale dell’impianto. In mancanza di un intervento straordinario si chiude
Il primo tratto fu inaugurato nel 1994, esattamente 30 anni fa. L’omologazione dei quegli impianti è scaduta e segna il fine vita del suo funzionamento. Occorrono diversi milioni di euro per il necessario intervento di manutenzione straordinaria che rimetta in pista l’impianto in sicurezza. Negli anni le scale mobili sono state protagoniste di guasti, atti vandalici, chiusure e calo degli utenti. In pochi le usano. Eppure si tratta di un sistema di mobilità tra i più famosi al mondo. Un vanto per la città Capoluogo. Chi si occuperà di recuperare i fondi per salvare una rete strategica di mobilità per la città? A breve le scale mobili non avranno i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa, se non si interviene in tempo la chiusura di alcuni importanti tratti dell’impianto è assicurata. E’ vero che si registrano appena 6mila passaggi al giorno, un tempo erano 25mila, poi calati a 15mila, ma l’impianto resta uno dei sistemi di mobilità più avanzati d’Europa. Il calo dell’utenza è dovuto al cattivo funzionamento del servizio, alle continue interruzioni, alla fermata per guasto di diversi tratti mobili e a scellerate scelte urbanistiche. C’è da augurarsi che la scadenza dell’omologazione diventi l’occasione per un rilancio del servizio e per una maggiore oculatezza delle politiche urbanistiche. Il sindaco, Vincenzo Telesca, abbandoni le stravaganze tipo sdraio in piazza e si occupi di salvaguardare uno degli impianti più famosi al mondo. Pare che nei giorni scorsi sia stato il consigliere regionale Alessandro Galella a porre la questione in una riunione con l’assessore Pasquale Pepe, obiettivo: trovare i soldi.